venerdì 19 agosto 2011

TRIGLAV: SUL TRONO DEGLI DEI - dalla val Trenta al Trzaska Koca

19 agosto 2011

17 agosto. Squilla il telefono di casa. Spero che sia per me. “Pronto Luca? Sono Enzo, si va. Venerdi e sabato”. Finalmente l’attesa è finita, finalmente è venuto il giorno, aspettavo, aspettavo, ci avevo provato un paio di volte, ma sempre il maltempo mi aveva fermato. Adesso si va, finalmente Triglav. 
Questa montagna a tre teste, simbolo fiero degli Sloveni l’ho attesa, con calma. Solo nell’ultimo mese un po’ di comprensibile eccitazione, dico comprensibile perché penso di aver rotto non poco le scatole a chi mi sta vicino e mi sopporta con tanta pazienza. Non nego infatti di averci girato intorno per tutta l’estate, da Bohjni alla Val Zadnjica, dal Passo Vrsic a Bled.

 

Il Monte Tricorno è la cima più alta delle Alpi Giulie e della Slovenja. Per gli Sloveni è monumento nazionale, per me è il trono degli Dei. Nel mezzo del parco naturale che porta il suo nome, un regno. Un mito. Almeno una volta nella vita ogni Sloveno deve salirci, io mi accontento di salirci la prima volta.
Triglav in Sloveno siginifica tre teste, che Kugy attribuisce ad un Dio a tre teste appunto, signore dell’aria, dell’acqua e della Terra. Padrone dei fulmini sedeva sul suo trono sulle nuvole.
Poi c’è Zlatorog il camoscio bianco dalle corna d’oro con le tre Rojenice, custodi di un tesoro sulla vetta del monte. (sognando Zlatorog)


e poi c’è Julius Kugy, alpinista, poeta e scrittore che ha legato il suo cuore e la sua vita alle Alpi Giulie e in particolare a questa montagna. “Dalla vita di un Alpinista” è il suo libro per me più bello e significativo, che non mi stancherò mai di rileggere e che consiglio a tutti gli amanti di montagna.
Per questo, quando penso che il 19 agosto sarà l’inizio della nostra piccola avventura, lo stesso giorno del compleanno di Kugy, sono ancora più contento, seguirò le sue orme trattenendo il respiro, partendo dal punto più basso, dalla verde Val Trenta, mi lascerò abbracciare dalle montagne, prendere per mano dal crepuscolo, fino all’alba, quando la luce illuminerà la cupola sommitale .
Il nostro cammino che alla fine sarà di oltre 30 chilometri e tra i vari saliscendi oltre 2300 mt di dislivello inizia nei pressi di Na Logu il piccolo paesino della verdeggiante Val Trenta solcata dalle giocherellanti acque dell’Isonzo. Risaliamo la laterale Val Zadnjica fino alla sua fine, lungo la strada forestale, in mezzo a piccole casette in legno, con le grondaie in legno, dove il tempo sembra essersi fermato. Le grandi montagne ci circondano, ma non sono opprimenti, tutt’altro.



La fine della valle coincide con un bivio, da una parte si sale al Zasavska Koca lungo la Zadnjiaki Dol, dall’altra alla forcella Luknja, in mezzo la via Komar per il Tricorno. Prenderemo per la Luknja. Il sole e l’afa di fondovalle cercano di opporre resistenza al nostro passo, ma noi saliamo, sudiamo,saliamo. Tra noi e forcella Dolic, dove sorge il rifugio Trzaska Koca, recentemente ricostruito dopo una valanga, ci sono circa 1500 mt di dislivello e più o meno quattro ore di lunga, interminabile monotona mulattiera. Saliamo, sudiamo. Comunque la compagnia non è male e ci si distrae chiacchierando e guardando in giro, c’è molto da vedere e la mulattiera è comoda. Certo i mughi non attenuano le sensazioni soffocanti di afa.





Lasciato il bivio per la forcella Luknja inizia il tratto più suggestivo della mulattiera, una serie interminabile di tornanti si inerpica su per le impossibili pareti dello Zelenic, a ridosso della roccia, si supera degli speroni rocciosi per poi uscire su terreno più aperto, dove a sinistra delle grandi pareti del Kanjavec si vede la sella e il tetto del rifugio. Sembra vicino.
Dopo l’appartata Val Zadnjica, dopo il bosco di faggi e mughi, il paesaggio ora si trasforma, resta sempre solitario rispetto alle salite da Bohjni o dalla Val Vrata, ma si amplia, passo dopo passo, rivelando le sue caratteristiche alpine di rocce bianche e grigie, dove comunque i fiori spuntano pionieri.










