La strada militare per Taipana si stacca sopra al paesino di Subit immersa tra i boschi delle Valli del Torre e del Natisone. Oltre i tetti silenziosi ed innevati, oltre il campanile un bel panorama sulla pianura friulana.
Pochi metri e si trovano i cartelli di tre sentieri facili facili. Un ciuffo di primule anticipa di molto le emozioni di primavera.
Streghe, Folletti e Agane ci accompagnano per un po a raccontarci di botanica. Il sentiero che risale le pendici del monte Nagrad già da subito si presenta coperto da uno strato di neve, seguiamo le uniche tracce presenti, quelle di due escursionisti che ci precedono di poco.
Numerose piste si intersecano nel bosco naturale, tante le tracce di animali selvatici sulla neve. Noi seguiamo le tracce dei Folletti, tra terrazzamenti, vecchi ruderi e muretti a secco fino ad incrociare una pista forestale che in falsopiano contorna verso est il Monte Nagrad e il Monte Jauar, intanto tra i rami degli alberi spogli si intravedono il Mataiur e il Monte Nero.
I due escursionisti ci precedono, poi si fermano titubanti, li superiamo, non conoscono il percorso. Poco male, neanche noi. Nasce così un silenzioso accordo, una specie di complicità, alla ricerca della giusta direzione, dopo che, raggiunto il ricovero con la fontana, iniziano i primi problemi e la neve di sicuro non aiuta. Siamo i primi a passare di qui dopo la nevicata e il sentiero che già di per se non c’è, non c’è proprio. So per certo, per aver letto l’avventura di Flavio che dal ripiano si deve raggiungere una pista che corre poco sopra e allora risaliamo direttamente tra gli alberi ed ecco risolto il primo dei dubbi.
Seguiamo la pista, ma dopo poco anche questa finisce. Devo tornare indietro e deviare in salita direttamente sulla dorsale del Monte Jauar. Niente segni, solo istinto nella neve. La traccia è un semplice solco, salgo il primo tratto e poi quando quella che dovrebbe essere una mulattiera esce dal limite del bosco sui prati di S.Anna mi fermo ad aspettare Marisa, salutiamo i due occasionali compagni che si fermano per una sosta e proseguiamo a vista lungo l’aperta dorsale meridionale del Jauar in direzione del bosco di abeti che caratterizza la cima. Gli spazi si amplificano sui prati, i panorami si estendono verso la pianura e verso nord, verso le Giulie. Vecchie tracce coperte in parte dalla nevicata si dirigono verso il boschetto, seguiremo quelle dopo una sosta.
Intanto i due compagni di giornata ci raggiungono, adesso tocca a noi fermarci, ci superano ed entrano nel bosco. Poco dopo ci rimettiamo in cammino e seguiamo le loro tracce e così ci ritroviamo in cima al Jauar, in mezzo ai rami.
Sbagliato. Niente male, penso, un po di dislivello in più e una cima da aggiungere. Non è quello che pensa Marisa….Va beh ho capito.”non scansare le fatiche Luca, cerca il sentiero, mica torniamo indietro, tocca a te “. Questo è quello che leggo nei suoi pensieri e così mi do da fare. So che il sentiero aggira il monte a destra. Punto in quella direzione tra gli alberi ed ecco che spunta un vecchio bollo rosso sbiadito. Certo che la neve cambia tutte le prospettive, un buon sentiero diventa semplicemente un passaggio un po’ più largo tra gli alberi. In leggera discesa raggiungiamo il filo di un crinale che ci porta in pochi minuti sulla cima del Monte Namlen e ci ripaga con una splendida inquadratura sullo Stol, sul Canin, su tutta la catena del Gran Monte.
Proseguiamo ancora insieme alla signora di Venzone (non mi ricordo il nome) e al signore di Tarvisio ( Bepi) ancora un tratto verso nord, scendendo ad un sella. Da lì si può calare sulla strada o salire sul Monte Cripia.I nostri amici sono stanchi, Bepi ha di sicuro un bel po’ di anni più di noi e ci salutiamo qui.
Loro scendono, noi saliamo, rimontiamo le pendici innevate e in poco tempo siamo sulla vetta del Monte Cripia dove il Canin sembra a portata di mano. Ci godiamo i panorami, un paio di foto e giù verso la sella. Possiamo finalmente fermarci per una bella sosta, da qui in avanti solo una breve discesa nel bosco e una lunga strada che contorna tutte le cime percorse oggi.
Mentre percorriamo la lunga e innevata strada militare che ci riporterà a Subit non possiamo fare a meno di pensare all’escursione di oggi. Sole, neve e montagne attorno a noi, boschi integri, intatti, tante tracce selvatiche di animali.
Le Zuffine non sarebbero la stessa cosa se i sentieri fossero segnati, i sentieri troppo battuti sanno meno di libertà, non portano da nessuna parte........
Proprio questo è il fascino delle Zuffine, l'incertezza e poi la soddisfazione di trovare la strada . A questo aggiungiamo gli splendidi scenari che il paesaggio innevato vi ha regalato; cosa desiderare di più per una bella avventura! :) ciao
RispondiEliminagiovanni writes:ah, che bella la considerazione finale del post
RispondiEliminaCiao Luca,molto bella la foto con l'albero, bel giretto.
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:giovanni writes:ah, che bella la considerazione finale del post
RispondiEliminagrazie Giovanni, penso chela mente abbia bisogno di queste considerazioni .....
Originally posted by lor74cas:Ciao Luca,molto bella la foto con l'albero, bel giretto.
RispondiEliminaCiao Lorenzo, la foto piace molto anche a me...... e anche il giro, la prossima volta spero di fare la traversata completa :) ... ma solo se c'è neve :D
Originally posted by frivoloamilano:Proprio questo è il fascino delle Zuffine, l'incertezza e poi la soddisfazione di trovare la strada . A questo aggiungiamo gli splendidi scenari che il paesaggio innevato vi ha regalato; cosa desiderare di più per una bella avventura! :) ciao
RispondiEliminaVista la relazione imprecisa, siamo andati praticamente a vista e così è stato ancor più affascinante ! :up: