Un desiderio che sarà solo un sogno: l’alta via dei Silenzi, una grandiosa traversata dalle sorgenti del Piave a Vittorio Veneto. Un lungo percorso solitario tra guglie e pinnacoli, tra valli e pascoli, lontano dalla folla ad ascoltare i silenzi delle montagne più belle. Intanto per oggi ci accontentiamo di percorrerne un tratto, uno dei più belli di questo magnifico percorso, il tratto dei Monfalconi e degli Spalti di Toro, dal Rifugio Pordenone per la Val Monfalcon di Cimoliana fino al Bivacco Marchi-Granzotto con discesa in Val Monfalcon di Forni e Val Meluzzo. Solitari, in silenzio.
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Non è proprio presto quando arriviamo al parcheggio della Val Meluzzo, ad una decina di minuti si trova il Rifugio Pordenone, punto di partenza del nostro racconto di oggi. La Val Meluzzo si apre di fronte a noi e sembra scomparire nei controluce dei raggi del sole che creano quinte e giochi di ombre con i bastioni rocciosi e boscosi. La montagna si è già svegliata ma indugia ancora sotto il torpore velato della mattina.
Passiamo per il rifugio per un saluto al gestore. Naturalmente sono previsti temporali per il pomeriggio ma per il resto nessun problema. Raggiunto in breve il raccordo che sale dalla Val Meluzzo affrontiamo il canalone della Val Monfalconi di Cimoliana. Il sentiero risale su ghiaie il ripido e interminabile fiume di pietre tra rada vegetazione di mughi e fioriture pioniere mentre sopra di noi sovrastano guglie, torri e pinnacoli.
Il sentiero di per se è abbastanza monotono se non fosse per la bellezza delle viste verso valle. Dietro di noi infatti si aprono la Val Postegae e la Val Sciol de Mont che salgono su fino al Monte Ferrara, alle cime Postegae e al Monte Pramaggiore.
E’ bello camminare in silenzio e scoprire man mano che si sale come si sviluppa la valle, come è il susseguirsi di sipari modellati dalla natura, come cambia la vegetazione, ora prevalentemente di mughi, come salgono ripide le pareti sopra i ghiaioni e gli impluvi, come migliaia di guglie sembrano fare da puntello alle nuvole che cominciano a formarsi preannunciando come sarà la giornata. Appena la valle piega verso nord spuntano lontane le spettacolari forme della cresta del Leone. Sono lontane ma non abbiamo fretta.
Mughi, rododendri in fiore ci accompagnano per un po’ fino alla confluenza del sentiero 360 che scende da forcella Cimoliana. Da lì in poi il mugheto lascia progressivamente posto ai larici e a fioriture di camedrio e pulsatilla. Qua e là ancora garofanini e silene e ancora silenzio.
Un bel tratto di verde pascolo che si sormonta rasentando i ghiaioni ci porta finalmente nel catino glaciale superiore racchiuso tra la Cresta del Leone, il Monfalcon di Cimoliana, la cima Veronica e la punta Koebel.
Ci troviamo ora nell’alta valle, nel suo tratto terminale, nel Cadin di Cimoliana. Uno sguardo indietro, uno spettacolo di pareti sopra i ghiaioni che raccolgono i detriti friabili di queste montagne, in mezzo i verdi tratti della valle. Un bel posto niente da dire.
Fino ad ora due persone, molte di più sicuramente nella valle adiacente, quella del famoso campanile simbolo incontrastato del parco. L’ambiente comunque ha un grandioso fascino, simile, anzi forse di più delle dolomiti firmate. Per scendere in Val Monfalconi di Forni si passa per la Forcella del Leone e non ci resta altro che risalire le tracce di sentiero sul ghiaione e poi alla base della parete della Cresta del Leone.
Alla forcella, di fronte allo spettacolo che ci si para davanti, facciamo una lunga sosta. Il Torrione, la cima del Monfalcon di Forni e poi giù a chiudere la conca le Cime dei Pecoli e la Cima Barbe. Una serie di sentieri apparentemente impercorribili salgono alle forcella di Las Busas e del Cason. A sinistra imponente il Monfalcon di Cimoliana.
Forse questo è uno dei tratti più suggestivi dell’Alta via dei Silenzi e il nome stesso evoca tutta la bellezza e la grandiosità dei luoghi giustamente riconosciuti: gli Spalti di Toro e i Monfalconi. La fatica della salita si sente tutta ma è ripagata e ne siamo soddisfatti. Con l’anima riempita di tanta bellezza e con un po’ di attenzione scendiamo il ripido canalone che dalla forcella precipita nella conca lunare della Val Monfalconi di Forni.
Attraversiamo il paesaggio per raggiungere il Bivacco Marchi-Granzotto posto dal 1989 su un pulpito roccioso lontano dalla vecchia posizione dove fu spazzato via da una valanga. Tra tappeti di camedrio e campanule scendiamo quindi le pendici erbose che seguono il primo tratto ripido del canalone e in poco tempo siamo al bivacco per un'altra lunga sosta.
