lunedì 19 luglio 2010

CIMONE DEL MONTASIO : per la Via Normale..... un pò Sottosopra

Flavio e Luca 17 Luglio 2010




“In imponente grandezza, maestà e mole il Cimone si eleva alto su tutto il gruppo che porta il suo nome” ( V. Dougan)

...



Quando ho proposto all’amico Flavio la salita al Monte Cimone, nel gruppo del Montasio, subito ha acconsentito volentieri e così abbiamo organizzato questa bella escursione. 
“ ore 7.00 appuntamento Alpi Giulie” messaggio del Frivolo per sabato. Mi sono alzato a preparare tranquillo le mie cose. Per dir la verità alle 6.30 ero già bello che pronto e pensavo di essere in anticipo per cui me la son presa comoda. Per caso dalla finestra vedo che Frivolo è già arrivato, anche lui in anticipo e allora un saluto, una stretta di mano e via si parte per Sella Nevea. Poco più tardi delle otto siamo già in cammino dalle Malghe del Montasio in direzione della Via Alta, un bel sentiero che dall’altipiano scende a Patoc costeggiando tutta la dorsale del Monte Zabus, del Pizzo Viene e del sotto gruppo del Cimone. 


L’inconfondibile sagoma del Re Montasio si eleva massiccia e conosciuta. Camminiamo sulla strada delle Malghe ammirando le sue forme illuminate dal torrido sole che cerca in tutti i modi di bucare la foschia creata dalla già impietosa calura. 


Il gruppo del Canin è avvolto e in forte controluce però riusciamo a distinguere ugualmente tutta la cresta, dal foro del Monte Forato giù, giù fino al Monte Sart. Ma indubbiamente l’attenzione verso il Montasio è magnetica. Anche senza parlare sono sicuro che tutti e due lo stiamo guardando. Quante volte ti ho visto? Eppure ogni volta ne resto colpito.
“ Il Montasio è il più grande, il più possente …… e quando appare non si ricorre alla carta per identificarlo, è lui non c’è dubbio, è il Montasio “ (G. Kugy). 
Dalla Forca dei Disteis si sviluppa la cresta dei Curtissons e del Monte Zabus, per ora nascosta alla nostra vista si apre la forca di Vandul oltre la quale, dietro le ripide rocce del Pizzo di Viene spunta la sagoma del Monte Cimone, la nostra meta. 



Il sentiero della Via Alta ci accompagna per circa un’oretta tra una chiacchiera e l’altra, per lunghi tratti pianeggianti immerso nel bosco. Ogni tanto qualche apertura ci consente di guardare al di là, sull’altro versante della Val Raccolana. 
Il Livinal di Vandul inizia dove il sentiero 621 incrocia il 640. Da lì in poi sappiamo che si comincia a salire ripidamente e sappiamo anche che dobbiamo fare i conti con il sole e la temperatura afosa di oggi. un'altra oretta però stavolta in decisa salita lungo un sentiero che, tra erbe e sassi, a strette svolte ci porta su, sotto il sole, attraversando i primi conglomerati di rocce scavate dal tempo, verso la stretta forca di Vandul che divide il Monte Zabus dal Cimone. 



A passi regolari, con qualche sosta obbligata dalla calura raggiungiamo l’intaglio tra le strette pareti di roccia. Sembra l’ingresso che divide due mondi diversi, da un parte le verdi discese meridionali, dall’altra le verticali pareti di roccia che precipitano spaventosamente profonde verso lo Sfonderat, verso il fondo della Val Dogna. 


Verde e grigio, paradiso e inferno e sopra il cielo. 


Facciamo un bella e lunga sosta mitigata da fresche folate d’aria che ci ricaricano un pò prima del tratto attrezzato che ci porta sulla cresta del Pizzo Viene che era già ben visibile da sotto. La parete di un centinaio di metri tra roccette ben appigliate è divertente e termina su una cengia erbosa che porta a scavalcare il Pizzo Viene che si protende come uno sperone di roccia sulla Via Alta. 




Dall’altra parte prende forma il Cimone che si erge sopra la conca sospesa della Viene. 




Un percorso davvero apprezzabile e guardando Flavio vedo che è contento e procede entusiasta lungo il sentiero. Come me d’altronde, specie quando comincia a farsi vedere la sagoma maestosa del Montasio dal suo lato migliore. Da dietro le pareti dello Zabus, oltre i Curtissons e la forca dei Disteis si intravede prima la Torre Carnizza e la Torre Amalia e poi tutta la Cresta dei Draghi e infine sopra i precipizi della Clapadorie, l’intera, grande, immensa parete del Montasio. Viste da mozzare il fiato. 


Già ampiamente gratificati decidiamo per una sosta al Bivacco del Torso per una firma sul libro e per decidere cosa fare. La vetta del Monte Cimone è per ora avvolta dalle nuvole e il cielo verso nord non è molto rassicurante. Guardo la parete che si slancia con una ripida e affilata cresta sopra la leggera insellatura della Viene. Un primo tratto di sentiero sale a filo della cresta per poi sparire tra le rocce. 


Cerchiamo di capire per dove si sale in cima. La ripida parete sud appare come un sovrapporsi di lastroni di roccia e di certo la vista da lì non ci aiuta. 


