Finalmente il Canin. Non ci ero mai stato prima sulla vetta. L'ho guardato migliaia di volte, dal Matajur, dalla Val Resia, dai Piani del Montasio, dal Monte Sart.
La visione di quella roccia aspra, quella massa bianca che si vede da lontano, evoca ogni volta suggestioni e seduzioni.
Il massiccio del Canin si stacca come una muraglia sopra gli altipiani carsici del Foran del Muss e del Kaninski Podi. Da sopra le viste sono belle, da mozzare il fiato, ma la salita sembra impossibile, protetto dalle leggende di orchi e streghe che ne custodiscono i segreti, di mille caverne dove in profondità l’acqua laboriosamente scava impenetrabili echi di immaginazione.
Oggi con la sezione CAI di Cividale finalmente saliamo questa cima, per la nuova e moderna ferrata Julia. La Brigata Alpina Julia l’ha rimessa a nuovo un anno fa per farla diventare ancora una volta la più famosa via di salita del versante italiano.
Sella Nevea ci “accoglie” mostruosamente desolante e silenziosa con i suoi cementi privi di emozioni. Le grandi finestre vuote dei casermoni sembrano occhi di disperati prigionieri , rassegnati al nulla. Al ritrovo della nuova funivia siamo un bel gruppo e basta uno sguardo all’insù oltre la paretona del Bila Pec per rendere il luogo inesistente.
I pensieri infatti cancellano subito le immagini dei condomini vuoti e ammirare il Montasio e lo Jof Fuart o il gruppo del Canin è sufficiente per capire che nonostante la disastrosa opera dell’uomo la montagna alla fine vincerà ancora. Le strutture degli impianti infatti sembrano intrusioni, delle cose che con la bellezza straordinaria dei luoghi non c’entra proprio un bel niente.
Per fortuna salendo a Sella Bila Pec ci lasciamo alle spalle tutto ciò e una volta “girato l’angolo” non ci penso più. Davanti a noi si spalanca l’altipiano del Foran del Muss, che si sviluppa grandiosamente fino al Monte Sart.
La bellezza lunare del posto si svela: queste bianche rocce, scavate dall’acqua, apparentemente prive di tutto in verità hanno più vita di quello che ci siamo lasciati alle spalle. Un bel sentiero con leggeri saliscendi, attraversando qualche breve residuo di nevaio, ci accompagna tra i milioni di papaveri gialli e bianchi e campanule che vincendo l’impossibile fioriscono pionieri sulle pietraie e sui ghiaioni che scendono dalle pareti del Monte Ursic.
Lasciamo il sentiero che prosegue verso Sella Grubia e il Bivacco Marussich ( mi sembra ieri di essere passato di qua) per salire più ripidamente sul ghiaione e finalmente sul nevaio che sale fino all’imbocco del canalone Findenegg.
Il nevaio si presenta percorribile anche senza ramponi pur essendo ripido, però è bene averli al seguito, piccozza compresa.
La nuova ferrata segue la via originale percorsa tanti anni fa da Kugy durante la sua prima ascensione al Monte Canin.
Mentre ci prepariamo indossando l’attrezzatura mi viene da pensare : Findenegg e kugy sono passati di qua e io…. sono solo un romantico.
Lo Zio Enso e Paolo sono più avanti, visto che siamo in molti bisogna dividersi in gruppi per fare attenzione che tutto vada bene. Io con Laura del “Norge “, Nadia, Rosy (me cugnade) e Pietro “the President” stiamo dietro a chiudere e tenendoci un po’ staccati ci godiamo il bel tratto che porta sulla cresta della cima.
L’attacco della nuova ferrata è proprio alla fine del ghiacciaio però i primi metri, dove la neve si è ritirata, la roccia è liscia e bagnata e occorre metterci un po’ di sforzo. La via ferrata è esposta e verticale ma si sale bene, senza problemi in parete, fino ad una specie di terrazza, oltre l’attacco della via vecchia (targa). Mentre saliamo ho il tempo di scattare anche delle belle foto.
Prima uno stretto camino, poi uno sperone roccioso, un altro bel tratto verticale. E’ tutto molto sicuro e la via non è molto lunga, tant’è vero che ci ritroviamo quasi senza accorgerci già fuori sulla cresta della via normale.
Non sono un amante particolare delle vie ferrate fini a se stesse, per quel che mi riguarda se posso le evito. Se entrano a far parte della via di salita però ogni tanto mi cimento e devo dire che questa “Via Julia” è veramente molto bella ed emozionante, per la sua verticalità e sensazione di vuoto. Con le giuste attrezzature e precauzioni ( caduta sassi) e con la adeguata preparazione, non si ha mai la sensazione di pericolo, però direi che è riservata ad esperti. Alla fine poi si deve porre molta più attenzione in discesa per la via normale.
Dalla forcelletta della Kaninska Skrbina alla cima, non ci vuole molto. Seguendo abbastanza scrupolosamente i radi segnavia in una decina di minuti si raggiunge la grande croce del Visoki Kanin. Siamo in parecchi. Guardo attorno a me e faccio davvero fatica a trattenere le emozioni davanti a uno spettacolo del genere. Finalmente il Canin.
