domenica 17 agosto 2014

ALTA VIA DEL GRANITO: prima tappa, a tu per tu

Alpi Venete, autunno inverno 2012-13, “le quattro stagioni di Cima D’Asta” . Incuriosito da un articolo a nome Maurizio Caleffi, mi sono lasciato trasportare. Ne avevo sentito parlare, non c’ero mai stato, ma da quando ho letto l’articolo, affascinante, appassionato, su questo angolo di montagna, non mi è mai uscito dalla testa. Ci erano stati gli Alpinauti e anche Lorenzo, mi era sfuggita tanta bellezza.  


Nell’articolo si parla di vallate magnifiche, grandi spazi non antropizzati, mete dello scialpinismo di nicchia, lontano dalle Dolomiti più famose, di arrampicate, di cascate di ghiaccio, ma anche di possibilità di un affascinante trekking di più giorni, l’”Alta Via del Granito”. 
Cito una frase: “ Numerose persone del Friuli Venezia Giulia ultimamente ha incominciato a percorrere i sentieri dell’Alta Via: incredibile visto le loro belle montagne!”  …… e cresce l’interesse.
Continuando a leggere si coglie tra le righe amore e passione per la montagna in generale, ma soprattutto per il “Zimon”, così lo chiamano da queste parti, alla fine la prima finestra di bel tempo prevista sarà nostra, l’Alta Via del Granito si materializza ………..


Eccoci qui a Malga Sorgazza, con gli zaini pesanti, carichi del necessario, da portar sulla schiena per tre giorni che speriamo stupendi. Ed eccoci qui a Malga Sorgazza, mentre Marisa completa i preparativi mi ritrovo “ a tu per tu” con Maurizio, alias Mauri-Ice, lui, quello dell’articolo, gestore della Casara di Sorgazza, cordiale. Ne vede di gente passare, ma con tutti è gentile dispensatore di consigli pratici su come affrontare nel modo migliore il percorso, sulle cose da fare e da evitare………. Lo ritroveremo qui fra tre giorni. Il timbro non lo metto oggi, non ce lo meritiamo ancora, lo metteremo al ritorno. Augurandoci buona giornata ci salutiamo.  


Un primo tratto pianeggiante del sentiero 327 che risale la Val Sorgazza fa da introduzione alla salita, si supera il bivio di Ponte Vendrame, da li un sentiero più lungo ma più panoramico consentirebbe di arrivare al rifugio Brentari attraverso il Monte Coston e la Campagnassa, noi invece risaliamo la strada fino al bivio della teleferica, all’interno del prezioso bosco di pino rosso, sempre affiancati dal dolce rumore delle acque del Rio Grigno.





Piano piano entriamo nella cattedrale del granito, una zona pianeggiante caratterizzata da numerosi rivoli adornati dal rododendro prelude al “Bualon”, l’impervio vallone che si risale a svolte alzandosi tra i massi e l’erba.  Ecco il granito, ed ecco il bivio 326 per la Forcella Magna e la Cresta del Socede che con i suoi numerosi pinnacoli ci sovrasta. L’illusione delle prime viste sul tetto del rifugio si rivela, ma manca ancora un po’. 














Intanto siamo ai ruderi della baita del Pastore, le Laste o il Trodo degli Asini? Lo zaino è pesante, le laste ripide, ma l’entusiasmo ha la meglio ed eccoci ancora una volta “a tu per tu”. 





Il granito, da il nome alla via, per forza è protagonista, rocce nere, verdi, scistose, ricche di quarzi, sono li da milioni di anni, dall’orogenesi ercinica fanno da zoccolo, da piedistallo originario del granito di Cima d’Asta.  Mentre io mi fermo a scattare migliaia di foto, attirato dal paesaggio e come sempre curioso, Marisa affronta le laste di granito a tratti ripide. Meglio salire dritto per dritto che cercare di aggirarle passando ai bordi, sull’erba. 












Appoggiando il piede sicuro che tanto tiene ci si diverte un pò ma il giochetto dura poco ed ecco che ci ritroviamo magicamente sopra, avvolti in una nebbia suggestiva dove la luce del sole e il blu del cielo filtrano quel tanto che basta per rendere magico l’ultimo tratto fino al rifugio rivelandoci piano i segreti delle acque del lago e le creste di Cima D’Asta. 















Ad una svolta la nebbia vicina si dissolve e appare il rifugio Brentari, mentre tutto il resto si colora di grigio. La cima è rimandata, domani forse……. Per oggi ci fermiamo qui.





Accolti con cordialità e gentilezza dai gestori Simone ed Emanuele, facciamo un po’ di conoscenza, ci sistemiamo nella stanza in attesa della cena. Il rifugio non è grande, ma molto accogliente, gestito con cortesia e simpatia, sarà perché abbiamo la camera per due, sarà l’entusiasmo per il trekking, sarà quello che vuoi…….ma mi sento proprio a mio agio.  Chiedo informazioni per Cima D’Asta, anche se a forza di leggere qua e là son più conferme che informazioni. Andare e tornare ci vogliono meno di tre orette con calma, per oggi è tardi e il tempo è quello che è.  Tre padovani son saliti da Sorgazza per la la ferrata del Socede e fino in cima per il canale dei Bassanesi e scesi per la normale, non male se non fosse che non han visto nulla .  Ci consoliamo a cena ………… 


Saluto la prima giornata con delle foto di buonanotte al lago e al rifugio, fuori il termometro segna 2 gradi, al 17 agosto………..






dentro la sfida “a tu per tu” con i parampampoli . Domani ci attende .......... 

Sentiero CAI 327

8 commenti:

  1. prima giornata piena di entusiasmo per la scoperta del "duro" granito e delle bevande nostrane...Che invidia quella spilletta :-))))

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    1. La prima tappa è la più breve........ per la spilla bisogna fare ancora un po di fatica :-) !

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  2. Aaah la famosa nebbia del Brentari!!! Ricordo, ricordo!!!! E pure l'alzataccia del mattino dopo....alle 5:00 se non ricordo male, per salire sulla Cima d'Asta prima che la nebbia l'avvolga di nuovo...e per essere poi giù per le 8:00 e fare colazione con Nicholas che avevamo lasciato in rifugio a dormire!!! Abbiamo visto un alba magnifica da lassù!!!!! ...e per quando siamo scesi la nebbia l'aveva di nuovo avvolta tutta!!! Quando scrivemmo il post non sapevamo ancora come caricare le foto e ne abbiamo caricate solo cinque...il massimo che blogger ci consentiva....alla volta!!!.....ma questo lo scoprimmo dopo!!! Aspettiamo il resto del racconto!!!

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    1. In effetti la nebbia può benissimo essere il terzo compagno................. !!!!!

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  3. Ha ragione Luca la spilla bisogna meritarsela, bellissima esperienza, noi il giro l'avevamo fatto al contrario e fortunatamente avevamo un tempo buono, anche la salita alla Cima d'Asta è davvero molto bella...mandi, mandi

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  4. E' una esperienza che ricorderò a lungo........... anche il tuo trekking nelle Dolomiti Friulane sono sicuro che lo ricorderai. Mandi

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    1. è stato forse uno dei trekking più tosti che abbia fatto,la tappa dal Padova al Pordenone è un ricordo che rimarrà indelebile nei miei ricordi...ho aspettato tanti anni ma ne è valsa la pena...mandi

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    2. ho percorso gran parte del trekking delle Dolomiti Friulane con singole tappe, molto bello andare dal Padova al Pordenone per la forcella del Leone, ma la vista del campanile è impareggiabile ....... vale proprio la pena di aspettare !!!!!!

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