Rapida intesa, l’unica è andare a vedere, poi nel caso il tempo dovesse peggiorare torneremo indietro. A dir la verità si rivela poi abbastanza facile. Delle tracce abbastanza evidenti si sviluppano lungo i ripidi pendii tra gradini erbosi e roccette scegliendo i passaggi più convenienti e l’unico pericolo riscontrato è stato quello di evitare una bella viperona del corno sul sentiero prima della sella che impassibile ci precedeva incurante di noi. Il risultato è stato che nonostante il ripido entrambi avevamo un certo timore a cercare appigli per le mani tra le rocce e l’erba!!!. 



Dopo il tratto ripido necessitiamo ancora di una sosta per recuperare sostanza. Il caldo di oggi è davvero micidiale e bisogna fare con calma. Poi il tempo si è messo meglio e allora non c’è tutta quella premura. 
Un ultimo tratto dove il sentiero si appiana un po’ e accompagnati da un bel gruppo di stambecchi siamo in cima.



La Madonnina, la foto ricordo e finalmente il giusto premio per la fatica: un giro su noi stessi a 360 gradi ad ammirare le Alpi Giulie. Ci stringiamo la mano contenti. 
Che bella montagna il Cimone. 
La discesa la affrontiamo sereni e sicuramente gratificati, distratti continuamente dall’immensità dei panorami, dagli stambecchi, dalle numerose incredibili fioriture. 





La luce è cambiata, si è aperto un po’ il cielo e le pareti di roccia sembrano acquistare vita e noi ancora ad ammirare il Montasio e il suo altipiano, scendiamo fino a raggiungere di nuovo il breve tratto attrezzato che ci riporta alla Forca di Vandul. Da qui in poi si potrebbe dire che i pericoli sono terminati. 



L’unico vero ora è l’acqua che non c’è più, finita già da un po’. Il sole scalda ancora terribilmente, come già da parecchi giorni ormai e forse l’ho un po’ sottovalutato. 
Quando arriviamo dopo un paio d’ore alle Malghe mi attacco ad una fontana come un dromedario sotto gli sguardi preoccupati prima e divertiti poi, di Frivolo. Confesso di aver avuto qualche problema "idrico".
Il rito finale della birra si consuma al rifugio Julia. La faccia baffuta del Frivolo esprime soddisfazione e i suoi occhiali scuri riflettono la stessa soddisfazione nella mia.


Possiamo ritenerci contenti, una gran bella Via Normale, magari un po’ Sottosopra però è stata una bella giornata. E sono sicuro che anche il Frivolo la pensa così


(alcune foto sono state scattate da Flavio Molinaro)

9 commenti:

  1. Con caschetto e cordino, bravi, non bisogna mai sottovalutare anche se breve quel tratto attrezzato.3lt = 3kg se ne portavi 4 1 litro lo sudavi solo per il peso dello zaino :D , mi sa che più di 3 non è il caso.

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  2. Originally posted by lor74cas:Con caschetto e cordino, bravi, non bisogna mai sottovalutare anche se breve quel tratto attrezzato.3lt = 3kg se ne portavi 4 1 litro lo sudavi solo per il peso dello zaino , mi sa che più di 3 non è il caso.Visto che c'erano,li abbiamo usati. Nello zaino mica servono. Se avessi portato 4 litri li avrei finiti tutti ugualmente e forse anche prima. Secondo me invece bisogna portare meno peso nello zaino davanti :lol: :lol: :lol:Mandi

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  3. Dirupi di Larsech, Dirupi di Larsech...tiè :devil: :devil:e mangia meno bruschette! :D

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  4. Originally posted by frivoloamilano:Dirupi di Larsech, Dirupi di Larsech...tiè e mangia meno bruschette! qui c'è qualcuno che rivolta il coltello nella piaga? :mad: verdurine, mozzarelline , pomodorini ecco cosa penso, al massimo qualche fetta di melone, altrochè Dirupi di "Lard"sech conditi con una punta della Vallaccia. :p p.s. non sprecarti a mandare sms da cima Scalieret che non c'è segnale e comunque terrò il telefonino spento :cheers: Ciao e divertitevi :up:

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  5. mi sono riguardato sulla cartina il giro che avete fatto, davvero molto bello, a dirla tutta è un po' che tengo tra le mani la cartina "Sulle orme di Julius Kugy" sto cercando di realizzare seriamente un trek di più giorni, magari fra qualche anno...spero il prima possibile...ah!!! il tempo com'è tiranno...il Triglav non me lo sono dimenticato...!!!mandi, mandiFabio

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  6. Ciao Fabio Anche a me piacerebbe conoscere un pò di posti dalle tue parti!.In ogni caso il Triglav aspetta .....son tanti anni che aspetta :D Mandi Mandi

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  7. giovanni writes:che birbanti!!!ciao luca

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  8. Originally posted by anonymous:giovanni writes:che birbanti!!!ciao lucaMandi Giovanni, a parte il caldo ci siamo divertiti . :D come va la schiena ?

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  9. giovanni writes:ci son state un po' di recidive e cosi' i tempi si sono dilatati. venerdi', finalmente, avro' l'esito della risonanza. sperin ben ;). grazie.

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