sabato 20 agosto 2011

TRIGLAV: SUL TRONO DEGLI DEI – passo dopo passo … la vetta.

20 agosto 2011

E' il più alto delle Giulie. Dal regno fatato di Zlatorog penetrò nei miei sogni e li dominò per molti anni. A nessun altro monte ho bruciato tanti incensi. Come mi batteva il cuore e con che ansia lo desideravo, quando sentivo il suo nome consacrato dal tempo, circonfuso di leggenda, annunciare la vicinanza di Dio!( Julius Kugy) 


 

Poco dopo le 5 qualche movimento, l’alba spunta sulle rocce del Kanjavec sopra il rifugio, mentre il resto è ancora avvolto dal rosa pallido dell’aurora. Voglio uscire subito, a respirare l’aria finchè i polmoni ne saranno invasi, a sentire come la natura, le rocce trasfigurate dalla notte, si manifestano, si riavvicinano a noi inconsapevoli di quale mano possa aver creato tanto. E’ bello tutto ciò perché e di una purezza rara ed essenziale. Verso le Mojstovke il rosa si trasforma e il cielo comincia a schiarirsi, le montagne si disegnano da sole il paesaggio e l’aria mi asciuga il viso dalla poca acqua recuperata, in questo rifugio dove ogni cosa è “preziosa”.



Siamo i primi a muoverci, invece di salire dal Rifugio Dolic in cima per i bianchi altipiani delle Zelenice e poi su per il versante sud, preferiamo spostarci verso il Dom Planika per salire tutta la cresta del Mali Triglav. Andiamo dunque, andiamo incontro al giorno, andiamo incontro al sole.
A Sella Dolic il bivio, da una parte si va verso la valle dei sette laghi, dall’altra al Dom PlaniKa. Procediamo spediti, sembra quasi che la giornata di ieri sia stata assorbita magnificamente. Da lontano sulle rocce un giovane stambecco ci osserva curioso. No, non è un camoscio e non ha le corna d’oro, ma mi piace lo stesso l’idea.



Poi esplode il sole, le rocce del Miselj Vrh si accendono d’arancio e superati alcuni avvallamenti in parte attrezzati arriva il giorno. Per dir la verità scalda già un po’ troppo per essere mattina presto. Il sentiero scorre alto sulla Velska Dolina alternando tratti rocciosi a splendide piccole conche verdi, verso valle il mare di nubi avvolge la zona del lago di Bohjini e la velata foschia crea sopra le sagome dei monti sfumature blu e arancio. Poi improvvisamente tutto diventa di roccia, di roccia bianca, grigia, rossastra e finalmente, poco prima di arrivare al grande ripiano dove sorge il grande rifugio Dom Planika appare il Tricorno, con tutta la sua cresta, la famigerata cresta che in passato era uno spauracchio, ora addomesticata dai cavi metallici. Dopo poco meno di un’ora e mezza siamo al Dom Planika. Un po’ di riposo e scorta di acqua.











Inizia finalmente la salita al regno delle rocce, la parte più impegnativa che ci porterà sul Trono degli Dei. Ci lasciamo alle spalle il rifugio, un bellissimo colpo d’occhio sul pianoro sottostante e sulle valli lontane. Prima di un canalino incassato attrezzato indossiamo gli armamenti. Le difficoltà fino ad ora inesistenti, sono maggiori, ma va detto sinceramente, nulla di preoccupante. L’utilizzo delle attrezzature è più che altro una questione di sicurezza, per il gran numero di persone o la possibilità di qualche caduta di sassi che per le reali difficoltà. Comunque si tratta sempre di muoversi tra le rocce in un ambiente di alta quota.







Man mano che saliamo i panorami si ampliano, si può davvero vedere lontano, da una parte la Val Vrata con la Skarlatica che emerge su tutti, dall’altra il lontano ma inconfondibile profilo del Krn. Il segnavia segue la sua splendida direzione lungo la cresta del Mali Triglav e il contatto con la roccia si fa vivo ed emozionante. Alcuni tratti esposti sono privi di attrezzature ma il piacere di salire cresce progressivamente. Da una parte e dall’altra viste mozzafiato, pareti di roccia che sovrastano resti di piccoli nevai e sopra ancora pareti da salire. Si continua così fino a superare il raccordo con il sentiero della Kredarica e poi fino oltre al Mali Triglav.








Da li in poi una sottile cresta sembra destare qualche preoccupazione a vederla, ma delle efficaci attrezzature tolgono adrenalina e rendono il percorso più comodo, anche se davvero spettacolare. Se Rino va come in bici sarà già in cima. Davanti a me Enzo Rosy e Franco, dietro il giovane Daniele, Mauro e Luciano.






Dopo la cresta l’ultima parete, poi appare la Torre Aliaz, la cima è vicina, ci siamo, ecco la vetta, “Buona Montagna”. Finalmente Triglav, siamo sulla cima più alta delle Giulie. Tutt’attorno, sotto di noi, cime, valli, ancora cime. Uno spettacolo, siamo sul Trono degli dei e lascio che la fantasia corra alla ricerca della sua dimensione più affascinante. Davvero una gran salita, non difficile, tutto sommato, ma lunga, faticosa, ineguagliabile, se non altro per quello che rappresenta.









