C’era un branco di capre, che pascolavano sotto la cima del Jof Fuart, affidate ad un pastore, un uomo buono e mite, che non si arrabbiava mai e non imprecava mai, anche quando tutto andava per il peggio.
E questo i diavoli della montagna, che si nutrono delle ire e delle malefatte degli uomini, non possono sopportarlo.
Assalgono il gregge, ogni diavolo prende una capra e vola con essa verso l’alto, provocando turbini e saette quando muove le sue ali di pipistrello.
Il pastore assiste impotente, rassegnato alza le braccia al cielo e sospira.
I Diavoli davanti a tanta rassegnazione non possono continuare a volare, sono costretti ad abbandonare le capre sulla costiera che va dal Jof Fuart alla cima di Riobianco.
Lassù c’è gia la neve, il pastore non riesce a salire a riprendersi le sue bestie, che trovano riparo in una caverna, dove passeranno l’inverno.
Ma la caverna è bassa, le corna delle capre urtano contro il soffitto e piano piano si curvano, per mangiare devono cercare muschi, licheni, radici nelle crepe del terreno, loro che erano abituate a nutrirsi di erba e di fieno, imparano a cercare il cibo scavando con gli zoccoli nella neve.
Dimenticano il contatto con l’uomo, il loro belato diventa un fischio.
Quando a primavera il pastore sale a cercarle, lui non le riconosce e loro non riconoscono lui, anzi scappano spaventate verso la montagna che diventerà la “Madre dei camosci”.
Che bel racconto e che bella la foto del "montanaro" che guarda la Madre dei Camosci! Chi sarà mai :whistle:
RispondiEliminaDiventa quasi obbligatorio immortalare uno degli sfondi più belli delle Alpi Giulie. Ogni cima porta un nome dato dall'uomo e non poteva mancare la figura umana in questa foto. Chi sarà mai ? :p
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