Non c’è escursione invernale più idonea per smaltire le fatiche delle feste di Natale. Una bella cima , panoramica, un discreto dislivello totale che con la neve presuppone un pochino di impegno, però senza difficoltà e altamente gratificante per i paesaggi alpini e i panorami dalla sella e dalla cima. Il nome è davvero azzeccato, Cima Bella.
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Si trova sopra Ugovizza e secondo me a livello escursionistico è forse una delle più interessanti, in parte nel bosco, in parte in mezzo a graziose baite, spazi aperti e grandi viste. Ci pensiamo solo un attimo Io e Giovanni prima di proporlo alle signore, poi si va con l’aggiunta della sempre più protagonista Maggie.
Non ci sono gradi di pericolo valanghe elevati poi è un percorso non soggetto quindi e comunque sicuro. Avranno pensato la stessa cosa le centinaia di scialpinisti e ciaspolatori che oggi ne invadono i pendii.
Alla Locanda al Camoscio quando arriviamo ci sono già parecchie auto, la stradina forestale che porta su è sgombera da neve e saliamo comodamente con le ciaspe legate allo zaino, sotto un cielo che a dispetto del meteo si presenta grigio e piatto. Forse l’azzurro riuscirà a bucare le nuvole regalandoci i panorami che rendono appagante questa escursione ma per il momento solo tanto freddo e poca neve.
Superato l’agriturismo Rosic, dal cui camino esce un beneaugurante fumo di cucina, seguiamo la strada che risale il rio Tamer per poi piegare a sinistra entrando nel bosco. Non ci sono problemi, basta mettersi in coda ai numerosi gruppi di persone che salgono già con gli sci ai piedi.
Fa piuttosto freddo, le acque del rio Tamer sono ghiacciate.
Dal bosco si esce quasi subito. Con la pendenza che continua decisa superiamo una bella zona di prati e baite dove il sole sembra avere il sopravvento e l’azzurro regalare il giusto premio per la fatica. Continuiamo a salire sulla neve poco consistente ma ghiacciata. Maggie si diverte a prendere la rincorsa per planare con la pancia, mentre qualcuno invece ci lascia le chiappe……….
Si esce definitamente dal bosco di abeti e larici in corrispondenza del raccordo proveniente dal villaggio Cocco procedendo diritti ancora per un po’ fino al prossimo bivio. Abbandoniamo l’idea di salire alla cima per forcella di Fontanafredda proseguendo ancora diritti lungo i ripidi prati innnevati che portano alla sella tra il Monte Cocco e la Cima Bella che finalmente ci appare invitante sulla destra.
Dietro di noi le sagome dell'Acomizza, Sella Bistrizza e il villaggio Feistrizer Alm. Peccato per il cielo
L’azzurro scompare di nuovo, peccato, già pregustavo i panorami. La neve adesso è consistente, il pendio abbastanza ripido e indossiamo le ciaspe per salire più comodamente. La sella a quota 1841 si raggiunge con un breve traverso un po’ più docile e una volta raggiunta si spalanca improvviso il panorama sui monti del Pontebbano, spicca il Poluding, più lontano nulla, solo grigio e nebbia.
Da una parte le tracce portano al Monte Cocco, dall’altra numerose persone salgono senza percorso obbligato i prati dolci della Cima Bella.
Giovanni ed Elena ci hanno preceduto un po’ e li ritroviamo alla Sella che si divertono con Maggie. Ci fermiamo lì per riprender fiato. Manca poco alla cima ma decidiamo di non salire. Stare fermi lì nel freddo a -7°C e nel forte vento ci fa passare la voglia e decidiamo di scendere con calma mentre inizia a nevicare. La discesa è uno spasso, cerchiamo tratti vergini per scatenare Maggie, mentre schiere di sci alpinisti si divertono a disegnare le scie ( mentre noi le roviniamo). Maggie scende a modo suo, ma anche noi.
Al bivio prendiamo per il Villaggio Cocco, seguendo la strada forestale, mentre continua ancora a nevicare.
Scendiamo fino a superare l’edificio principale dell’ex villaggio minerario per poi tagliare in discesa per una piccola radura e un fitto bosco seguendo una traccia incerta.
Memori dall’ultima escursione in Val Rauna, procediamo con cautela, però alla fine spuntiamo nei prati di ricchi di vecchi fienili sopra la valletta del Rio Tamer.
Raggiunto l’agriturismo Rosic non ci resta che affrontare l’ultima fatica: Convincere la signora a darci da mangiare. Si dimostra opera davvero difficile, la signora è scontrosa e indaffarata ma non sa con chi ha a che fare. Ci sediamo, ordino un po’ di birre e alla fine non ce ne andiamo fino a quando non svuotiamo la padellona delle tagliatelle al ragù di cervo e tutto il gulasch con polenta a disposizione. Ci risparmiamo il dolce. E la signora?.......... Perdonata.
Buon 2011
giovanni writes:burp :-)ogni ben, mandi
RispondiEliminaE mi dici che devi smaltire le libagioni delle feste e poi mi fai delle escursioni enogastronomiche :chef:
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:giovanni writes:burp :-)ogni ben, mandiburp:)
RispondiEliminaOriginally posted by lor74cas:E mi dici che devi smaltire le libagioni delle feste e poi mi fai delle escursioni enogastronomiche c'era un profumino entrando che non ho potuto resistere:p
RispondiEliminafai bene Luca dopo tanta fatica è anche giusto mettere le gambe sotto il tavolo...!!!mandiFabio
RispondiEliminaOriginally posted by Highlanders:fai bene Luca dopo tanta fatica è anche giusto mettere le gambe sotto il tavolo...!!!mandiFabiol'importante che ci stia anche la pancia...... sotto il tavolo :D mandi
RispondiEliminaUn posticino niente male e poi come dice il proverbio " non c'è ROSIC senza spine"... :D :D ciao
RispondiEliminaOriginally posted by frivoloamilano:Un posticino niente male e poi come dice il proverbio " non c'è ROSIC senza spine"... ciaoAh si? allora ........... chi non risica non Rosic(a) :D , se son Rosic fioriranno (sperando che non sian cachi) :lol: :lol: :lol:
RispondiEliminaLuca l'Alpinauta writes:gita classicissima e sempre remunerativa... sopprattutto alla fine! prosit!
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:Luca l'Alpinauta writes:gita classicissima e sempre remunerativa... sopprattutto alla fine! prosit!peccato per il tempo grigio ma le nostre belle soddisfazioni ce le siamo prese :wine: :beer: :chef:
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