La stanchezza si dimentica, anzi si è costretti a dimenticarla perchè ora tocca la discesa per la cresta Sud. In discesa ci separiamo un po’, il rischio di muovere sassi è evidente e forse è meglio stare distanti. Così inizialmente Enzo, Luciano, Daniele e Mauro sono più indietro, gli altri più avanti.
Secondo me, la cresta Sud fino alla Triglavska Skrbina, richiede qualche attenzione in più fatta in discesa, per alcuni tratti molto friabili e comunque privi di attrezzature. In ogni caso c’è tutto il tempo per assaporare ancora una volta il gusto che una grande montagna può dare, con un contorno di panorami, creste, pareti davvero molto bello. Uno sguardo al Mali Triglav e alla magnifica cresta che abbiamo percorso.








Un pò di arrampicata in discesa per superare un salto roccioso, i cavi sono banditi, al massimo qualche spuntone e arrivo alla forcella, dove a destra precipita un canalone friabile, qui bisogna seguire fedelmente i radi segnavia che portano ad una stretta cengia rocciosa, pochi cavi ma gli appigli artificiali aiutano a raggiungere il sottostante ghiaione su cui mi lascio finalmente scivolare.










Adesso si, sono stanco, mi fermo, alcuni sono già avanti, altri ancora molto indietro. Appagato, mi concedo un po’ di riposo prima di affrontare l’ultima ora del bianco deserto che mi separa dal rifugio. Scatto qualche foto, bevo. Tutta la discesa è stata un bellissimo momento di solitudine, uno dei pochi che veramente si possono avere in questo periodo su questa splendida montagna. Mi guardo in giro alla ricerca dei resti della Caserma Morbegno, ma sono stanco, se l’avessi vista mi sarei anche fermato, ma sinceramente non l’ho vista.
Ormai il più è fatto, la mulattiera, in alcuni tratti ancora splendidamente conservata mi accompagna, indicandomi la giusta direzione in mezzo alle doline carsiche. E’ tutto un mondo di pietra, bianca, come i papaveri delle Alpi Giulie.





Prima dell’ultimo tratto, gli ultimi tornanti in discesa, mi fermo ad osservare tutte le montagne di confine, il Grintavec, lo Jalovec, il cupolone del Mangart, le Mojstrovke, mi guardo indietro per un saluto, un ringraziamento al Tricorno e poi eccomi al rifugio.






In questo momento, il primo sorso di birra ha un valore inestimabile. Siamo arrivati stanchi ma contenti, ora non ci resta altro che le ultime quattro ore per arrivare giù nella profonda Val Trenta. E che sarà mai.
La mulattiera è interminabile e inevitabile, ma alla fine quando il sentiero incontria il rio Zadnjica che scende dalla Luknja, mi tuffo praticamente dentro vestito e bevo come un dromedario. E’ pomeriggio quando seduti alla Gostilna Metoja sorridenti osserviamo la grande parete sud raggiante di sole. Ciao Triglav, “Bomo videli”. Un saluto che sa di arrivederci.


Luciano, Enzo, Rosy, Franco, Enzo, Rino, Mauro, Daniele, Luca





10 commenti:

  1. giovanni writes:grazie luca!un saluto a tutti

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  2. Bravo Luca, missione compiuta per Skywalker

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  3. Originally posted by anonymous:Anonymous # 1. September 2011, 08:25giovanni writes:grazie luca!un saluto a tuttiè stato un piacere :D

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  4. Originally posted by lor74cas:Lorenzolor74cas # 1. September 2011, 10:40Bravo Luca, missione compiuta per Skywalkeralla fine un bel giro nella Galassia delle Alpi Giulie ;)

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  5. una scrittura vibrante come le emozioni che hai provato e come non capirti. Maglietta azzurra come il cielo che hai toccato con un dito ;)ciao

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  6. Grazie Frivolo, davvero emozioni. Mi vengono in mente le parole di una canzone di Mina L'uomo chiese alla montagnadi toccare il cielo,la montagna realizzòquel suo desiderioe quando fu cosìuna nuvola lo sfioròin fondo al cuore che malato èdi nostalgia.la maglia azzurra è riciclata dal giorno prima visto che le altre le avevo già sudate tutte :D :D :D . Poi sai quanta acqua bevo quando mi metto ( Monte Cimone docet ;) )

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  7. Anonymous writes:Foto stupende...paesaggi da favola...e sullo sfondo un commento che ti arriva diritto al cuore. Grazie

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  8. Originally posted by anonymous:Anonymous # Thursday, September 15, 2011 9:20:51 PMAnonymous writes:Foto stupende...paesaggi da favola...e sullo sfondo un commento che ti arriva diritto al cuore. GrazieCiao Anonimo, grazie a te per il commento. Nelle parole di Kugy sono raccolte tutte le emozioni di questa magnifica cima e di quella che per me ha rappresentato nel tempo e rappresenterà....

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  9. Graziano writes:Ho riletto questa relazione un'infinità di volte e non finisce mai di emozionarmi. Il Dio a Tre Teste è il mio sogno e prima o poi lo esaudirò. Grazie per tutte le sansazioni che sai esprimere con estrema semplicità

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  10. Originally posted by anonymous:Unregistered user # Sunday, April 22, 2012 7:48:51 PMGraziano writes:Ho riletto questa relazione un'infinità di volte e non finisce mai di emozionarmi. Il Dio a Tre Teste è il mio sogno e prima o poi lo esaudirò. Grazie per tutte le sansazioni che sai esprimere con estrema semplicitàCiao Graziano, è bello avere dei sogni, è bello esaudirli. E' una montagna fantastica, vedrai........

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