sabato 21 agosto 2010

BRAIES: Due giorni sui monti intorno alla Croda del Becco.

16 e 17 agosto 2010
Marisa e Luca




Trovare parcheggio al lago di Braies ad agosto è impresa abbastanza difficile. Per “fortuna” il tempo non proprio dei migliori ci da una mano, almeno in questo. Il rovescio della medaglia è che non è facile decidere in poco tempo una escursione di un paio di giorni con il meteo che continua a fare i capricci. 

...


La vista del lago di Braies e della Croda del Becco dal suo lato più imponente, anche se in parte coperta di nuvole, ci porta subito con pensiero al giro che abbiamo programmato di fare. La passeggiata intorno al lago per scaldare i muscoli serve un po’ da ripasso ad evocare le leggende del regno dei Fanes. Immagino già nel centro del lago la barca con la regina dei Fanes e la figlia Lujanta che scese dal Sass d’la Porta sono in attesa di sentir squillare le trombe della rinascita del Regno dei Fanes, ma invece del sottofondo di musica del “Canto della Terra” di Mahler solo voci squillanti di turisti e il rumore della pioggia che mette il freno alle nostre idee. 


Continuiamo la passeggiata intorno al lago, in attesa di uno spiraglio che fortunatamente arriva e allora dalla contemplazione passiamo all’azione. La suggestiva cornice del Lago di Braies, meta turistica che attrae più per la sua notorietà che per la libertà dei grandi panorami e dei grandi silenzi è solo una piccola parte degli imponenti scenari da assaporare.
Inizialmente avevo previsto un bell’itinerario di due giorni con varie possibilità di diversione, in ogni caso panorami e paesaggi montani a volontà. L’idea per il primo giorno era di salire per la Sella di Lavina Bianca, Forcella del Camosci e poi attraverso l’Alpe del Cavallo e forcella Cocodain sotto la piccola Croda Rossa raggiungere il Rifugio Biella per un bel percorso panoramico. Ma il rifugio è strapieno e non c’è posto per noi e il tempo è davvero incerto. Questo mi costringe a rivederere i piani assicurandomi un posto al Rifugio Sennes. 
Naturalmente tutte le velleità anche per il secondo giorno sono per ora messe in discussione: per l’Alpe di Sennes salita al Passo omonimo tra la Muntejela di Sennes e il Col de Ricegon per poi ritornare a Braies per la Val dei Larici e la Val Foresta. 
Intanto quello che conta per ora è che si comincia a salire e qualche spiraglio di azzurro ci rincuora. Entriamo finalmente nei Regno dei Fanes e delle leggende dolomitiche più celebri. 


Nonostante qualche timido raggio di sole, le nuvole sono in agguato e visto il tempo perso a parcheggiare e ad aspettare decidiamo di accorciare il giro in maniera di poter raggiungere il rifugio Biella con un po’ di margine di sicurezza. 
Iniziamo a salire dopo aver percorso la sponda ovest del lago lungo appunto il segnavia n.1 quello dell'alta Via, tra il Giavo Grande e le prime propaggini della Croda del Becco. Il sentiero sale tranquillo sulla pietraia tra i mughi regalandoci ancora belle viste sul lago e sulla val Foresta per poi infilarsi a strette e ripide serpentine nel canale del Buco del Giavo. La prima pioggia arriva al bivio del sentiero 1. Una sosta per riprendere fiato dopo la ripida salita e per decidere cosa fare. Da qui sempre per il sentiero 1 si può seguire il percorso più frequentato che sale sul fianco destro della Punta di Forno, raggiunge la Porta Sora il Forn e poi scende in pochi minuti al Biella. Intanto smette di piovere e rispunta seppur pallido il sole. Visto che abbiamo accorciato parecchio decidiamo di salire ancora per il Buco del Giavo per ricongiungerci al percorso originale dell’Alpe del Cavallo. 




