Lo Jof di Sompdogna. Una montagna di storia dove si respira l’aria eterna delle Alpi Giulie. Nonostante la nebbia di oggi che ci ha impedito di godere delle grandi pareti del Montasio, ne abbiamo sentito l’incombente presenza. Dove oltre il grigio si fa più grigio ancora, lì c’è la Cresta dei Draghi, lì c’è la Nord del Montasio.
Non riusciamo a vederla ma sappiamo che c’è e a tratti, quando l’ombra appare sembra travolgere il silenzio.
Lo Jof di Sompdogna. Una montagna di storia dove si respira l’aria eterna delle Alpi Giulie.
Quando siamo sulla cima, in mezzo alle pietre delle trincee che tacciono da oltre novant’anni il silenzio della nebbia incombe e se lo sai ascoltare in solitudine ti sembra di sentire ancora il rombo dei cannoni che sfasciano le montagne da una parte e dall’altra.
Oggi al nostro arrivo non c’è nessuno, ascolta è la montagna che parla.
Solo per un momento si apre il cielo verso la verde Sella Sompdogna. Lo spartiacque tra la Val Dogna e la Val Saisera si illumina di raggi di sole, anche verso valle qualcosa si vede ma solo per poco . Le grandi montagne no, quelle oggi sembrano indifferenti ai nostri desideri. Eppure salendo la strada dei Chiouts con i suoi tornanti a picco sugli abissi, ad ogni svolta ci ha regalato le preziose viste dell’impossibile. La grande parete del Montasio con la Clapadorie, la forca dei Disteis, del Vandul , Il Monte Cimone.
Le Giulie sono lì a fare da guardiano della storia. Storia di vita e di speranza , storia di guerra e morte , storia di cacciatori e di alpinisti. Ascolta, è la montagna che parla.
Successioni di nomi si mescolano nelle nostre menti mentre saliamo dalla Sella per il bosco tagliando fuori per ora il rifugio Grego, quello di Renato, quello che apre nei fine settimana di inverno il rifugio per far rivivere la montagna e il suo incanto. Torre Palizza, Cima Verde, Foronon, Pesamosca, Kugy, Piussi, Cime Castrein, Jof Fuart, nomi che si rincorrono e che si accavallano mentre saliamo le rapide svolte nel bosco, traversando sotto le rocce per salire in vetta. Percorso breve nella nebbia e nei mughi.
L’ultima volta che siamo stati da queste parti era il 2008, l’anno del novantesimo della fine della grande guerra e l’anno del 150 della nascita di Julius Kugy. Alpi Giulie, montagne di storia.
Mentre scendiamo lungo la linea delle trincee in direzione del foran de la grave diretti allo storico Bivacco Stuparich il cielo sembra aprirsi, ma è solo un attimo, oggi purtroppo sarà così. Si intravede la Torre Alba e poi più giù quando attraversiamo la parte alta della fossa di Canizza ai bordi dei resti di nevaio le sagome incomplete della Torre Carnizza, della Torre Amalia e più in là, ormai in vista del bivacco la Torre Palizza e la Cresta Berdo. Intanto però qualcosina si vede, sopra l’alta Spragna finalmente spuntano il grande Nabois, la cima de lis Codis e le Castrein.
Il bivacco Stuparich è molto ben tenuto, sembra un piccolo rifugio, un corridoietto, una piccola sala con un tavolo giropanca, una dozzina di letti a castello e poi molto ben attrezzato. A parte l’invadenza di un gruppo di escursionisti chiassosi che si è impadronito del bivacco più o meno sia dentro che fuori, troviamo una persona dedita ai lavori di sistemazione e riparazione, discreto, silenzioso, che sembra far parte stessa dell’ambiente, tutt’uno con la montagna.
E’ li per fare lavori, per mantenere in ordine il bivacco una volta opera del mitico Mauro Conighi , l’Orso della Val di Suola. Noi ci sistemiamo di fuori, sulle pietre per gustarci quel pochino di pace che si può godere da questo pulpito sopra la Val Saisera.
Ci incuriosisce l’uomo, sento che è la montagna che parla e così con discrezione chiedo qualche indicazione sul sentiero Chersi. Snocciolo un po’di nomi, qualche cima, qualche sentiero e allora vedo che cambia espressione:
“ vedi quelle macchie gialle sopra quella colata nera su quella parete?” “Si, quella è la cresta Berdo” gli rispondo. “Quella macchia nera ha l’aspetto di un occhio e la colata sembra una lacrima che cade dall’occhio, là passa la via Rimmel, che poi sale lungo il diedro” “ Ci saranno un sacco di vie da queste parti“ dico io. “ Quella l’ho fatta io e ha passaggi di VII grado”. Io e Marisa ci guardiamo, alla faccia dell’omino anzianotto e laborioso!!!!! .
