giovedì 5 marzo 2009

SENTIERO RILKE: un quadretto impressionista dove si fondono assieme la roccia, la vegetazione e il mare.

Keti e Roberto,Michelle Marisa e Luca domenica 1 marzo 2009


Un tempo questo sentiero era conosciuto come Passeggiata Duinese. Il suo nome attuale è stato dato in onore al poeta ermetico praghese Rainer Maria Rilke (1875-1926), che soggiornò al castello di Duino nel 1911 e 1912. Sembra che il poeta, durante una passeggiata lungo la costiera tra Duino e Sistiana, in una giornata di gelida Bora, abbia avuto l’ispirazione per i primi due versi delle Elegie Duinesi, che portò poi a compimento nel 1922.

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Una domenica un po’ diversa dalle solite. Una piacevole gita fuori porta con gli amici Roberto e Keti e la nostra “piccola” Michelle.


Senza grandi velleità e in stile andamento lento percorriamo il sentiero Rilke che si sviluppa dal Castello di Duino a picco sul mare fino alla baia di Sistiana .
Un paio di chilometri appena da assaporare tutti con calma a respirare l’aria di primavera proveniente dal mare sulle rocce carsiche che ne caratterizzano il paesaggio.


Il sentiero si snoda comodamente tra stupende piante di olivo selvatico , querce e lecci. Uno stupendo succedersi di continui belvederi con piacevoli sguardi sul Castello di Duino, sul mare, sulla spiaggia e il piccolo porto della Baia di Sistiana.


Si mantiene con leggeri saliscendi ad un paio di centinaia di metri sul mare per scendere poi nel suo tratto finale fino alla piazzetta dove sorge l’Azienda di Soggiorno. Passeggiando con calma, tra un discorso e l’altro, la tranquillità dei luoghi ci invita a numerose soste ad ammirare i paesaggi suggestivi e le falesie tipiche dei luoghi. La giornata è tiepida e si sta bene ma la foschia non ci consente di spaziare con la vista verso il mare.



Il cielo grigio si fonde con la calma piatta mascherando i contorni dell’orizzonte. Nelle belle giornate la vista ci regalerebbe visioni sulla laguna di Grado, sulle Prealpi e oltre fino alle Dolomiti e poi ancora sui profili delle coste dell’Istria. Con il sole che riflette i suoi raggi sulle onde sarebbe magnifico.


Nonostante la giornata non splendida, comunque riesco a raccogliere delle buone sensazioni che mi accompagnano per tutto il percorso, una composizione magnifica della natura che riesce a fondere assieme la vegetazione, con il mare e la roccia. Un peccato per i colori che mancano un po’ di vivacità ma comunque particolarmente piacevole. Così come la compagnia.
Nel mare calmo piccole scie restano impresse a lungo dal lento percorrere di qualche solitaria vela, in cielo giovani gabbiani in volo portati dalla brezza leggera, dietro di noi il Castello di Duino in magica posizione sulle rocce e la rigogliosa vegetazione ai cui margini scorre il sentiero.


Una pausa, una giornata tranquilla, terminata in Slovenija in quel di Kozina con un bel pranzo tipico da Mahnic anche stavolta a gustarci della buona birra artigianale .
Contenti del bello se pur breve percorso e della piacevole compagnia siam pronti per riprendere a consumare le suole degli scarponi.



La rocca di Duino
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Si racconta che, un tempo ormai lontano, una splendida ma superba dama vivesse nel castello. Tale era la sua alterigia che, quando, nella basilica, il patriarca di Aquileia la costrinse a velarsi il volto per rispetto a Dio , ella indispettita decise di vendicarsi del torto subito.
Allora chiamò uno scultore affinché scolpisse il suo bel viso, senza veli, sulla roccia della scogliera proprio in direzione di Aquileia.
Ma quando l'opera fu finita ci si accorse che essa rappresentava solo l'effigie di una dama velata. Nessuno fu mai in grado di portarla a termine
e tale rimase come testimonianza della punizione del Cielo per la superbia della dama.
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2 commenti:

  1. Silenzi d'Alpe writes:

    L'altra storia sul Castello di Duino è quella della Dama Bianca. Secondo la leggenda una gentildonna medievale fu gettata dal marito proprio dalla torre del castello a causa, presumo, di un qualche dissidio coniugale. La poverina, che vestiva sempre di bianco venne trasformata in una roccia prima di infrangersi al suolo e si dice che ancora oggi si può ascoltare di notte il suo grido disperato durante la caduta.ciao a presto sui ns Blog Silenzi d'Alpe

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  2. montagnesottosopra7 marzo 2009 alle ore 10:03

    Ciao Andrea , ben trovato.Un saluto Luca e Marisa

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