mercoledì 31 marzo 2010

ANELLO DEI BORGHI DI MOGGIO: vecchi borghi dove il tempo si è fermato

Marisa e Luca 27 marzo 2010


Vecchi sentieri percorsi dall’uomo, lunghissime mulattiere del passato utilizzate nel tempo per raggiungere i paesi sperduti nelle valli montane.

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Dopo la traversata Illegio Campiolo alla scoperta del vecchio borgo di Stavoli, dopo vecchi borghi abbandonati di Palcoda e Tamar in Val Tramontina, nello scorso novembre durante una escursione nella zona di Cimadors abbiamo scoperto i piccoli paesi di Badiuz e Poldos lungo la strada interpoderale che collega Grauzaria in Val Aupa con le Moggesse. Poche case, paesi quasi dimenticati, che in realtà nascondo scampoli di vita, tenuti in piedi grazie alla passione e alla caparbietà di poche persone che fanno rivivere il ricordo del passato dopo che il terremoto del 76 ha cercato di portarlo via del tutto. Case ristrutturate, fontane in pietra dei primi del 900 che sgorgano acqua pura e fresca, orticelli coltivati, prati falciati, curati a nuovo.
Avevamo notato le indicazioni per le Moggesse, ci eravamo ripromessi di andarle a visitare e lo abbiamo fatto percorrendo i vecchi sentieri che da Moggio Alto portano nella Valle del Monticello e poi verso Moggessa di qua e Moggessa di là.
Un sentiero che parte da dietro le case del borgo di Travasans a Moggio Alto si immerge nel bosco, costeggiando il rio omonimo. Iniziamo l’escursione dopo una breve chiacchierata con un gentile signore, parlando di sentieri, tradizioni di vita passata, ricordi del sisma e vecchi aneddoti. Superato un vecchio ponte in pietra il sentiero sale nella pineta, attraversando più volte il rio. Resti di una vecchia bicicletta sembrano quasi messi lì a ricordo di qualcuno che forse è sceso un po’ troppo veloce......







Un lungo tratto ripido e a svolte successive ci porta alla piccola insellatura della Forca, attraversando in diagonale il bosco misto di pini e faggi illuminato dai raggi di un sole mattutino che sa di primavera.



Prima di calare sull’opposto versante vado a dare una occhiata verso il Monte Cesaris dove si apre una discreta vista sulla Creta Grauzaria e il Cimadors, poi giù lungo la cengia erbosa del Malar a tratti un po’ stretta ma che tranquillamente ci porta dopo verso la valle del Monticello e verso il paesino di Borgo di Mezzo (Poldos).



Camminiamo lungo una bella mulattiera contornata da muretti in pietra avvolti da un soffice strato di verde muschio. Qua e là primule ed erba trinità. Un bel sentiero con una bella vegetazione primaverile che consente una gradevole escursione. Ogni tanto gli sguardi possono andare lontano verso l’Amariana, verso il gruppo del Palasecca, il Cimadors e le creste ardite della Grauzaria.
Una strada di servizio in breve da Borgo di Mezzo ci porta verso il piccolo borgo di Morolz. Poche case, quasi tutte ristrutturate con grande cura da persone appassionate. Sembra quasi che sperino che qualcuno passi di lì, per poter scambiare qualche parola, un “ciao”, un “come va”, e poi si inizia a parlare, a raccontare ……. a ricordare il passato.



Per noi che passiamo, ospiti, una sensazione strana, una sorta di malinconico apprezzamento, un cordiale rispetto per questa gente che cerca di mantenere in vita questi piccoli angoli di mondo.
Seguiamo il sentiero che coincide con una strada per un lungo tratto a fondo cementato attraversando più volte il Rio Mulin ricco di piccoli ma continui affluenti che versano le loro giocherellanti acque bianco verdi nel torrente con brevi salti e sorridenti cascatelle.





La strada ancora contornata da muretti in pietra con continui brevi saliscendi ci porta a Moggessa di Là. Entriamo nel vecchio borgo, nelle strette vie tra le vecchie case, quasi tutte abbandonate, sembra di ritornare indietro nel tempo.









La casa a doppi archi, vecchie fontane in pietra, muri scrostati, vecchie porte in legno consumate dalle stagioni, attrezzi di antica vita contadina. Sembra che tutto si sia fermato a tanti anni fa. Un signore sta facendo dei lavori nella casa “dei vecios” e sembra orgoglioso di farci vedere il suo operato, il suo impegno atto a ricordare la fatica di una vita vissuta in questi piccoli borghi sospesi sopra le acque del Glagnò e sospesi sopra i ricordi del tempo.
Oltre la valle i prati di Stavoli e l’Amariana. Seguendo la mulattiera scendiamo verso il Rio del Mulin che si attraversa con un ponte in pietra. Più a valle un Mulino distrutto ricordato come il Mulin di Mujesce o di Marie Lungie ultima proprietaria.
A Moggessa di qua la situazione è decisamente peggiore, le case sono quasi tutte completamente distrutte. A parte un paio di ristrutturazioni, tutto il resto sono ruderi abbandonati dove la natura sta cercando di riprendere quello che era suo.





Non c’è nessuno, il silenzio avvolge il momento. Ci fermiamo finalmente per una pausa merenda. Il cielo che fino a questo momento era splendidamente azzurro si riempie di grigie e minacciose nuvole. Il vento soffia trai muri, tra le finestre prive di vetri e strani suoni sembrano uscire dalle case, cigolano i cardini di vecchi scuretti in legno che vanno a sbattere contro i muri.
Faccio un giro tra le case del vecchio borgo alla ricerca di particolari interessanti, anche qui un paio di case ristrutturate, due o tre al massimo, una è aperta. I borghi sono davvero antichi, sembra che i primi insediamenti siano del 500. Dai prati dietro le case si vede bene Stavoli e Moggessa di là sotto il Cimadors Basso, si vede l’intaglio della valle del torrente Glagnò che sale verso la forca di Nuviernulis.
Usciamo dalle Moggesse in silenzio, ancora tra vecchi muretti e abbeveratoi e dopo un breve tratto in salita usciamo nel tratto di mulattiera che attraversa la zona erosa sopra i dirupi che precipitano sul sottostante Rio Moggessa.





Alcuni tratti rinforzati agevolano il passaggio sul terreno friabile, poi dopo un ultima salita, raggiunta una forcella si inizia a scendere verso Moggio. Sembra quasi che la forcella sia una sorta di porta immaginaria che divide il presente dal passato, da una parte le vecchie borgate delle Moggesse indietro nel tempo, dall’altra le sorridenti case di Moggio Alto e il panorama sulla Valcanale.
Ci sono alcune lapidi lungo il sentiero, su qualcuna si legge qualcosa sulla pietra.” Giuseppe Gardel di Bortolo 13 dicembre 1900 30 agosto 1915………………………. Precipitò nel Mulino“.






Chissà quanta gente è passata sopra questi sassi, con il suo carico portato a mano, con fatica, con sforzi che per noi oggi non sono concepibili. Cerchiamo di portarci dentro questi ricordi di vita strappata alla montagna mentre scendiamo a valle verso la nostra “gratificante povera” esistenza.

13 commenti:

  1. giovanni writes:un tuffo nel passato un sussulto del mio cuore.grazie luca! buona pasqua a te e marisaa presto

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  2. Siete andati con passo lieve a guardare e raccontare un mondo passato e lontano ...un mondo che adesso in molti desideriamo.Buona Pasqua, sperando che non sia bagnata(che dice NIVES? :D )Flavio e Marisa

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  3. Originally posted by anonymous:giovanni writes:un tuffo nel passato un sussulto del mio cuore.grazie luca! buona pasqua a te e marisaa prestoGrazie Giovanni, buona Pasqua anche a te.

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  4. Originally posted by frivoloamilano:frivoloamilano # 31. March 2010, 17:08
    Siete andati con passo lieve a guardare e raccontare un mondo passato e lontano ...un mondo che adesso in molti desideriamo.

    Buona Pasqua, sperando che non sia bagnata(che dice NIVES? )

    Flavio e Marisa



    Ciao Flavio e Marisa
    abbiamo cercato di raccontare con poche e semplici parole quello che abbiamo visto e sentito, il tutto condito con buona aria, di fresca primavera :)

    un salutone, Buona Pasqua e a presto.
    Luca e Marisa

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  5. Luca l'Alpinauta writes:bellissimo! ne conoscevo l'esistenza, ma non hanno mai attirato l'attenzione. Sono veramente dei posti belli, anche lo scorcio sulla grauzaria, magnifico

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  6. Originally posted by anonymous:Luca l'Alpinauta writes:bellissimo! ne conoscevo l'esistenza, ma non hanno mai attirato l'attenzione. Sono veramente dei posti belli, anche lo scorcio sulla grauzaria, magnificoVale la pena dedicare una giornata a questi posti antichi, scoprirne i segreti, sono davvero belli e ricchi di pathos. Ciao Alpinauta e auguri di Buona Pasqua a tutta la AlpinfamilyLuca e Marisa :)

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  7. Penso che questo sia uno dei più bei racconti e sequenza di foto del tuo sito.Buona Pasqua

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  8. Ciao Lorenzo grazie per il commento, è bello e fa piacere.:up: Buona PasquaLuca e Marisa

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  9. Fabio writes:Tanti auguri di Buona Pasquada Fabio e Deborahmandi, mandiFabioP.S.Le foto sono davvero molto belle...

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  10. Silenzi d'Alpe writes:Il silenzio, estatico, è d'obbligo in questi casi !!ciao e auguri di Buona Pasqua, sia pure un po' tardi !Silenzi d'Alpe

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  11. Originally posted by anonymous:Silenzi d'Alpe writes:Il silenzio, estatico, è d'obbligo in questi casi !!ciao e auguri di Buona Pasqua, sia pure un po' tardi !Silenzi d'AlpeAbbiamo attraversato questi luoghi in rispettoso silenzio, respirando il passato. Auguri anche a te Andrea Luca e Marisa Ricambio molto volentieri gli Auguri,

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  12. Originally posted by anonymous:Fabio writes:Tanti auguri di Buona Pasquada Fabio e Deborahmandi, mandiFabioP.S.Le foto sono davvero molto belle...grazie Fabio, un piacere la tua visita e rinnovo gli Auguri Mandi

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  13. sylva writes:J'Ai same effectué le parcourt le 15 avril. Merveilleux ...Merci Travers a tes photos et tes commentaires de me faire Tant d'émotions REVIVRE ..

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