La mulattiera costruita a servizio della Caserma di quota Morbegno ancora riconoscibile sugli altipiani sotto la cupola del Triglav, continua il suo sinuoso percorso, ma finalmente il rifugio prende forma e dopo circa 4 ore si offre a noi, dandoci il benvenuto subito per non smentirsi con una buona birra, quella con l’etichetta del camoscio dalle corna d’oro.
Ci fermiamo qui per oggi, sperando di recuperare energie per domani. Ci aspetta un bel giro fino al Dom Planika, poi tutta la cresta passando per il Mali Triglav fino alla vetta e poi giù alla Triglavska Skrbina per ritornare qui.
Al rifugio però non c’è posto. Immaginavo e mi accontento di una buona cena e di un tavolaccio per stendermi. Dopo 1500 mt e uno zaino che sembra un caravan è quello che ci vuole. Comunque sono cose da accettare, non saremo gli unici e mi consolo pensando che questo darà maggior valore e significato alla nostra escursione. Bene.
In attesa di cena si chiacchiera. Daniele ha tredici anni e mi ricordo di lui sulla ferrata Julia e poi scopro che ha già all’attivo la nord del Coglians e altre cose. Bravo un bel traguardo ti aspetta domani. Rino non doveva esserci, in programma aveva un giro di tre giorni in bici che da Cormons, attraverso Cividale, Caporetto, Bovec, Passo Vrsic doveva scendere a Kranjska Gora e poi Tarvisio e fare rientro a casa, 270 Km. Ha deciso di venire con noi solo perché il giro l’ha fatto in giornata e quindi aveva un po’ di tempo in più !!!! Nessuno però osa lanciare l’idea di salire sul Kanjavec che è li a portata di mano!










Mi muovo un po’ nei dintorni a dare una occhiata cosa c’è oltre Sella Dolic e a guardar laggiù in Val Trenta da dove siamo saliti e intanto arriva ora di cena. Alle 10 si spengono le luci e si prova a riposare, cosa assai ardua.










E’ notte quando le nuvole minacciose si diradano, sgomberate dal vento e attraverso la finestra osservo il cielo stellato. Le sagome scure delle montagne sembrano muoverci incontro, sotto la cupola luminosa del cielo. Sono questi i momenti in cui in silenzio nascono dentro di noi quei pensieri che nessuno potrà cancellare mai. Domani, anzi oggi, sarà una bella giornata, ne sono sicuro.



8 commenti:

  1. oh finalmente!Lunghissima prima giornata verso il "trono". E' bello seguirti passo passo e sarà bello seguirti in cima. Veramente un rude alpinista: ...dormire sul tavolaccio, eroico pensando al "domani". :up:

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  2. eroico un paio di p...e! un peccato che i miei pensieri fossero turbati dai rumori..... e dagli odori:irked: :ko: che ti riportano alla realtà del genere umano :faint: . Ma il più è fatto, il resto sarà una passeggiata :D :D :D

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  3. complimenti...(invidia...!!!):p :up: :D mandi

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  4. Grande Luca,bella esperienza, vedila così il rifugio sloveno è una sorta di prova, se la superi la cima sarà la difficoltà minore.

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  5. giovanni writes:sono contento che alla fine sei andato (qualcuno mi aveva gia' anticipato tempo fa... si dice il peccato ma nn il peccatore :-). sempre puzza in rifugio?slurp, in attesa della 2^ puntata...ciao a tutti

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  6. Originally posted by anonymous:giovanni writes:sono contento che alla fine sei andato (qualcuno mi aveva gia' anticipato tempo fa... si dice il peccato ma nn il peccatore :-). sempre puzza in rifugio?slurp, in attesa della 2^ puntata...ciao a tuttichissà chi te lo ha detto, non lo sapeva nessuno :D !comunque in rifugio è impossibile distinguere le spezie, direi che l'odore misto di cipolla e chiodi di garofano :D è stagnante :lol: :lol: :lol:

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  7. Originally posted by Highlanders:FabioHighlanders # 28. August 2011, 23:30complimenti...(invidia...!!!) mandiCiao Fabio, sono certo che ci salirai anche tu. Te lo metti come chiodo fisso e vedrai ..... :D

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  8. Originally posted by lor74cas:Lorenzolor74cas # 29. August 2011, 09:43Grande Luca,bella esperienza, vedila così il rifugio sloveno è una sorta di prova, se la superi la cima sarà la difficoltà minore. Sarà un ottimo ricordo ;)

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