domenica 14 gennaio 2018

Casera Pizzul


Giornata non proprio ideale per questa escursione. Il meteo prevedeva qualche schiarita, in realtà al nostro arrivo a Ravinis è tutto piuttosto grigio. Anche oggi il cielo ha tirato su le coperte e scende qualche fiocco di neve.





L'escursione a Casera Pizzul lascerebbe ampio spazio di interpretazione, a seconda del meteo e a seconda del grado di stabilita della neve. In origine quindi l'idea sarebbe quella di fare un anello percorrendo il sentiero 441 da Misincinis di Paularo fino a raggiungere i pascoli di Casera Pizzul e poi , se il meteo sarà favorevole, la neve assestata e la voglia tanta, raggiungere, salendo la dorsale e la cresta tra il Monte Pizzul e il Monte Salinchiet, fino a forca Pizzul, da cui godere di uno splendido panorama sia sulla Val di Incaroio che sull'altro versante, verso la Creta di Aip e il Monte Cavallo. L'escursione è piuttosto lunga ma si può contenere come oggi sarà, in virtù del tempo incerto, della scarsa visibilità in quota e della ancora neve abbondante.
Sarà proprio il tempo a condizionare le nostre decisioni e a limitare le nostre velleità. Nella parte alta dopo la Casera e nel tratto di bosco dopo il bivio per Casera Paluchian si incontrano le maggiori difficoltà in caso di neve instabile. Tenuto conto quindi del tempo e della mancanza di notizie sul sentiero optiamo per una tranquilla passeggiata sulla strada forestale. Ci portiamo in auto oltre le ultime case di Ravinis dove temina l'asfalto, ormai abbandonando l'idea di salire per il sentiero che parte da Misincinis. Partiamo in fretta per scaldarci un po, le ciaspole a prendere aria sugli zaini . La strada forestale risale a serpentine il versante meridionale del Monte Zermula, oltrepassate delle radure con alcuni stavoli continua immersa in un fitto bosco di abeti.





La neve comincia ad essere consistente ma molto dura, seguendo le scie si procede tranquilli senza sprofondare. Lasciato a sinistra il bivio per Casera Tamai, che meriterebbe ( non oggi visto il tempo) una deviazione, dopo un lungo tratto, si esce in campo aperto nei pressi degli stavoli Nereledis, per poi, assecondando la dorsale superare il rio Rudanusa e tenendosi a sinistra ad un bivio successivo raggiungere gli ampi prati pascolivi dove, su un grande ripiano sorge il complesso di Casera Pizzul con la piccola e graziosa Cappella degli Alpini. 







Un bianco e innevato paesaggio ci accoglie, ma le ampie vedute sulle montagne della Carnia sono impedite dalle nuvole basse e dalla foschia, a cui si aggiunge anche una leggera nevicata che sembra aumentare di intensità. Alla confluenza del sentiero 441 incontriamo un' escursionista che sale e che ci rassicura sulla percorribilità dello stesso: “ basta solo guardare dove si mettono i piedi nel bosco”. L'idea di completare un bell'anello prende corpo e prevale sulla necessità di risalire oltre Ravinis per recuperare l'auto. Più impegnativa invece l'ipotesi di salire alla forca Pizzul ( normalmente ci vorrebbe una mezz'oretta passando per il bivio per Paluchian), sia per la scarsa visibilità, sia per la neve crostosa in alcuni tratti ghiacciata. Se ci fosse stato sereno forse saremmo saliti ma visto che la forca è immersa nella nebbia non ne vale la pena.







Sosta freddolosa sotto la tettoia prima di riprendere velocemente il cammino e scendere direttamente per i prati antistanti la Casera per entrare nel bosco. 





Dentro la fitta vegetazione di abeti si snocciola il sentiero. Nella luce diffusa di una giornata nuvolosa seguiamo i segnavia e le tracce presenti. Qualche fiocco di neve filtra tra i rami depositandosi dolcemente sul già abbondante stato bianco. Alcuni brevi tratti ripidi e un po tortuosi ci obbligano a un po di attenzione, poi si esce sull'ampia mulattiera che sale a Paluchian in corrispondenza di alcuni graziosi stavoli ristrutturati. 




Non ci resta che scendere il ripido sentiero, lasciando a sinistra il bivio per Varleit. Seguendo la bella mulattiera lastricata ci si sposta infine sul fianco alto di un costone, per poi con ultime, ripide e strette serpentine uscire sulla pista che affianca il torrente. Un breve tratto asfaltato precede il nostro arrivo a Misincinis.







Non ci resta che andara a recuperare l'auto........ che poi a fine giornata quei circa trecento metri di dislivello in più son ben poca cosa.......sarà mai !  

2 commenti:

  1. Tranquillo, oggi niente polemiche, ho gà dato.
    Leggendo i tuoi commenti e i tuoi pensieri di questo post penso che li si potrebbe additare come esempio per chi va in montagna: hai usato il buonsenso decidendo di volta in volta cosa fare in base alle condizioni ambientali.
    Le foto non le commento, tanto sai giò come la penso....
    Ciao. Decimo

    PS mi sono perso qualcosa o nel 2017 è saltato il Matajur? Se così fosse, mi devo preoccupare?

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  2. Ciao, non ti preoccupare per Sappada, a me piace la montagna senza confini.........
    Per il resto non valeva proprio la pena andar più su per niente......

    Si è vero quest'anno abbiamo trascurato il Matajur, ma vedrai che presto ci rifacciamo, tra le tante salite mi manca il versante da Caporetto....... è un po lungo ma non sarà una disfatta :-)

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