lunedì 14 giugno 2010

KRN E BATOGNICA: cime da ricordare.

Enzo e Rosy, Sergio e Laura, Luciano, Luca sabato 12 giugno 2010



Krn e Batognica, Monte Nero e Monte Rosso. Avevamo deciso per una sosta questo fine settimana. La proposta però è arrivata e non ho potuto rifiutare. Il tempo favorevole, la commemorazione alpina e un altro pensiero mi hanno spinto ad accettare 

...


Il Monte Nero così chiamato dallo Sloveno Crn (Krn in realtà significa tozzo ) è una delle montagne più famose della Slovenia. Non è molto elevata ma comunque rientra nei giganti delle Alpi Giulie, se non altro per la sua forma particolare, appena la vedi dalla piana di Caporetto, da l’idea di una cima possente con il caratteristico “Lavador”. E’ una montagna molto frequentata in tutte le stagioni, seconda forse solo al più famoso Triglav. 
La sua fama è legata alle azioni belliche della prima guerra mondiale. Si ricorda specialmente il 16 giugno 1915 quando l’esercito italiano, con una azione notturna ne conquistò la cima, resistendo poi agli attacchi dell’esercito austro-ungarico. 
La cosa più bella dell’escursione di oggi è stato vedere i fiori, le genziane blu, i bottoni d’oro, le pulsatille alpine che spuntano tra le rocce, tra i reticolati e i resti delle trincee. Un giardino in fiore, la vittoria della vita. La vita che riparte dopo l'inverno, sopra il filo spinato che tante morti ha fatto, a tracciare la via sulla quale, a modo suo, si incamminerà ognuno di noi. La stessa via che hanno scelto Piergiovanni, Paolo e Sandra ( Vento Assassino quando il destino ha voluto con loro essere crudele. La stessa cima, la salita notturna per un gesto di grande amicizia.
E’ così che oggi assieme al ricordo della conquista del 16 giugno 1915, un altro ricordo, quello del 30 dicembre 1996, forte, sereno e dignitoso, un mazzo di fiori vicino ad una croce alla base del Lavador. Un mazzo di fiori, una preghiera, un minuto. 


Con questi ormai dolci pensieri mitigati dal tempo, oggi affrontiamo la classica salita del Krn per il Lavador. 
Quando lasciamo le auto nei pressi delle malghe Kuhinja, anche se è mattina presto c’è già parecchia gente e il sole splende in un cielo azzurro che ci accompagnerà per tutta la giornata.


Il sentiero sale diritto verso la cima lungo la dorsale sud, passando per la serie di fabbricati delle malghe Slapnik e proseguendo ancora diritto, fino a raccordarsi con la mulattiera che si sviluppa lungo i pendii erbosi che culminano sulla piccola cima del Kozljak. I panorami da questo punto si aprono anche verso la Valli di Caporetto e di Uccea. La foschia però impedisce di ammirare con il giusto sospiro il gruppo del Canin e le altre cime lontane. 
Una serie interminabile di tornanti e serpentine ci porta su, sotto un sole infuocato e spesso mi fermo a riprendere fiato invocando un po d’ombra che non c’è. Non ci sarà in tutto il giorno, per fortuna che la crema protettiva 50 fa il suo dovere. La mulattiera di guerra è un giardino in fiore: genziane, rododendro nano, pulsatille, anemoni, davvero bello, anche se i miei pensieri sono diretti al rifugio che sembra sempre lì. Penso ad una buona birra fresca, in questo momento forse l’amico Flavio sta bevendo una Lasko comodamente seduto al rifugio giù al lago Krnsko Jezero. 




I panorami si fanno davvero interessanti, si incomincia a vedere lontano ma, per superare i gironi danteschi occorre isolarsi e far si che il corpo si divida dalla mente. Al rifugio Gomisckovo Zavetisce c’è davvero un sacco di gente, alpini, amici del CAI, bandiere e vessilli di numerose sezioni. Oggi è una festa e la giornata è magnifica. C’è un po’ di foschia e ogni tanto qualche nuvola sale velocemente in cima, ma è poca cosa. Dopo una sosta d’oro e di schiuma, dopo che le goccioline ci hanno rigenerato la gola saliamo brevemente in cima, cercando poi di trovare un po’ di spazio per assistere alla cerimonia del Don Zuanella.




Guardo giù verso la valle del lago, so che da qualche parte ci sono i frivoli amici. 
Il monte Nero è una gran bella cima, non difficile ma oggi tutta da guadagnare, vista la fatica fatta per raggiungerla. Ma il sacrificio è ripagato dagli straordinari panorami. Nonostante le nuvole e la foschia si riesce a tratti a vedere lontano, giù verso il pittoresco lago alpino e poi lontano dove svetta il Triglav. Siamo ai margini del parco naturale e lo spettacolo lascia davvero per un attimo senza parole. 

Dopo la toccante cerimonia, l’inno degli Alpini e le frasi di rito, scendiamo lungo la ripida dorsale orientale fino alla Krnska Skrbina, la sella tra il Krn e la Batognica. Una ripida discesa di circa 200 metri tra verdi erbosi, resti di guerra e roccette. 