La cima è il punto di incontro di tre stupende creste di roccia. La cresta di confine che parte da Sella Prevala si sviluppa lungamente da est a ovest per il Monte Forato e il Monte Ursic e va ad incastrarsi proprio sotto i nostri piedi, sulla cima del Canin con le creste dell’Alta Via Resiana. Da nord ovest, da Sella Grubia per il Picco di Carnizza verso sud passando per il Cerni Vogu e Lasca Plagna termina nella forcella di Infrababa. Uno spettacolo. Il cielo azzurro e le nuvole fanno il resto. Di qua e di là gli altipiani simili del Foran del Mus e del Kaninski Podi.
Se fosse finità lì sarebbe già bene invece la musica continua, e aumenta ancora di intensità, guardando lontano da ogni parte dove gli occhi possono arrivare. Adesso finalmente lo posso dire di persona : “ la più bella visione in assoluto delle Alpi Giulie”
La foto di gruppo è un momento carino prima della discesa. La lunga discesa. Si perché per scendere facciamo la via normale slovena.
Si ritorna in breve alla forcella dove esce la ferrata per proseguire lungo il versante meridionale da dove possiamo ancora ammirare il gruppi del Montasio e dello Jof Fuart.
In discesa è comunque richiesto un certo impegno e passo sicuro, in alcuni tratti le roccette sono friabili e non bisogna distrarsi. Camminare sui bordi del vuoto senza pensieri è riservato agli stambecchi.
Un diedro attrezzato, poi un ciglione in cresta, ancora una discesa ripida da stare attenti. Si supera ancora una forcella dove è stato posto un cavo di aiuto e poi ancora un tratto di arrampicata in discesa e traverso e siamo sul ghiaione sotto le pareti di roccia. Le difficoltà sono praticamente finite ma guardandosi indietro ci si domanda quanto normale sia sta via normale. Attraversare il Dolgi Prodi è molto piacevole, quasi in piano, accompagnati costantemente da una famigliola di stambecchi.
Poiché siamo in tanti e c’era da seguire i passaggi di alcuni, i tempi si sono allungati un po’. Considerato che la funivia chiude alle 16.30, sembra che sia un po’ tardi.
Pietro decide di tentare una corsa per arrivare in tempo in modo di poter chiedere di aspettare il gruppo, mentre altri accompagnatori si accertano che tutto vada per il meglio. Sinceramente dispiacerebbe farsi a piedi i 700 mt della pista del Canin brutta da morire, fino a Sella Nevea.
Uno ultimo sguardo indietro, per impressionare nella mente il grande altipiano circondato dalle cime ormai coperte dalle nuvole basse, poi si ricomincia per un pò a salire attravensando un tratto che si snoda tra blocchi di roccia bianca calcarea. Il Canin è laggiù dietro di noi, dentro le nuvole, anzi anche lui è una nuvola, una grande nuvola di roccia.
Passiamo sotto il buco del Monte Forato, nella valle dove arrivano gli impianti di risalita sloveni immersi per un pò nella nebbia. Il ritardo accumulato ci impedisce l'ultimo sforzo e tiriamo diritti per non perdere la funivia. La stanchezza e la premura contribuiscono a farmi dimenticare quanto ho visto a Sella Prevala.
I miei ricordi sono fermi a quando ci sono salito tanti anni fa. C'era molta più neve, c'erano i ghiaioni che scendevano e c'era un bel sentiero tra erba e roccette dove le stelle alpine ti accompagnavano su in un ambiente montano ricco di fascino tra il Golovec e il Forato, sulla linea di confine, ad osservare le Giulie. Adesso non c'è più nulla, neanche il sentiero. Un peccato, non si possono arrestare le macchine del progresso, ma il sentiero andrebbe rimesso a posto o rifatto ad uso di quei tanti escursionisti magari poco esperti che si affidano ai segnali CAI o alle semplici guide escursionistiche. Per rispetto, visto che la montagna non è stata rispettata.
Da lontano vedo che la funivia funziona ancora ma sono già passate le 16.30. Finchè corre la funivia corro anch'io. Poi alla fine quando siamo nella conca si ferma tutto. L'ennesima beffa di Promotour?
Rassegnato a farmela a piedi risalgo stancamente verso il rifugio Celso Gilberti e verso la stazione di arrivo. Il gruppo si ricompatta con Zio Enso che controlla, per scoprire che Pietro e Paolo ( i santissimi) hanno fatto il miracolo. Ci siamo tutti, si scende a motore.
Allo storico rifugio Julia, che poi tanto rifugio non è più, una piccola festicciola e poi tutti a casa. Ci resterà un bel ricordo di questa escursione. Finalmente il Canin.
davvero molto bravo, bello il racconto e naturalmente le foto...mandi, mandiFabio
RispondiEliminagiovanni writes:la vecchia cara julia ;)... che giornatona!ciao luca
RispondiEliminaBel giro Luca, io non li capisco quelli della promotour, chiudono così presto, anche noi avevamo il dubbio di riuscire a fare in tempo quando abbiamo fatto lo stesso giro. Perchè non prevedono dei rientri anche più tardi? C'è luce fino dopo le 19.
