martedì 1 maggio 2012

MONTE TRIBIL DA VAL DI LAUCO: alla fine anche il primo maggio ci toccalavorare........

Luca e Marisa 1 maggio 2012

Il conico rilievo del Monte Tribil si erge dolcemente sulla conca prativa di Val, piccola isolata borgata che si raggiunge con una stretta rotabile superando i tranquilli paesi di Lauco e Vinaio. L’altipiano di Lauco è ricco di piccole borgate, casolari isolati, spazi prativi alternati a macchie boscose. I piccoli agglomerati una volta molto popolati, contano ora solo pochi abitanti, Val ne ha meno di una ventina, ma l’impressione che si ha, mentre percorriamo la breve stradina che conduce ai prati retrostanti è quella che, grazie alla tenace presenza umana, alle case ristrutturate, ai prati falciati a nuovo, sia in atto una nuova valorizzazione, una salvaguardia di un patrimonio e di una bellezza ambientale di grande valore. 

...

Il sentiero 165 è semplicemente indicato da un cartello, poi dalle ultime case saliamo liberamente per i prati mirando ad un basamento di cemento dove da lontano individuo una palina con il classico “bianco rosso” che ci riporta sul sentiero ora più chiaro. Lunghi tornanti risalgono il versante meridionale del Monte Tribil, prima attraversando brevi tratti boscosi poi via via su terreno sempre più aperto, lasciando spazio a vasti ed estesi panorami, sulle sottostanti conche prative circondare da fitti boschi di faggi e larici, sulle Prealpi Carniche, sulla conca di Tolmezzo, sui pinnacoli dei Monfalconi, sul Col Gentile, il tutto costellato di genzianelle, prime fioriture di camedrio alpino, primi botton d'oro e prolungate esplosioni di crochi.












Quando il limitare dei boschi di abeti preannuncia la presenza del pino mugo e dei rododendri non ancora in fiore, non manca ormai molto alla sella di Tribil, dove giunge anche la strada forestale proveniente da Tarlessa che porta alla Malga di Claupa e divide la comoda cresta del Monte Tribil dall’avamposto spallone che prelude alla poderosa bastionata del Monte Arvenis. La giornata non è proprio delle migliori, ma comunque godibile, almeno fino ad ora, un bel cielo azzurro con un po’ di nuvole, ma con un bel caldo sole primaverile. Il percorso è davvero piacevole.
L’Arvenis da qui non dista molto, un segnavia lo indica ad un’ora circa, poi si potrebbe scendere per le malghe a Trischiamps e rientrare a Val, ma delle lingue di neve nel tratto finale del sentiero prima della cima ci fanno desistere e per oggi preferire la dolce, comoda e larga dorsale del monte Tribil, comunque panoramica, con una bella visuale sul Coglians e Cjanevate e su tutta la dorsale del Crostis, solo di poco inferiore del vicino Arvenis.







Il nostro arrivo sulla cimetta coincide però con la scomparsa del sole e dell’azzurro coperti da pesanti nuvoloni grigi, che comunque non ci proibiscono di goderci una lunga e meritata sosta.
Per oggi ci va bene così, non era neanche in programma e con il meteo di questo periodo, anche una semplice e dolce escursione come quella odierna è comunque una bella soddisfazione. Proseguiamo lungo l’erbosa cresta che collega il Monte Tribil al Monte Cucasit, seguendo alcune tracce, fino a ricollegarci alla pista forestale a tratti molto panoramica e che seguiamo per un bel pezzo.















