domenica 31 dicembre 2017

Nel bosco della Digola



Anche stavolta, come ormai da un po di tempo, dedichiamo l'ultima giornata dell'anno alla montagna, con una bella escursione immersi nel magico bosco innevato della Digola.


Non sarà una cima stavolta, ma un bosco incantato di forme e trame, di giochi di luce e di ombre, di magici scatti dentro il bosco, al cospetto delle belle Dolomiti Pesarine e dei Monti di Sappada. Preziosi scorci tra gli alberi a seguire profili sfuggenti di rocce che magari, solo per un istante, sono illuminate dal sole, per poi immergersi in freddi scenari di un anfiteatro unico.
Pochi secondi in cui è importante essere li, pronti a catturare l'istante. L'amore per la montagna e la passione per la fotografia trovano quindi un motivo per essere indissolubili.
Dalla frazione di Palù, a Sappada, new entry adottata in terra friulana, nei pressi del parcheggio dei camper imbocchiamo la stradina innevata che costeggia il Piave. Temperature rigide gelano le nostre parole, sbuffi di vapore si ghiacciano immediati sulla barba. Superato un ponticello proseguiamo lungo i margini del Rio Storto. Ad un successivo ponticello inizia il sentiero che si immerge subito ripido nel bosco.



C'è tanta neve, fresca e vergine e occorre districarsi un po nel bosco in questo primo tratto che però è breve e in una decina di minuti sbuca sulla strada forestale che sale da Lerpa. La strada è innevata ma battuta, spesso, come oggi, in parte frequentate da alcune motoslitte che seppur discretamente, interrompono il silenzio magico del bosco della Digola. Immersi nella fitta e rigogliosa pineta saliamo lungo la strada. In alcuni tratti il sole filtra tra i rami disegnando imprecise trame di giochi di luce, in altri scorci più o meno ampi si aprono sulle Dolomiti Pesarine regalando successioni di creste e cime, dal Siera al Creton di Culzei, dai Claps alla Cresta di Enghe, fino alle Terze, intervallate dai Passi Elbel e Oberenghe. Una maestosa geometria astratta di roccia che si contrappone al mistico bosco, con un elemento comune, il bianco della neve.










La strada sale comoda, poi si appiana in corrispondenza di un bivio che precede la Casera Tamer di dentro e di li a poco la sella del Passo della Digola tra l'incombente Terza Media e la più distante Terza Piccola. Dal passo si spalanca la vista sul versante del Cadore, con il gruppo del Popera in primo piano. Croda Rossa, Passo della Sentinella, Cima Undici, Monte Popera e Cima Bagni in successione, davvero uno spettacolo.











L'ultima volta, in compagnia di Giovanni ed Elena da qui siam scesi a Campolongo per poi risalire a Sappada in corriera, ma stavolta, non essendo sicuri della corsa preferiamo tornare sui nostri passi per fare una sosta sotto la tettoia della piccola casera.
Uno sguardo alla cartina e uno all'orologio e cambiamo idea, ho visto che c'è una traccia che scende attraverso il bosco in direzione della Palude Tamerle. Il bosco della Digola, in versione neve è fantastico ma non si deve dimenticare che il manto nevoso cambia le prospettive. Dimensioni e piani che conosci un attimo dopo non ci sono più e il paesaggio diventa astratto talmente da non essere più riconoscibile. Per fortuna c'è una traccia, alla peggio mi toccherà far fatica a pestar neve. Seguiremo questa, entrando nel bosco. 








Sopra di noi incombono le bianche pareti della Terza Media e della Croda Casara da cui scendono canaloni innevati. Quella che normalmente è una pista forestale, con la neve diventa un passaggio tra gli alberi, ma comunque il percorso si tiene alto sul profondo solco del rio sottostante, sempre lontano da possibili scariche di neve così che la nostra attenzione, sgombera da preoccupazioni, viene rapita dal bosco.





Man mano che scendiamo il bosco prende possesso della nostra immaginazione. Tutto è bianco candido, alberi, cespugli, sottobosco sono disegni di fantasia, qua e là impronte di animali, nel mezzo corre una scia da seguire, che sembra sparire dietro ad un albero, salvo poi proseguire fino alla prossima svolta.






Sempre all'interno del bosco della Digola, passando attraverso la palude Tamerle scendiamo andando dietro alla luce del giorno che contorna le montagne e pennella il cielo di tinte rosa, arancio e giallo pastello. Quando arriviamo al bivio del sentiero 314, proveniente dai Passi Elbel e Oberenghe, la pista si appiana ma manca ancora un bel tratto che costeggia il Rio Storto.







Un tratto pianeggiante dunque, in cui la vista può spaziare anche verso le cime e il paesaggio si arricchisce di bellissimi scorci. 









La luna e le ultime luci del 2017 danno spettacolo e a noi non ci resta che approfittare....................  

2 commenti:

  1. Ciao. La tua passione per la foto ha prodotto risultati ecomiabili. Io sono un profano della fotografia e non riesco a cogliere sfumature o particolari accorgimenti tecnici, so solo che le tue sono molto belle e riescono a cogliere attimi emozionanti. Grazie di condividerli.

    Sappada. Permettimi una divagazione. Ora premesso che la volontà popolare va rispettata e che creato un precedente dovrai estenderlo a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta (fra poco Trento avrà lo sbocco al mare...) quello che urta maggiormente la mia intelligenza sono le motivazioni che si tirano fuori per motivare i referendum. Lo sappiamo tutti che sono esclusivamente di natura economica, non tiriamo in ballo discorsi socio-culturali (a Sappada parlano Tedesco, non mi risulta che il Friulano sia di derivazione germanica, tanto per dire.....). Diciamo le cose come stanno, lo capisco e lo farei pure io.
    Comunque la colpa è anche di Venezia che doveva pensarci prima e far sì che i paesi che confinano con le regioni autonome (ma in uno stato non si dovrebbe essere tutti uguali? Estendiamo l'autonomia fiscale a tutti!) fossero maggiormente tutelate.
    E la beffa è che noi veneti in ottobre abbiamo votato per l'autonomia......
    Decimo

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    1. Ciao Decimo, intanto Buon Anno ! ti ringrazio per l'apprezzamento

      Per quanto riguarda Sappada sono convinto che la vicinanza con il Friuli a statuto autonomo abbia fatto da "attrattiva". Non credere però che l'Autonomia della nostra regione sia più quella che era, e molto ma molto diversa dal Trentino Alto Adige ...... Poi tutto sommato cerco di occuparmi meno possibile di politica specie dopo gli ultimi anni . Mi piacerebbe che Sappada diventi un polo turistico del Friuli effettivamente e solamente per la bellezza dei luoghi. Credo però che la bellezza di Sappada ci costerà un pochino .........

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