Risaliamo la valletta ad imbuto tra larici e cirmoli fino al piccolo laghetto alpino del Giavo per poi salire con dolcissimi e piacevoli saliscendi le successive insellature delle gobbe del “Kaserbrand” fino al bivio con il sentiero 28 che scende da forcella dei Camosci. Davanti a noi il Giavo Piccolo e la Remeda Rossa.



L’ambiente è maestoso e bello, da lontano si vede la panoramica insellatura di forcella Cocodain sopra un bianco paesaggio di pietra. Seguiamo il segnavia per il rifugio Biella nr. 28 ma da qui in poi le cose si mettono maluccio. Le nuvole basse cominciano a scaricare acqua mentre noi, attrezzati a puntino, proseguiamo a testa bassa lungo il sentiero fino ad ora evidente e sempre ben tenuto. Dopo una prima tempestata di palline di ghiaccio la pioggia si calma, ma sale la nebbia che avvolge tutto quanto. Ci teniamo a distanza ravvicinata anche perché i bollini li vedi solo quando ci sbatti il naso sopra e il vento copre le nostre parole. Per alcuni tratti facciamo veramente difficoltà a trovare la via giusta e mi rendo conto che stiamo perdendo un sacco di tempo. Più del solito…..





A tratti la nebbia si dirada e ritroviamo il giusto percorso che sale tra le roccette in un ambiente di rara bellezza, aspro e selvaggio. Purtroppo non abbiamo la possibilità di gustare le grandi vedute e devo risparmiare la macchina fotografica visto che la pioggia ha ripreso di nuovo.





Finalmente raggiungiamo la sella dove comunque qualche bella vista sul laghetti Gran de Fosses riusciamo a catturare, ma è gran poca cosa rispetto a quello che normalmente si può gustare da quassù. Solo per pochi attimi si dirada la nebbia e quello che riesco a intravedere è il Picco di Vallandro. 





Però ci sono le stelle alpine, pieno zeppo di stelle alpine e questo ci rincuora. La sella Cocodain si apre tra il rosso promontorio della Remeda Rossa e le stratificazioni contorte del Monte Muro . Possiamo intravedere gli alpeggi della Munt de Sennes prima che un’altra breve tempesta di palline di ghiaccio ci obblighi ad allungare con la dovuta attenzione verso il rifugio Biella. Il percorso in cresta, ampia e prativa è in teoria molto panoramico ma oggi no. Ci vuole una mezz’ora ancora per arrivare al Biella che raggiungiamo ormai verso le sei di sera.




La Croda del Becco è avvolta dalle nuvole, ne riconosco il sentiero a serpentina che sale per poi perdersi nel bianco della nebbia. Al Biella ci siamo, anche se un po’ stanchi e decisamente provati, ma non avviliti. Procedere nella pioggia e nella nebbia ci ha fatto perdere un sacco di tempo però siamo contenti lo stesso. Dopo un bel succo di lampone speciale, visto la nebbia che è scesa ancora, evitiamo di perderci nel sentiero e scendiamo al Rifugio Sennes per la comoda e sicura strada sterrata. 



Nonostante il tempo riusciamo ad apprezzare la bellezza della lunare spianata dove sorge il rifugio Biella e la maestosa parete di dolomia della Croda. Il resto con rammarico non si vede, però finalmente si vede il Rifugio Sennes. 



Ora di arrivo 7.20, ci aspettano, avevamo avvisato del ritardo e i gestori gentilissimi ci accolgono. Praticamente gettati a terra gli scarponi e gli zaini divoriamo in successione: Minestrone d’orzo con erba cipollina e “cicin”, canederli al burro fuso, formaggio fuso con polenta e gulasch con patate al forno nautalmente il tutto innaffiato di sana birra schiumosa e fresca. Chissà domani le nostre gambe quanto reclameranno giustizia. Dopo una bella doccia calda, mentre Marisa si lascia portare da Morfeo e sogna giardini di rose montagne rivestite da raggi di luna, camosci e marmotte io scendo per una grappa al cirmolo. Poi esco fuori per una boccata d’aria e con sorpresa mi ritrovo sotto un cielo stellato con le sagome delle montagne avvolte dalla sera.