Dobbiamo rientrare a Val ma mi piacerebbe raggiungere i prati degli stavoli Aiers dove, poi, per vecchi camminamenti non indicati sulla carta, riportarci all’amena conca prativa dove sorgevano i vecchi impianti di risalita nei pressi dei quali abbiamo lasciato l’auto. Vicino ad un tornante un ometto di pietra indica una traccia che entra nel bosco, sulla carta indicata come sentiero CAI 166 che tagliando tutta la forestale dovrebbe raggiungere proprio gli stavoli Aiers. Seguiamo tranquilli alcuni segnavia biancorossi lungo, all’apparenza, un comodo sentierino all’interno del bosco, ma dopo poco i segnali si fanno più radi e la traccia più esile. Comunque sono convinto che sia giusto e proseguiamo ancora, sempre in discesa.
Sempre convinto continuo a scendere, non ci sono più segnavia ma solo una traccia che alla fine scompare tra la fitta vegetazione. Sono stato attento, non c’erano bivi, probabilmente data la presenza della strada più comoda, il sentiero è abbandonato e la natura ha fatto il resto. La cosa più logica è risalire e riprendere la strada, ma a volte la logica non va d’accordo con la ragione e allora ci ficchiamo sempre di più nel bosco dove ogni traccia scompare del tutto. Giriamo un po’ intorno alla ricerca di qualche passaggio tra i rami, sempre tenendo conto che la strada è comunque alla nostra sinistra e con un occhio all’altimetro ( di sicuro non voglio scendere più in basso degli stavoli). Scendiamo certo, spostandoci in quella direzione, ormai il bosco è uniformemente fitto e occorre districarsi tra i rami. Unica traccia il segno del passaggio di qualche animale. Insomma in un paio d’ore ne siamo fuori, raggiungiamo la strada poco più in su degli stavoli calandoci per un costone. Poco oltre su un albero una scritta “Val” con la vernice ci indica la giusta via, un ben più comodo sentiero che taglia le pendici del Tribil e superando alcuni impluvi secchi e un piccolo rio, in un bel bosco di faggio, ci riporta nei prati nei pressi di Val. Mentre il sole torna a splendere in cielo come il nostro sorriso, dopo questo lungo tratto a ravanare nel bosco, apprezziamo come non mai il verde dei prati, gli alberi in fiore, i recinti di legno che affiancano la traccia che con tanta comodità ci riporta un po’ stanchi al punto di partenza. Va bene così. Una piccola nota stonata in un percorso davvero panoramico e interessante .







Nel nostro andar insieme per monti, l’aspetto sportivo non è mai in primo piano, prevalgono altri fattori come la solitudine, il silenzio, la serenità, la curiosità. Non c’è nulla di male qualche volta nel perdersi, anzi, fa parte del bagaglio che ci portiamo nello zaino. Dispiace però vedere che opere intelligenti dell’uomo, come i sentieri, quei fili sottili che salgono da valle, percorrono boschi e alpeggi, cenge e speroni rocciosi, donando nuove prospettive, portando sulle cime o sulle forcelle, dove il suono della montagna viene accarezzato dall’azzurro del cielo, siano lasciati andare, persi, dimenticati, nascondendo le testimonianze della vita. A volte mi domando se valga di più un’ora di elisoccorso o un po’ di soldi per la loro cura o il loro ripristino.

8 commenti:

  1. Vi è toccato lavorare anche il 1° Maggio ma...questo è un bel lavoro! Condivido totalmente la considerazione finale.ciao, in attesa del sole :whistle:

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  2. giovanni writes:tra quelle casette ci abita la mamma di un'amica. zona veramente molto bella come belle sono le tue foto ;)ciao luca e marisa

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  3. Originally posted by frivoloamilano:frivoloamilano # Sunday, May 6, 2012 5:04:03 PMVi è toccato lavorare anche il 1° Maggio ma...questo è un bel lavoro! Condivido totalmente la considerazione finale.ciao, in attesa del sole Insomma, meglio un bel sentiero oggi che il brutto tempo domani :D :D :D ( uffa !)

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  4. Originally posted by anonymous:Unregistered user # Sunday, May 6, 2012 5:15:36 PMgiovanni writes:tra quelle casette ci abita la mamma di un'amica. zona veramente molto bella come belle sono le tue foto ;)ciao luca e marisaLa zona è davvero molto bella, la prossima volta raggiungerò l'Arvenis e scenderò per Trischiamps. Val poi è proprio in un bel posticino .mandi

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  5. Ciao Graziano.E' vero, una zona davvero tranquilla. Siamo fortunati perchè qui possiamo scegliere tra le Giulie e le Carniche, tra le grandi pareti di roccia e le dolci rilassanti cime.Mandi

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  6. Graziano writes:Foto magnifiche di una zona estremamensate rilassante

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  7. Ezio writes: Condivido in toto le tue ultime frasi ciao Ezio

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  8. Originally posted by anonymous:Unregistered user # Tuesday, May 22, 2012 10:03:38 PMEzio writes: Condivido in toto le tue ultime frasi ciao EzioMandi Ezio e grazie.

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