martedì 19 agosto 2014

ALTA VIA DEL GRANITO: terza tappa - la via del ritorno


Un bel cartello indica che in rifugio si dispensa il silenzio dalle 22 in poi e noi  di principio siam fiduciosi. Ma non sempre le cose vanno come devono andare.  Spente le luci crolliamo sulle brande con un piacere difficilmente descrivibile, se va così benon.  Ma non va mica così…….



Salgono i nostri compagni di stanza, non dico che abbiamo fatto casino ma poco ci mancava. Poi dopo un po’ inizia il concerto tipico notturno dei rifugi. Se il ritmo è uniforme ci si abitua, anzi se mai possibile si partecipa anche…………
Ovviamente dormire è una componente aggiuntiva, specialmente se qualcuno per alzarsi alle sei pensa bene di mettere la sveglia alle tre e mezza…….. 
Mentre Marisa cerca inutilmente di far suoi gli ultimi minuti utili a recuperare un minimo di energie, io scendo a dare una occhiata fuori. Il meteo prevede brutto ma la pioggia dovrebbe arrivare nel pomeriggio, l’ultima tappa non è brevissima ma neanche troppo lunga, calcolo di arrivare a Sorgazza prima che inizi a piovere. Ci aspetta un’altra giornata ……….
Dopo il tappone e la nottata di ieri, sento una stanchezza enorme, lo zaino sembra diventato improvvisamente più grande e ci aspetterà subito una buona salita. Facciamo colazione, abbondante. Con i panini da portar via Elio ha messo vicino anche due belle fette di torta di mandorle e amaretti. Appena pronti, mentre salutiamo il gestore e sua moglie, inizia a piovere, poche gocce, forse smette, le nuvole corrono veloci, magari smettesse. Gli sguardi di Marisa sono carichi, gonfi di un misto di sconforto e stanchezza assieme. Non so bene cosa fare, comincio ad avvilirmi. Con movimenti automatici indossiamo gli indumenti per la pioggia, proteggiamo gli zaini , la reflex finisce dentro al riparo, ci avviamo lungo il sentiero per forcella Ravetta, il sentimento prevalente è la tristezza. Se rinuncio a far foto vuol dire che il morale è sotto gli scarponi……. Ma dobbiamo andare. Conosco Marisa, mi metto davanti e nonostante la fatica e l’umore comincio a tirare, se ci lasciamo prendere non andiamo più avanti. Non guardo indietro, non ci parliamo, il sentiero sale, ripido, implacabile, nel bosco per un pezzo. La pioggia aumenta, non è fortissima ma costante e insistente, aumenta lo sconforto ma continuo a tirare, l’unica cosa che penso è arrivare a Sorgazza prima possibile. Usciti dal bosco siamo avvolti nella nebbia, per un po’ si dirada e davanti a noi si presenta la Val Ravetta, bella, di grosse pietre e rododendri in fiore, con il sole sarebbe uno spettacolo contornato di creste rocciose. Ok, dobbiamo arrivare a Sorgazza, la pioggia non smette, la nebbia va e viene, a tratti dobbiamo indovinare anche il segnavia, bene, oggi si convive con  tutto questo. Questi elementi saranno parte integrante di questa terza tappa, anzi per noi saranno cornice e caratteristica, ultimo magnifico tassello di questa bellissima Alta Via. Poco fa volevo  tornare indietro e tornare al riparo in rifugio, adesso, improvvisamente rinfrancato da una nuova positiva determinazione mi fermo un attimo, mi invento una protezione per la macchina fotografica, comincio a scattare foto,  continuiamo a salire.





Forcella Ravetta si materializza dopo un ultimo tratto ripido, appare all’improvviso nella nebbia. Facciamo una tappa, mangiamo la torta di Elio, consultiamo la cartina topografica,  smette un po’ di piovere, sotto di noi si apre la Val di Rava, verde, di granito, con i suoi laghetti. Il più della salita è fatto, adesso il sentiero per il Forzelon di Rava prosegue a saliscendi, sotto la Cresta Ravetta e la Cima Caldenave in direzione del Cimon di Rava, nonostante il tempo il colpo d’occhio verso il Passo Tombolin, la Cresta del Frate, il Tombolin di Rava e la Cima del Frate è notevole.
















Davvero il tempo influenzerà questa tappa, sappiamo benissimo che dovremo rinunciare a queste cime e alla famosa scalinata intagliata nella roccia, ma nonostante tutto proseguiamo curiosi  sotto la pioggia che a tratti diminuisce salvo poi riprendere con rinnovata insistenza. Il sentiero non è mai difficile, ma a tratti bisogna fare attenzione, con questo tempo non è poi così difficile perdere il segnavia. Anche sotto la pioggia e con il cielo coperto l’ambiente ha un non so che di lunare misto al fiabesco, interminabile ma sempre affascinante, per questo nonostante tutto ne siamo rimasti entusiasti. Certamente c’è un forte rammarico, ma se lo mettiamo assieme ai due giorni già passati diventa per noi una piccola impresa e prevale una grande soddisfazione. La voglia di completare l’alta via ci accompagna tenendoci per mano verso Malga Sorgazza, lo zaino non pesa più, non ho fame, non ho sete, almeno fino a forcella Quarazza non sentiamo bisogno di fare pausa.