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:Anonimo
RispondiElimina# 9. August 2010, 06:20
giovanni writes:
la vecchia cara julia ;)... che giornatona!
ciao luca
ona ,ona
:D
Forse perchè in barba ai posti di lavoro per gli abitanti della Val Raccolana non pagano gli straordinari? :D
RispondiEliminaOriginally posted by Highlanders:Fabio # 8. August 2010, 08:01
RispondiEliminadavvero molto bravo, bello il racconto e naturalmente le foto...
mandi, mandi
Fabio
mandi mandi Fabio
ricordati se un giorno viene su di qua di andare a dare una occhiata agli altipiani del foran del Muss, vedrai che spettacolo
:yes:
Bella la "Julia" e bello il Kanin. Complimenti Luca per il raconto: giornata piena di fiori, verticalità, resistenza e amoreper le montagne.ciao, frivoloamilano ;)
RispondiEliminaOriginally posted by frivoloamilano:frivoloamilano # 9. August 2010, 16:10
RispondiEliminaBella la "Julia" e bello il Kanin. Complimenti Luca per il raconto: giornata piena di fiori, verticalità, resistenza e amore
per le montagne.
ciao, frivoloamilano
Ciao Frivoloamilano
ci tenevo tanto come sai a questa cima e alla fine ne è venuta fuori una splendida giornata. Secondo me un gran bel giro.
A presto
Complimenti per la bella escursione, per le foto e per la descrizione.Mi vien voglia di tornarci quanto prima... :)CiaoPaolo
RispondiEliminaspero il più presto possibile...grazie per la dritta e se ne hai altre sparale pure io le raccolgo con molto piacere...mandi, mandiFabio
RispondiEliminaOriginally posted by paulicca:Paolo # 10. August 2010, 15:46
RispondiEliminaComplimenti per la bella escursione, per le foto e per la descrizione.
Mi vien voglia di tornarci quanto prima...
Ciao
Paolo
Ciao Paolo, bentrovato. grazie del commento, in ogni caso rifarla è una buona idea.
Originally posted by Highlanders:Fabio # 10. August 2010, 19:05
RispondiEliminaspero il più presto possibile...grazie per la dritta e se ne hai altre sparale pure io le raccolgo con molto piacere...
mandi, mandi
Fabio
spero che un giorno tu riesca a fare una puntatina.
:)
ciao Alberto: obbligatoriamente, a meno che non dormi al rifugio, la funivia apre alle 8.30 e quindi tra una cosa e l'altra calcola le 9.00. dal Rifugio alla ferrata ci vanno circa 1.45-2 ore comode. Il ghiacciaio adesso è praticabile anche senza ramponi, la picozza è utile solo nel tratto finale ma non indispensabile. Questo ai primi di agosto. A fine stagione quando la neve sarà più dura è meglio secondo me avere al seguito entrambi. Cordata direi di no, il tratto è breve. La ferrata è nuova e ottimamente attrezzata, il tempo di percorrenza è normalmente di circa 1 oretta. Poi fino in cima altri 10-15 minuti. Per la discesa i tempi sono piuttosto lunghi, nel nostro caso abbiamo perso un sacco di tempo visto che eravamo in molti. Tieni conto comunque 3 ore e mezza circa. In totale calcola 6/7 ore, il che ti porta verso le 16.00 e considera anche che la funivia chiude alle 16.30!Un saluto.
RispondiEliminaAlberto writes:ciao a tutti,mi chiamo alberto sono di codroipo e volevo chiedervi due cose in merito alla gita bellissima che avete fatto sul monte Canin e che vorrei fare in questo periodo.1) a che ora siete partiti dal Gilberti e quanto tempo ci avete messo a fare tutto il giro (salita al Canin per ferrata, discesa per via normale slovena e giro fino a sella Prevala);2) per fare il ghiacciaio ritenete necessario essere in cordato con picozza e ramponi o si può fare anche senza attrezzatura da ghiaccio?Grazie in anticipo per le info che mi darete...buona montagna a tutti...salutialberto
RispondiEliminaalberto writes:ciao luca,ti ringrazio molto per le informazioni che mi hai fornito. Pensavo di andarci il rpossimo fine settimana tempo permettendo quindi le condizioni del ghiacciaio presumo siano le stesse che hai trovato tu. Devo dire che in effetti i tempi sono un po risicati bisogna valutare con attenzione perchè se chiude la funivia sarebbe una palla farla fino a Sella Nevea a piedi. Ti ringrazio nuovamente e ti auguro buona giornata.ciaoalberto
RispondiEliminaAlberto writes:ciao,vi chiedo una ulteriore info che è più che altro una curiosità: vi ricordate quanto costa indicativamnte il biglietto di andata e ritorno con la funivia del Canin?saluti alberto
RispondiElimina@Alberto: mi pare costi 6,5 o 7,5 € andata e ritorno. Ciao
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