Risaliamo la bellissima scaletta intagliata nella roccia che ci porta sul pianoro della Batognica ricca di trincee e resti di guerra. Questo monte era la prima linea durante la guerra. Pieno di resti di trincee e residuati arrugginiti, ha una forma stranamente piana a causa delle bombe e delle numerose esplosioni. Un sacrificio di vite umane enorme.



L’escursione è davvero molto bella fino ad ora e già così sarebbe un gran bel giro. Quasi tutti infatti ridiscendono alla sella per poi raccordarsi, tramite comodo sentiero, alla mulattiera del Lavador. 
Nonostante il caldo e il già consistente dislivello percorso, noi proseguiamo come avevamo previsto. Enzo Rosi, Laura e Sergio, Luciano, a cui si uniscono anche Claudio e l’altro Luciano. Assieme proseguiamo lungo la Batognica, seguendo il sentiero, che prima di scendere verso la sella Batognisko Sedlo con una esposta ma comoda cengia erbosa piena ancora di trincee taglia le pareti che precipitano verso le malghe. 


La sella è un crocevia di sentieri, si può scendere al lago lungo la pista innevata, proseguire lungamente verso l’altipiano della Komna e verso la Planina Razor e scendere lungo la Val Luznica che è la nostra direzione di oggi. La Valle ha un aspetto pietroso, quasi lunare, è coperta ancora da tanta neve ma si percorre senza difficoltà e girando attorno al Sredni Vrh si infila sotto le pareti dello Skofic, dove ci appare il piccolo e grazioso laghetto di Luznica.



Facciamo una sosta, il laghetto è un piccolo gioiellino incastonato tra le rocce e le pietre e merita un po’ di riposo. La fatica adesso si fa davvero sentire, i piedi sono roventi e l’acqua è finita ormai già da un pezzo. Quattro litri prosciugati. Vorrei scendere al lago ma guardo l’ultima salita, la rampa di 100 mt, il sentiero che gira attorno al Maselnik. Da lì in poi tutta discesa, è che discesa. Quasi mille metri ancora ci separano dalle auto. Da buoni amici ci dividiamo 2 mele e un barattolo di Lasko che zio Enso conservava gelosamente nello zaino. Rigenerati dalla buona "birra calda" affrontiamo il sentiero spacca ginocchia e poi per tracce spuntiamo alle spalle delle malghe Planina Leskovca. Ma anche qui niente acqua, le malghe sono chiuse.



Sotto il sole scendiamo lungo la strada passando accanto alla Planina Kasina e finalmente siamo alle auto. Alle nostre spalle i prati che salgono ripidi verso le cime, le mucche al pascolo, le malghe e le alte pareti. Mi ricordano le nostre malghe del Montasio.
Non so gli altri ma a me gira la testa e devo un attimo stendermi all’ombra e allungare le gambe. 
A Pulfero c’è il ritrovo degli Alpini e del CAI e ci stanno aspettando. Prima del salame, del formaggio e del rancio alpino da favola mi scolo un litro e mezzo di acqua e poi un buon paio di bicchieri di vino, Nero ...e Rosso naturalmente. Krn e Batognica, due cime da ricordare ...... con un sorriso.











9 commenti:

  1. Il Monte Nero è arrivato all'improvviso, ma non improvviso il tuo ricordo che il tempo ha mitigato ma non cancellato.Hai camminato tra i fiori della memoria e i fiori che la montagna offre a chi la percorre.ciao

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  2. Grazie Flavio Ci sono delle volte in cui non è facile scrivere, pensi di andare fuori tema. Un pò come una fotografia, a qualcuno trasmette subito qualcosa, ad altri no. Beh! nel fare questo penso sempre che sia una scelta, una tua scelta di "libertà" dove però entrano in gioco numerosi fattori che ti possono condizionare, come quando scegli di salire una montagna, come il Monte Nero. Ciao e ci sentiamo presto

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  3. giovanni writes:La lotta che conduce verso le cime basta a riempire il cuore di un uomo.Albert Camusbella scarpinata, belle foto. insomma tutto bello in pieno stile sottosopraciao ;)

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  4. Luca l'Alpinauta writes:i ricordi movimentano la vita e danno luci calde ai posti a cui ci legano no?ma man

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  5. Originally posted by anonymous:giovanni writes:La lotta che conduce verso le cime basta a riempire il cuore di un uomo.Albert Camusbella scarpinata, belle foto. insomma tutto bello in pieno stile sottosopraciao ;)Ciao Giovanni grazie. spesso sono le improvvisate sono delle belle sorprese. un saluto :yes:

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  6. Originally posted by anonymous:Anonimo
    # 20. June 2010, 15:50
    Luca l'Alpinauta writes:

    i ricordi movimentano la vita e danno luci calde ai posti a cui ci legano no?

    ma man

    Direi di si!
    Ma man Alpinauta

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  7. non so perché ma i sentieri della memoria sono quelli a cui sono più legato, avere avuto i nonni che hanno combattuto per la mia libertà mi fa molto pensare a tutto quello che succede nella nostra Italia e nel mondo intero...bravo come sempremandi, mandiFabio

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  8. Ciao Fabioimpossibile non condividere i tuoi pensieri. E' bello però pensare alle nostre Alpi che una volta erano la prima linea e adesso invece sono un punto di unione tra popoli. Un saluto Luca e Marisa

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  9. bisognerebbe portare i potenti della terra su in montagna...allora forse avrebbero un'altra visione del mondo...mandi, mandiFabio

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