Continua per un po’ a parlare di Alpi Giulie, con tono rilassato e tranquillo, mentre noi ascoltiamo la sua voce calma e distesa, lontano dal gruppo chiassoso. E’ un piacere stare ad ascoltarlo mentre ci racconta tante cose. Penso ancora una volta che è la montagna che parla e oggi nascosta dalle nebbie ha voluto a modo suo farsi vedere e sentire lo stesso. Quando parla guarda in su e lo sguardo verso le pareti di roccia la dice lunga. A proposito di cognome fa Piemontese, che nelle Giulie ……(Via Rimmel)
Una cordiale stretta di mano, e ci lasciamo con vero piacere.
La traversata dal Bivacco Carlo e Gianni Stuparich al Rifugio Grego la affrontiamo con serenità, consapevoli che anche oggi abbiamo portato a casa qualcosa. Dalla base della cresta di Mezzo del Montasio un sentiero ripido scende tralasciando la traccia proveniente dallo Jof di Sompdogna. Sotto la parete nord del Montasio scendiamo nella Fossa di Canizza e tra radici e pini mughi raggiungiamo la base di una parete rocciosa dove il sentiero per aggirarla si abbassa un po’ per poi faticosamente risalire all’interno del bosco e raggiungere il rifugio Grego il tutto in circa un’oretta e mezza.
Una buona birra e una buona fetta di Strudel mentre ammiriamo le montagne. Dopo un po’ se ne va anche l’ultimo escursionista e stiamo lì a guardare in silenzio.
Ascolta, è la montagna che parla, della sua storia....delle sue storie.
giovanni writes:ehhh...
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:giovanni writes:ehhh..cos'era ? un sospiro? :)
RispondiEliminagiovanni writes:sgrunt, si e' mangiato un pezzo:ehhh.. il zîr dal jof mi plâs une vore
RispondiEliminaChe devo dire. I giri con le nebbie a me piacciono di più di quelli con il cielo azzurrissimo....e le foto sono belle anche con il cielo grigio.Intorno all'11^ foto Marisa "svolò". Ciao
RispondiEliminaOriginally posted by lor74cas:Lorenzo # 9. September 2010, 17:07
RispondiEliminaIo voto per i cieli azzurri e qualche nuvoletta bianca a dare profondità
Che tempaccio, come voi tutti avrete intuito sono in ferie, in quanto il meteo è pessimo, come sempre quando sono a casa
Allora avvisaci quando torni a lavorare :D
Originally posted by frivoloamilano:frivoloamilano # 9. September 2010, 15:45
RispondiEliminaChe devo dire. I giri con le nebbie a me piacciono di più di quelli con il cielo azzurrissimo....e le foto sono belle anche con il cielo grigio.
Intorno all'11^ foto Marisa "svolò".
Ciao
Veramente siamo andati perchè volevamo gustarci il Montasio da vicino, non solo il formaggio però.
Di pure a Marisa che sono volato anch'io domenica però nell'erba ;)
Mandi
Originally posted by anonymous:Anonimo
RispondiElimina# 9. September 2010, 07:41
giovanni writes:
sgrunt, si e' mangiato un pezzo:
ehhh.. il zîr dal jof mi plâs une vore
ah ecco !
:D
Io voto per i cieli azzurri e qualche nuvoletta bianca a dare profondità ;) Che tempaccio, come voi tutti avrete intuito sono in ferie, in quanto il meteo è pessimo, come sempre quando sono a casa :troll:
RispondiEliminadevo essere sincero quasi, quasi, preferisco la montagna così come l'hai trovata...senza sole talvolta mi sembra di far parte di essa...mmmm però se c'è il sole si vede qualcosa di più...mandi, mandiFabio:rolleyes:
RispondiEliminaOriginally posted by Highlanders:devo essere sincero quasi, quasi, preferisco la montagna così come l'hai trovata...senza sole talvolta mi sembra di far parte di essa...mmmm però se c'è il sole si vede qualcosa di più...mandi, mandiFabio:rolleyes: Quando c'è il sole puoi godere degli spazi visivi e dei bei paesaggi, con la nebbia però se vuoi li puoi immaginare tu. Penso che vadano bene entrambi:up:Mandi,mandi
RispondiEliminaLuca l'Alpinauta writes:eh! i vecchietti terribili!!!!!!
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:Luca l'Alpinauta writes:eh! i vecchietti terribili!!!!!!vorrei arrivare lì per poterlo dire :)
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