Siamo figli di una generazione di ricordi e allo stesso tempo padri di una globalizzazione che non ha limiti ne frontiere. Nel mezzo tra tecnologia senza confini e racconti dei nonni protagonisti della grande guerra a volte mi domando quale sentimento possiamo ancora provare nel salire queste cime.
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Saliamo in silenzio alla ricerca di un significato che non sia semplice commozione o commemorazione, ma qualcosa di più, qualcosa che penetri nella nostra coscienza, come un tassello che si incastri nel grande disegno della memoria. La storia parla di ragazzi morti allo sbaraglio tra le trincee, di portatrici carniche, di conquiste di piccole cime a noi apparentemente insignificanti.
Quando raggiungi una cima come quella del Freikofel, tra i resti di guerra senti la voce, senti il vento soffiare in mezzo alle trincee, a voler raccontare la storia. Ci cammini in mezzo in silenzio, con rispetto, prima ascolti, poi piano piano senti gli spari, le grida di aiuto, sono lì, attaccati a te.
Improvvisamente ti ricordi dei racconti dei nonni, parole tirate fuori con orgoglio, parole di protagonisti indispensabili della libertà di cui adesso possiamo godere.
Siamo abituati al silenzio della montagna. Anche questa montagna ha i suoi silenzi, quelli dei sentieri, quelli delle cime, ma sono silenzi che senti di più, sono silenzi vibranti, che ti sbattono sul muso il passato, che ti fanno riflettere, sulla vita, sulla libertà, sulla terra sopra cui camminiamo, sulle tante cose di cui godiamo.
Alla fine, sotto un cielo grigio, tra un mazzo di stelle alpine e una farfalla che tenta di spiccare il volo un dubbio ti viene spontaneo: ma noi siamo liberi o prigionieri?
Domanda cruciale! Potrei risponderti, che siamo in "guerra"...una "guerra" quotidiana. Sulle cime però, la domanda cruciale si sciolglie, perde significato, ci sentiamo liberi e, carichi di questa sensazione, torniamo a valle più forti.un saluto
RispondiEliminaOriginally posted by frivoloamilano:Domanda cruciale! Potrei risponderti, che siamo in "guerra"...una "guerra" quotidiana. Sulle cime però, la domanda cruciale si sciolglie, perde significato, ci sentiamo liberi e, carichi di questa sensazione, torniamo a valle più forti.un saluto e' vero caro Flavio, almeno abbiamo la libertà di poter sceglierci gli orizzonti che non siano sempre piatti :) !
RispondiEliminagiovanni writes:come disse gramsci la storia insegna ma non ha scolari...ciao sottosopra
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:giovanni writes:come disse gramsci la storia insegna ma non ha scolari...ciao sottosopraCiao Giovanni:). c'è tanto da imparare.....
RispondiEliminaLuca l Alpinauta writes:sempre caro mi fu quell'aermo colle... qualla zona li la sento come casa mia!
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:Luca l Alpinauta writes:sempre caro mi fu quell'aermo colle... qualla zona li la sento come casa mia!E già ....e come base Casera Pal Grande. l'ho scoperta circa 20 anni fa durante la traversata, un bel ricordo. Dopo un pò di notti passate in tenda non sai quanto ho ringraziato il CAI di Codroipo per quella bella sorpresa :) :up:
RispondiEliminaaugurandoti buone vacanze...ti scrivo qui di seguito una poesia di Madre Teresa di Calcutta che a mio parere è molto attuale in questo periodo in cui viviamo...ognuno di noi poi trarrà le sue conclusioni...mandi, mandi...a tutti voiDai il meglio di te...Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoisticinon importa, fa' il bene.Se realizzi i tuoi obiettivi,troverai falsi amici e veri nemicinon importa realizzali.Il bene che fai verrà domanidimenticato.Non importa fa' il beneL'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabilenon importa, sii francoe onesto. Dà al mondo il meglio di te, e tiprenderanno a calci.Non importa, dà il meglio di te P.S.dimenticavo...fai sempre delle foto bellissime ma tu già lo sai...:)
RispondiEliminaCiao Fabio, grazie di tutto. Buone vacanze anche a te, magari una volta fatti un giretto sulle Giulie !
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