Le nuvole basse portatrici di pioggia avanzano spettrali tra le guglie mentre verso est, ancora illuminato dal sole possiamo ammirare il grande panorama sulla Valmenon con la conca di Campuros e con la Val Brica dove appare evidente la forma inconfondibile del Muss di Brica.
La solitudine e il silenzio si impadroniscono del momento facendoci fare un pò tardi ma veramente non te ne accorgi.
La discesa lungo le pendici erbose ci porta a due sottostanti successive conche dove è possibile trovare bellissime fioriture di genziane di Froelich e Camedrio che poi lasciano il posto ad un bel mugheto.
Il cielo è ormai coperto e uno sguardo indietro ci fa capire che ormai il tempo è cambiato e come previsto, dopo i tuoni del temporale inizia a piovere bene. Protetti dagli indumenti antipioggia .....che fanno sudare tanto da pensare che è meglio piuttosto prendersela tutta, scendiamo con pazienza i salti rocciosi delle piccole valle sospese per poi inoltrarci nel ripido bosco di faggi e lecci dove con un bel sentiero a strette serpentine raggiungiamo stancamente il fondo della Val Meluzzo. Il bosco si dirada nella radura della casera dei Pecoli dove si imbocca la Valle.
Abbiamo fatto tardi, sono quasi le sette di sera. Non ci resta che compiere il tratto finale, la lunga e pianeggiante Val Meluzzo seguendo le tracce e gli ometti.
Poi il siparietto finale, quello che veramente ci ha fatto arrivare con il buio. Mentre imbocco il sentiero della Val Meluzzo vengo raggiunto da un Muss ( il famoso Muss di Brica!!) che mi si para davanti bloccandomi la strada. Fermo impassibile mi guarda con due occhioni neri, immobili. Sul momento non capiamo lo strano atteggiamento, lo accarezzo un pò con timore ma lui non si muove di un millimetro. Poi dall'altra parte della valle dei rumori e allora comincio a capire: il mulo è in cerca di aiuto. Certo è tardi e comincia a fare buio, lo lascio perdere ma lui mi sorpassa di nuovo e si pianta davanti, gli occhi mi dicono che ha bisogno di noi. Beh, sorrido e penso che a volte è più facile che un asino si faccia capire piuttosto che un uomo capisca qualcosa.
Marisa mi dice di andare a vedere cosa sono i rumori e così scopro che un altro mulo più giovane è in difficoltà lungo un pendio detritico che scende sull'acqua del torrente. Capisco che ha paura dell'acqua!!!!
Insomma alla fine mi tocca guadare il torrente, raggiungere il mulo e per le briglie tirarlo di qua pian pianino. I due muli si ricongiungono e felici si fanno le feste.
Convinti di aver trovato nuovi amici ci seguono per un pò per ringraziarci poi se ne vanno saltellanti mordendosi reciprocamente la criniera. Intanto noi arriviamo stanchi e doloranti all'auto con il buio.
La Valle è silenziosa, il cielo nuvoloso e le ombre scure e boscose dei monti ci avvolgono e i colori del giorno si fondono in uno solo, quello della sera.
Davvero il silenzio ci ha accompagnato per tutto il giorno, un paio di persone, i cellulari isolati . Solo il rumore del vento e del bosco, quello che io chiamo il silenzio della natura. Le montagne che sbarrano il rumore, il bosco che ti protegge. Nella conca del bivacco e sulla forcella si sente la presenza delle affilate guglie, della montagna dell’alta quota selvaggia di una bellezza a dir poco unica. Questa tappa dell’Alta Via dei Silenzi è senz’altro una delle più belle e ne abbiamo percorso le tracce per sognare un desiderio.
Per ringraziarvi potevano darvi un passaggio fino all'auto :-)
RispondiElimina"Se mi fosse dato di vivere senza la possibilità di sognare e di lottare per un sogno, bello quanto inutile, sarei un uomo finito" (G.Gervasutti).Davvero una bella tappa di un'Alta Via che non ha certamente tutte le "facilitazioni" delle Alte Vie Dolomitiche. E' proprio questo il suo fascino. Un bel sogno che per un "pezzetto" è diventato realtà. ;)
RispondiEliminaOriginally posted by lor74cas:Lorenzo # 12. August 2010, 08:08
RispondiEliminaPer ringraziarvi potevano darvi un passaggio fino all'auto :-)
:lol: :lol: :lol: Si Si a mo di armata Brancaleone!!!
Originally posted by frivoloamilano:"Se mi fosse dato di vivere senza la possibilità di sognare e di lottare per un sogno, bello quanto inutile, sarei un uomo finito" (G.Gervasutti).Davvero una bella tappa di un'Alta Via che non ha certamente tutte le "facilitazioni" delle Alte Vie Dolomitiche. E' proprio questo il suo fascino. Un bel sogno che per un "pezzetto" è diventato realtà. Già, uno dei "pezzetti" più belli. Solo una tappa però .....;) Ciao
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