Ci lasciamo alle spalle il Cimon di Rava, passiamo sotto cima Trento e Cima Brunella, poi a forcella Quarazza, in vista del lago di Costa Brunella, sotto le creste delle Pale di Segura ci fermiamo, visto che non piove, più per contemplare il paesaggio che per reale necessità. Nonostante gli indumenti protettivi siamo zuppi dalla testa ai piedi e la sosta panino non fa altro che farci rabbrividire di freddo,  meglio andare avanti.








La discesa verso il lago di Costabrunella, artificiale ma che si incastra molto bene con il contesto, è ancora una volta su un bellissimo sentiero lastricato, alla fine superata la centrale e la diga si scende ancora prima per prati, passando a fianco dei ruderi della Malga Val del Lago e poi in un ripido bosco di abete rosso. Il bosco è quello di due giorni fa, prezioso, protettivo, si scende ripidi ma comodi, i nostri animi si stanno riscaldando, l’arrivo a Sorgazza è vicino, ogni attimo sembra lunghissimo, il sentiero sembra non finire mai, un bivio ci avverte , manca ancora un ora circa.  Un ora sembra poco , sembra tanto……….
















Un altro bivio, un ponticello, poi vedo una bandiera sventolare oltre il bosco. Ecco il tetto della Malga, ecco la malga, siamo arrivati, ci fermiamo un paio di minuti, sotto la pioggia, ci guardiamo, ridiamo, scatto una foto a Marisa che con la mano fa il segno di vittoria, gli ultimi metri sono tenendoci per mano ………




Maurizio ci accoglie ancora una volta, amorevolmente, in malga siamo solo noi, scambiamo impressioni, ci racconta della sua amicizia con i gestori del rifugio Pordenone, delle sue puntate nelle Giulie, sulla finestra l’ultimo numero della rivista del CAI, la pagina aperta sul Trekking delle Dolomiti Friulane,  ci sentiamo a casa ……..  ritiriamo la spilla dell’Alta Via del Granito e mettiamo il tanto atteso timbro!  Che soddisfazione!

Sentieri  CAI 332 – 332b – 328

ALTA VIA DEL GRANITO

Un po di dati comprensivi di soste e piccole deviazioni esplorative:

1 TAPPA  17 agosto  da Malga Sorgazza al rifugio Brentari
Dislivello in salita  1040 mt  tempo compreso di soste 4 ore  km 7, 5 circa

2 TAPPA 18 agosto dal Rifugio Brentari al Rifugio Caldenave
Dislivello in salita 695 mt , dislivello in discesa 1370 mt  tempo comprensivo di soste  9 ore  km 13 circa

3 TAPPA 19 agosto dal Rifugio Caldenave a Malga Sorgazza  
Dislivello in salita 785 mt , dislivello in discesa 1150 mt  tempo comprensivo di soste  8 ore  km 9,5 circa

i tempi sono indicativi, vale la pena guardarsi intorno ............. 



4 commenti:

  1. meno male che ti sei inventato una proteezione per la reflex! L'ambiente è bello e anche con la pioggia merita di essere raccontato. Eroici :-)))

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    1. ho usato il sacchetto di nylon dei panini, fatto un buco per l'obiettivo e via...... il risultato? qualche foto è venuta lo stesso, ma con tutta la pioggia i panini dentro lo zaini erano zuppa ....... per non parlare dei vestiti. Poi sai che mi lascio prendere dall'enfasi, in realtà è una passeggiata :-) :-) :-) !

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  2. Stesso posto...stesso meteo!!!...più o meno!! Perchè la pioggia ci ha colti da forcella Ravetta in poi...ma prima di arrivare al lago di Costa Brunella ci ha lasciato finalmente in pace!!! Da li in poi ricordo una discesa interminabile...con un povero Nicholas i cui piedi sguazzavano dentro gli scarponi!!! :/
    Ma nonostante tutto, questa Alta Via rimane nel cuore!!! E ci tornerò...spero con meteo migliore!! Quella "scalinata" sulla Cresta del Frate è un sacco che attira anche me!!!!!!!

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    1. in effetti c'è qualche similitudine con il vostro racconto.............. Spiace per Cima D'Asta e le scalinate del Tombolin, un buon motivo per ritornare fra qualche anno........... Per ora ci portiamo dentro il ricordo dei posti magnifici e dei segni delle spalline dello zaino :-) !

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