domenica 2 maggio 2010

ANELLO DI CASERA RIO NERO : L' acqua, il bosco, i fiori e i colori nel Parco delle Prealpi Giulie

Marisa e Luca 1 maggio 2010

Era da un po’ di tempo che volevamo fare una escursione a Casera Rio Nero e sempre per vari motivi abbiamo dovuto rimandare. Nel Parco delle Prealpi Giulie, nell’area protetta a ridosso dei Monti Musi andiamo finalmente a scoprire suggestivi paesaggi. Ad ogni passo, nel piacere del silenzio, sentiamo la voce dell’acqua, la luce che filtra nel bosco, la varietà floristica e i colori della natura, in un territorio ricco di significativa bellezza, in equilibrio tra l’ambiente naturale e selvaggio e l’impronta dell’uomo e la sua storia.
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Dalle case di Tigo presso S.Giorgio una passerella attraversa il torrente Resia e ci introduce nella strada forestale che a destra si avvia verso la valle del Rio Nero.





Nella prima mezz’ora praticamente in piano attraversiamo radure e boschetti tra fioriture di anemoni e genziane, qualche piccolo stavolo ben curato, per poi giungere alla confluenza del torrente Rio Nero con il torrente Resia. Per un attimo ci stupisce l’abbondante fioritura di Camedrio, sembrano dei tappeti di fiori sulle pietre del torrente.





Sempre seguendo il sentiero CAI 703 cominciamo a risalire sulla sinistra orografica del torrente abbastanza dolcemente. Quando la gola si stringe e il percorso sembra diventare impossibile per il formarsi pozze d’acqua, improvvisa si stacca una traccia che a strette serpentine velocemente acquista quota sopra la profonda forra.



Mi fermo a scattare qualche foto mentre Marisa va avanti e mi precede di un po’ lungo lo spettacolare percorso. Da un primo aereo costone si può ammirare giù in fondo la forra e sentire l’acqua scorrere tra le rocce. L’esposizione è notevole ma non ci sono difficoltà, una serie di cavi metallici e balaustre in legno accompagnano il percorso tagliato a picco nella roccia. Si sale in diagonale fino ad un ripiano dove tra i rami degli alberi gli sguardi possono spaziare verso le Cime di Campo, mentre dietro, velato da una leggera foschia si intravede la sagoma del Cimone.









Il percorso è splendido, come la giornata e la varietà floristica alpina è davvero molto bella. Questo però non deve far distrarre dal sentiero che richiede un minimo di attenzione. Ancora tratti attrezzati e passerelle in legno e poi si cominicia a scendere a stretti tornanti verso il greto in corrispondenza della confluenza del Rio Nero con i minori Rio Ouzi e Iacimene e Plachie.


L’ambiente aspro e selvaggio è addolcito da una comoda passerella che supera il rio per portarci a ridosso di un ripidissimo canalone pietroso. L’acqua azzurra e verde che scende dalla montagna fa sentire tutto il suo rumore sbattendo sulle rocce calcaree e formando continue cascatelle e graziose e profonde pozze colorate.








Dopo un attimo di pausa affrontiamo il canalone che si risale a strettissime serpentine su terreno ghiaioso e ripido. Comunque a parte la fatica e il rischio di caduta di massi non presenta problemi particolari.
Risalito il ghiaione il paesaggio cambia, si entra nel bosco di faggi. La roccia e le profonde incisioni della forra, il verde azzurro scrosciare dell’acqua sono sostituiti da un denso bosco. Alcuni tratti scivolosi sono ancora protetti da cavi, il sentiero sale e poi ridiscende fino quasi al greto e quando l’acqua si getta con impeto tra le rocce, risale ancora e si appiana nel bosco.
Il rumore si allontana e viene sostituito dai versi di un cuculo e dal martellare insistente di un picchio. Il bosco in questo tratto è davvero molto bello, la luce dei raggi del sole cerca di filtrare tra i densi rami dei faggi ormai ricchi di verdi foglie che acquistano colore, mentre con i nostri passi percorriamo la lettiera del sottobosco.



L’ultimo tratto prima della Casera Rio Nero che appare quasi all’improvviso è caratterizzato da numerosi alberi divelti e rovesciati a terra dalla forza di una tromba d’aria e il sentiero si snoda tra i tronchi e affioramenti di pietra e residui.
La Casera Rio Nero sorge su uno splendido spiazzo prativo contornato dal bosco. Da lì lo sguardo spazia verso il Monte Lavara e le cime di Campo separati dalla forcella Campitello. Ci fermiamo alla Casera per una lunga pausa. Il posto è molto carino e merita una sosta, la casera è ben attrezzata e ben tenuta e a giudicare dalle firme anche discretamente frequentata.



La bellezza particolare del percorso, la ricca varietà floristica e le peculiarità paesaggistiche che caratterizzano questo angolo di parco, valgono già tutta l’escursione, ma le varie tonalità dei colori, vivaci e ricchi di sfumature, la curiosità che ci spinge ancora una volta a scoprire tracce di sentieri, pensieri e punti di vista, fanno si che accompagnati dal silenzio della montagna e del bosco decidiamo di proseguire.
L’idea sarebbe di salire a Forcella Campidello per andare a dare una occhiata dalle parti della casera Confin, ma alcuni canaloni ancora coperti di neve ci fanno cambiare idea. Saliamo comunque per il ripido sentiero verso la Forchia a strette serpentine, oltrepassando qualche scivoloso residuo di inverno. Questo tratto di sentiero fino alla forcella è completamente invaso da alberi divelti e pertanto, oltre che faticoso anche poco remunerativo, mentre dalla forcella in poi un altro bel sentiero scende verso Lischiazze. Nuvoloni minacciosi fanno la loro comparsa sopra le rocce del Cjadin e il sole se ne va.





Come cambia la giornata cambia anche l’ambiente. Per un tratto, il bosco dalla Forchia è caratterizzato da bassi faggi in veste ancora invernale, da questo versante ancora lingue di neve e alberi spogli. I segnavia del sentiero sono più radi e la neve nasconde le tracce. Sembra che da questa parte non sia passato nessuno da un po’. Lasciamo tracce del nostro passaggio costruendo qualche ometto amico.
Il segnavia dopo un po’ si fa nuovamente evidente e si esce dal sottobosco attraversando in rapida discesa tratti un po’ aperti caratterizzati da fioriture d’erica e fior di stecco. Davvero niente rispetto all’altro versante. Le nuvole basse nascondono i panorami verso il Sart e il Canin, però la luce primaverile, nonostante minacci temporale, si diffonde e le pendici boscose acquistano verdi colori di primavera. L’ultimo tratto di bosco è un’altra gratificante sorpresa. La luce indiretta del cielo grigio accende le foglie dei faggi donandogli una tonalità di verde particolare. Sembra quasi che il bosco viva di luce propria. La sensazione è quella di una vitale serenità. Il bosco è sano e questo è bello.



Usciamo dal bosco sulla strada che porta a Sella Carnizza e attraversando i paesetti di Lischiazze e Gost ci avviamo verso Tigo. L’ultimo tratto di discesa nel bosco fino al greto del torrente Resia ci regala ancora qualche cosa.





Nei pressi della passerella, dopo una leggera pioggia, il sole torna a splendere tra i rami degli alberi, con la sua dolce luce del pomeriggio primaverile, colorando il torrente Resia.
L’acqua, il bosco, i fiori e i colori.[/B] L’aspra e stretta forra, la sinuosa gola ricca di acque verdi smeraldo, il bosco, vitale e malinconico, i fiori che punteggiano qua e là con i loro vivaci colori sono un regalo del Parco delle Prealpi Giulie. Alla fine il percorso oltre che gratificante è anche abbastanza lungo, insomma fa venir sete e Resiutta è vicina.



< TUTTE LE FOTO DELL'ESCURSIONE NELLA PRESENTAZIONE>



20 commenti:

  1. Wow! Che bell'itinerario! Vicino casa eppure isolati esploratori. Quanti bei gioielli a portata di mano. ;) ciao

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  2. Davvero un bel posto. Uno dei pochi ecosistemi ancora rimasti praticamente intatti. Lo stesso torrente Resia conserva ancora gran parte del suo stato naturale. Speriamo che resti così ..........:)

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  3. Ciao Luca,complimenti per le belle foto: quelle dei fiori e quella della cascata "slow motion" sono particolarmente belle.A risentirci.Paolo (un po' latitante questi ultimi tempi :))

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  4. giovanni writes:... gia', Luca speriamo resti cosi'ciao

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  5. Originally posted by anonymous:giovanni writes:... gia', Luca speriamo resti cosi'ciaoavevo sentito parlare di un progetto di centrale elettrica alla confluenza del Rio Barman con il Torrente Resia, ma sembra che per il momento sia stato fermato. Sarebbe un peccato perchè il Resia diventerebbe un torrente secco!!!! :( Mandi

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  6. Originally posted by paulicca:Ciao Luca,complimenti per le belle foto: quelle dei fiori e quella della cascata "slow motion" sono particolarmente belle.A risentirci.Paolo (un po' latitante questi ultimi tempi Ciao Paolo grazie per la visita. Adesso però mi aspetto qualche nuova puntata. Sei rimasto sul Montasio ? :D :D Ciao a presto.