Riconosco i contorni della Croda Rossa e del più lontano Cristallo, uno spettacolo. La luna piena sopra il rifugio, giù al Lago la regina dei Fanes sicuramente è con la sua barca in attesa della speranza. Qui ci vuole un’altra grappa al Cirmolo. 



La mattina inizia nel segno del bel tempo e questo ci mette subito di buon umore. Il panorama dal rifugio Sennes è bello, sotto un cielo azzurro intenso, con le nuvole che disegnano dinamiche figure astratte le Dolomiti si fondono pallide con il loro colore bianco, anzi leggermente rosato, brillando al sole e i verdi pascoli dell’Alpe raccolgono il loro richiamo. 



Sullo sfondo ancora la Croda Rossa e il Cristallo, la punta delle Tofane e il gruppo del Sorapiss più lontano. Due marmotte giocano a rincorrersi nei prati. Lasciamo le immagini bucoliche per risalire la strada che dal rifugio Sennes porta al Munt de Sennes a gustar panorami. 



Non siamo sicuri di come sarà il tempo e la “lavata” di ieri potrebbe essere ancora in agguato tant’è vero che le nuvole danzano intorno al sole e lui fa una certa fatica a saltar fuori. Il risultato di ieri è che le cime più alte sono imbiancate di neve. La prendiamo con calma, anche perchè le gambe dicono la loro.


Così risalendo i dolci pascoli dell’Alpe di Sennes ci mettiamo in direzione di forcella Rio da Lato tra il Col di Ricegon e la Punta de la Quaira di Sennes. 



Stelle Alpine e Conturines (ah !...... le Conturines )ci accompagnano lungo il percorso mentre i pensieri abbandonano le variopinte lastronate della Croda del Becco! Dagli alpeggi ne possiamo notare la cima che si collega alla Piccola Croda e alla Quaira de Sennes. Lontano, ancora la Croda Rossa, Il Cristallo e le Tofane . 
Il tempo ha influenzato parecchio il nostro giro e i nostri buoni propositi. Anche oggi il sole viene coperto dalle nuvole e la temperatura è piuttosto frizzante. Siamo indecisi, ci piacerebbe salire al passo Sennes, da lì notevole è la vista sulle Conturines, su Sass de la Crusc, sul Sass dles Disc e dles Nu, ma la discesa in Val Cjastlins con la successiva risalita per poi scendere in Val dei Larici allungherebbe molto. 





Il paradiso naturale e di pace che ci circonda, i poco impegnativi saliscendi e la bellezza e tranquillità del luogo ci spingono verso la forcella più vicina e noi non opponiamo resistenza. Tutto con molta tranquillità. 
Arrivati alla forcella de Ricegon iniziamo a scendere nel canalone tra la Punta Quara e lo Seitenbach. Il sentiero si presenta subito in ripida discesa e piuttosto franoso.






La vista però dall’alto è spettacolare, tra strapiombanti pareti da una parte e rosse guglie dall’altra il grande ghiaione del Ciadin di Sennes ci accompagna giù nella parte bassa per innestarsi tranquillo nel basso bosco di mughi. 





Il sentiero che costeggia a tratti il Rio Fosco, dopo averlo oltrepassato, giunge in Val Foresta nei pressi della malga Grunwald. Da lì ci si innesta nella strada forestale che porta al lago ahimè nel frastuono dei turisti. Dietro di noi le punto di Riodalato, mentre davanti appare il ghiaione della lavina Bianca che avremmo dovuto salire all’andata.



