domenica 1 novembre 2015

QUARIN : montagne a bassa quota – a piedi sul Collio

Ci sono dei giorni in cui senti il bisogno di aprire delle parentesi e così tra un itinerario e l’altro, sempre in giro sulle montagne della Regione e oltre, eccoci per una volta a passeggiare sul Collio Goriziano,tra filari di viti, ulivi e panorami dall’alto dei ben 274 mt del Monte Quarin che “domina” la cittadina di Cormons.



C’è da dire che, nelle giornate di sole d’autunno, spesso capita che l’atmosfera tersa e il cielo azzurro consentano di spaziare dal mare alla montagna in un sol colpo, basta mettersi nel mezzo, su qualche collina panoramica e il gioco è fatto. C’è pur sempre un legame affettivo con la montagna che non dimentichiamo mai e allora, perché non scegliere una altura che magari faccia parte della “Via Alpina” o dell’ “Alpe Adria Trail” ?
Ecco il Quarin fa al caso nostro, si trova sul Collio a ridosso del confine con la Slovenia e può pure vantarsi di avere l’appellativo di monte.
Il Collio, Brda per gli sloveni, quella vasta fascia di colline di marne e arenaria, esposto al sole di mezzogiorno, deve la sua notorietà alla vasta produzione di vini, principalmente bianchi di ottima qualità.  Ultime elevazioni dunque che si estendono, addolcendosi, fino al Carso, alla pianura, al mare, percorse da sentieri, strade asfaltate e piste forestali, dipanandosi tra i filari, gli alberi da frutta, gli ulivi e fitti boschi. Il Collio, come detto, è anche tappa di lunghi itinerari come la Via Alpina o l’Alpe Adria Trail o il più recente Cammino Celeste. Ecco quindi che partendo dalla borgata di San Rocco di Brazzano, interpretando un po’ il territorio, cerchiamo di tirarne fuori un itinerario tra le numerose possibilità che  possono venirne fuori ad ogni bivio, ad ogni incrocio. Non serve molto, una mezza giornata per ricavare un bel percorso di una decina di chilometri , dal dislivello contenuto, adatto a tutti, magari facendo solo un po’ di attenzione nei tratti di fitto bosco.
La primavera e l’autunno per me sono le stagioni più adatte. Abbiamo scelto l’autunno per  i colori  ( la verità è che abbiamo sempre pronto un piano B per quando ci svegliamo tardi e battiamo fiacca. )


Parcheggiamo nella piazzetta della Chiesa di San Lorenzo, chiesa barocca del diciottesimo secolo e costeggiando delle antiche case con il muro in pietra, imbocchiamo una strada asfaltata che, in leggera e panoramica salita, ci porta ad una piccola sella dove a sinistra si sale alla chiesa di San Giorgio.





Noi proseguiamo a destra lungo una strada sterrata che si immerge nel fitto bosco. Tra querce e castagni,  con qua e là qualche apertura su appezzamenti di terreno coltivato a filari superiamo il bivio per Limbandt e in breve sbuchiamo sulla  panoramica strada asfaltata che sale lungo la linea di cresta al Monte Quarin.








Imboccata una scalinata in pietra raggiungiamo la Chiesa della Beata Vergine del Soccorso dove, visto il panorama che già da qui si estende dalle montagne al mare, facciamo una breve sosta. 







In poco tempo raggiungiamo la restaurata rocca, unica parte restante del Castello degli Ungrispach, distrutto dai Veneziani.  Brevi ricerche portano a ricordare il colle fin dal 630 per la probabile presenza di un antico castelliere. Probabilmente anche sito di un baluardo longobardo a difesa dell’invasione degli Avari. Successivamente residenza del Patriarca di Aquileia, dei Conti di Gorizia e poi degli Asburgo.
Bellissima la vista sulle colline che si estende da Cividale a Gorizia, con infinite distese di viti e sullo sfondo i profili del Monte Nero con la catena del Vrata  (domenica scorsa eravamo là) .











Da dietro la Rocca, nei pressi di alcune antenne, individuiamo il sentiero che ci consente di proseguire nella realizzazione del nostro breve anello a bassa quota. La discesa è ripida su terreno in parte scomodo ma niente di particolare, l’unica cosa è che non bisogna farsi distrarre dai numerosi bivi e piste che si incontrano ma proseguire sempre in discesa fino quando si incontra un piccolo rio dal nome impronunciabile. Seguendo il corso del rio Smerdar verso sinistra ci  si addentra in una stretta valletta dall’aspetto decisamente selvatico, dove solo in parte filtra la luce del sole, ma sufficiente a rendere il  fitto sottobosco affascinante. Si prosegue lungamente seguendo la riva sinistra del rio, poi si passa sull’altro lato e poi ancora un piccolo guado, per raggiungere una pista forestale più evidente dove finalmente si trovano alcuni cartelli indicatori, da li a destra si prosegue in piano fino ad uscire sulla strada provinciale tra Dolegna e Cormons.







In direzione di quest’ultimo, dopo qualche centinaia di metri, lasciamo nuovamente l’asfalto e riprendiamo a salire nel bosco lungo una pista che ci riporta alla spianata sotto la chiesa di San Giorgio.  Ancora una breve salita eccoci al colle omonimo della piccola chiesa del 1500. Peccato che sia chiusa,  mi sarebbe piaciuto vedere l’interno dove c’è un bellissimo altare ligneo sempre del 1500. Dal sito della chiesa il panorama domina la pianura fino al mare e vale proprio la pena, prima di scendere goderselo per bene…..






Prima di riprendere la via di casa dopo questa escursione a bassa quota, ci infiliamo di nuovo tra le vigne, tra  i colori d’autunno e il tramonto che tra poco arriverà, per godere degli ultimi passi e scoprire per una volta  ancora quanto sia piacevole guardare dentro a questi luoghi, a un tir di sclop di cjase…………

6 commenti:

  1. Anche da un semplice giro pseudo turistico si può ricavare molto, dipende da con che animo ci si approccia e con che occhi si guarda. Belle foto e bei posti ma per me il Collio rimane sempre...... Picolit!
    Certo che quel rio ha veramente un nome impronunciabile!!
    Ciao. Decimo

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    1. Ci riteniamo fortunati a vivere da queste parti , siamo un pò al centro, equidistanti dal mare e dalle montagne e praticamente a ridosso dei primi rilievi panoramici..... non abbiamo che da scegliere.......... anche per i bianchi del Collio non abbiamo che da scegliere :-) !

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  2. Come dico io, basta poco per alzarsi "da terra" e godersi la vista dall'alto, basta volerlo! E questi piani B sono sempre ottimi!
    Ps. Me lo ricordavo giusto il nome di quel rio "Smerdar"....e io che pensavo glielo avessero affibbiato quel giorno di pioggia in cui abbiamo percorso questo anello assieme al gruppo Cai! C'eravamo "smerdarati" per bene nell'attraversare la sua zona!!!
    Decisamente meglio con il sole!!!

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    1. Per fortuna che ci sono questi piano B ........ ma chissà da che toponimo deriva il nome del Rio ?

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  3. Smerdar o Smiardar deriva dal suo toponimo in lingua slovena Smrdar, da smrdeti (puzzare). E' probabile che alla sorgente del corso d'acqua si accumulasse materia organica, che decomponendosi cedeva all'acqua un odore sgradevole.
    Saluti!

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