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  7. Ogni volta metti foto più belle, ti stai allenando per il prossimo concorso?Complimenti

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  8. Originally posted by lor74cas:Lorenzo # 5. May 2010, 12:59
    Ogni volta metti foto più belle, ti stai allenando per il prossimo concorso?

    ComplimentiGrazie Lorenzo. è una cosa che mi diverte e mi affascina e cerco di fare del mio meglio .......l'importante è quello.:)

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  9. Originally posted by luca_63:Ciao Paolo grazie per la visita. Adesso però mi aspetto qualche nuova puntata. Sei rimasto sul Montasio ?Come ho già scritto tempo fa, sono diventato un po' un pigrone nei confronti della montagna (quest'anno le ciaspe non hanno mai avuto contatti con la neve :)).Unica parentesi a gennaio sul Matajur e sul Lussari.WlaG10

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  10. W LA G10:up:

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  11. the dharmabum writes:Gran bel posto, ci sono stato un paio di giorni prima, però facendo l'anello completo del Cuzzer ( splendido panorama ).Davvero belle le foto.Ciao e buona montagna.Fab

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  12. Originally posted by anonymous:Anonimo
    # 16. May 2010, 22:44
    the dharmabum writes:

    Gran bel posto, ci sono stato un paio di giorni prima, però facendo l'anello completo del Cuzzer ( splendido panorama ).

    Davvero belle le foto.

    Ciao e buona montagna.

    Fab

    Ciao Fabrizio
    ho letto del tuo splendido e lungo viaggio nel continente africano, una bella impresa. Attendo di vedere le foto che saranno sicuramente splendide.

    Davvero un bel posto Casera Rio Nero. Mi è dispiaciuto non salire sul Cuzzer ma il tempo era così così e pensavo ci fossero residui di neve. Vale la pena tornare ! :)

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  13. Luca writes:Ciao a tutti,posso chiedervi qualche informazione in più sulle dotazioni della casera?? c'è per caso una griglia? ho letto che ci sono cucina e stoviglie...o è meglio che per cucinare ci portiamo tutto?? GRAZIE! :)

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  14. Originally posted by anonymous:Luca writes:Ciao a tutti,posso chiedervi qualche informazione in più sulle dotazioni della casera?? c'è per caso una griglia? ho letto che ci sono cucina e stoviglie...o è meglio che per cucinare ci portiamo tutto?? GRAZIE! :)quando ci siamo stati noi c'era un gruppo di persone che aveva passato la notte e c'erano pentole e tutto il necessario per cucinare . Non ricordo di aver visto una griglia . Ciao ciao :up:

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  15. Sandra Tubaro writes:Sono stata di recente alla casera Rio Nero col giro del Cuzzer. La casera è tenuta benissimo! sia come arredi che come camere, acqua corrente, ecc. D'inverno viene qualcuno a chiudere l'erogazione del'acqua. Splendido anche il tratto sulla forra del torrente. ciao e buone gite!

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  16. Originally posted by anonymous:Sandra Tubaro writes:Sono stata di recente alla casera Rio Nero col giro del Cuzzer. La casera è tenuta benissimo! sia come arredi che come camere, acqua corrente, ecc. D'inverno viene qualcuno a chiudere l'erogazione del'acqua. Splendido anche il tratto sulla forra del torrente. ciao e buone gite!Ciao Sandra, grazie del passaggio. ricorderò sempre con piacere questo itinerario, in particolar modo la forra del torrente , ma anche il piacere di trovare una Casera trattata bene , con rispetto. Tutto l'ambiente circostante è stato comunque una bella sorpresa . Un saluto anche a Ivo e come sempre , buon lavoro e buone gite anche a voi . Luca e Marisa

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  17. Era il 08 gennaio 1965,la 76 com.partiti da Chiusaforte via Sella Segata Borgo Lischiazze,abbiamo
    Pernotto a casera Rio Nero.Dovevamo arrivare a Venzone ma per causa cadute di valanghe per la
    troppa neve,siamo tornati indietro e abbiamo raggiunto Venzone per la statale 13


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  18. Risposte
    1. percorso fatto ormai parecchi anni fa, indicativamente posso dire 6/7 ore tutto il giro, poi dipende soggettivamente

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