Uno sguardo e un saluto alla Croda del Becco e ai suoi mille metri di parete dalle acque del lago. Ultima visione di questa escursione, facile, varia e ricca di soddisfazioni. Nel bel mezzo della stagione turistica siamo riusciti ancora una volta ad apprezzare l’ambiente alpino, naturale, vicino ma lontano dal caos del fondovalle. Avrei voluto fare qualche diversione in più, ma sicuramente lo stesso non ci è mancato l’abbraccio della montagna. E di questo ne siamo sempre contenti. 
Consumiamo il rito abituale della birra in un piccolo locale verso Ponticello lungo la valle che porta a Pratopiazza, poi giù, verso casa, anzi prima facciamo un salto da Nives nel suo paesino di Oltris di Ampezzo. 
Contenta di vederci mentre sorseggiamo un buon caffè con la naturalezza e l’innocenza degli anziani, che poi sono come i bambini ci dice che forse da mercoledi, massimo giovedi arriverà il bel tempo. Benedetta Nives. Oggi cos’è? Martedi? Mi verrebbe voglia di farle una carezza ma non ci arrivo . 

14 commenti:

  1. Veramente peccato per il tempo anche se c'è una suggestione particolare nelle foto. Bel giro e...bella "cenetta" al Sennes!;) ciao cari

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  2. giovanni writes:gia' quella paretona a strapiombo e' una vera meraviglia.belle cose, mandi luca e marisa

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  3. ho dei bellissimi ricordi...!!! e tu me li hai fatti rivivere GRAZIE...mandi, mandiFabio

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  4. Originally posted by frivoloamilano:frivoloamilano # 22. August 2010, 10:23
    Veramente peccato per il tempo anche se c'è una suggestione particolare nelle foto. Bel giro e...bella "cenetta" al Sennes!
    ciao cari

    e non dimenticare la grappetta al cirmolo.
    :D
    Ciao

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  5. Originally posted by anonymous:giovanni writes:gia' quella paretona a strapiombo e' una vera meraviglia.belle cose, mandi luca e marisami spiace per il tempo ma la vista della parete dal lago è magnifica !

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  6. Originally posted by Highlanders:Fabio # 22. August 2010, 23:40
    ho dei bellissimi ricordi...!!! e tu me li hai fatti rivivere GRAZIE...
    mandi, mandi
    Fabio

    Penso che di fronte ad un ambiente del genere i ricordi siano indimenticabili. Grazie a te per il commento. :up:

    mandi,mandi

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  7. Luca l'Alpinauta writes:il "cattivo tempo" vi ha regalato scorci di solitudine invidiabili

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  8. Originally posted by anonymous:Luca l'Alpinauta writes:il "cattivo tempo" vi ha regalato scorci di solitudine invidiabiliCosa tocca fare per stare un pò in pace.......:)

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  9. Mancava solo che arrivavi in rifugio ed ordinavi acqua :lol: magari con ghiaccio

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  10. Originally posted by lor74cas:Lorenzo # 24. August 2010, 09:07
    Mancava solo che arrivavi in rifugio ed ordinavi acqua
    magari con ghiaccio

    :p :p :p Mi immagino la scena: " vorrei dell'acqua fresca con ghiaccio" - " torni pure fuori allora". :D

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  11. Spettacolo!Se o cjali masse chist biel blog mi ven une vore di nostalgje dal Friûl :(Mandi!

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  12. Originally posted by edoardos:Spettacolo!Se o cjali masse chist biel blog mi ven une vore di nostalgje dal Friûl Mandi!Mandi Edoardo. quant che tu tornis a Cividat riquarditi di un girut sui monts dal Friul. Un salut da Borc di Puint vincitor del Palio.Ciao

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  13. giovanni writes::-O, poi questa... vi conoscete?

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  14. Originally posted by anonymous:giovanni writes::-O, poi questa... vi conoscete?Beh diciamo virtualmente? Entrambi abbiamo un po a che fare con Cividale :) :) :) e poi dopo Lorenzo "taccuino di montagna" è stato il secondo contatto su myopera!

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