domenica 15 novembre 2009

CASERA CONFIN E UNGARINA : autunno in Val Venzonassa , tra vecchi borghi, boschi e casere

Marisa e Luca 15 novembre 2009

Un po' di incertezza meteo e la serata prolungata ma piacevole di ieri sera, una raffica di grappette di ogni colore, bistecche, salsicce e polenta e qualche fettona di dolce avrebbero fermato volentieri chiunque, cullati e quieti sotto le coperte a riposare. Così tanto male qualche volta non fa.Ma la ragione non sente. Tutto questo per dire che noi, invece siam partiti solo mezz'ora più tardi del solito, decidendo all'ultimo momento cosa fare. Intanto andiamo a curiosare in Val Venzonassa, poi quando siam là vediamo.

...


Da Venzone, più precisamente dal borgo di Sottomonte, saliamo in Val Venzonassa lungo la strada forestale, che in qualche chilometro ci porta a Borgo Costa, dove sull'ansa di un tornante, in corrispondenza di una scritta rossa sul guard-rail"divieto di transito" lasciamo l'auto. Siam partiti con il cielo piatto e grigio, ma in breve il sole si fa largo, almeno per un po', tra le nuvole e l'azzurro fa capolino il Plauris. Un bel disco luminoso e caldo sale sopra l'alta Via del Cai Gemona, tra il Cuel di Lanis e il Chiampon. Lasciamo perdere i cartelli indicatori per la Chiesetta di S.Antonio e Malga Confin per imboccare la strada in discesa.



La Val Venzonassa ci appare subito aspra e selvaggia, con la sua profonda forra, una decisa incisione tra la Catena dei Musi e quella del Chiampon. Soli soletti, da subito subiamo la notevole sensazione di isolamento. Si sentono solo l'acqua del torrente scendere in fondo alla valle, tra i fitti boschi e i nostri passi sul fondo ancora asfaltato prima della galleria. Sopra di noi appare la cima del Plauris imbiancata di neve e ancora in alto sentiamo il verso di due splendide piccole aquile. Le vediamo, lassù, padrone del cielo. Dall'altro lato appare la lunga cresta che dalla forca di Ledis va a spegnersi verso Passo Tanamea, per lasciar spazio al Gran Monte. Le cime sono imbiancate di neve che scende a fondersi con i colori ancora caldi dell'autunno. La strada forestale, che ha preso il posto di un vecchio sentiero, prosegue abbastanza piacevole, con qualche piccolo strappo, per poi ridiscendere e risalire ancora. Tratti di fitta vegetazione alternati a scorci panoramici sulla valle ci portano a superare i ruderi spettrali di Borgo Maieron e poi, sempre seguendo le forme della montagna,raggiungiamo il piccolo borgo di Prabrunello.



Tre case, gradevolmente ristrutturate, quasi in bilico sulla forra della Val Venzonassa. Ci troviamo all'altezza del Livinal di Confin e tralasciando prima le indicazioni per Piandi Frassin e poi per Forcella Tacia, decidiamo finalmente cosa fare oggi. Seguiamo ancora la pista forestale a tratti ghiaiosa, che con regolare pendenza, a successivi tornanti, si avvia decisamente verso nord lungo il costone delle Pale dei Baraz.



La vegetazione selvatica di fondo valle lascia il posto a splendidi boschi prevalentemente di faggi, alti e sottili faggi, colorati con amore dalla stagione. Le foglie cadute non danno la sensazione di camminare sulla strada ma in mezzo al bosco. Una piccola sosta presso una bella radura prativa e poi su, ancora su, lungo la forestale verso Malga Confin.



Improvvisamente si esce dal bosco e la vista si apre regalandoci l'anfiteatro del gruppo Plauris - Lavara, lontano a destra verso la Cima di Campo si intravede Malga Confin. Distratto dall'ambiente non mi accorgo di un ometto di pietra che ci avrebbe consentito di risparmiare un pò di percorso. Ma che importa, seguiamo ancora la strada fino al bivio tra le casere. Saliti di quota ci fermiamo un po' a guardarci attorno. Il sereno è andato da un po' e il cielo grigio tende ad appiattire le prospettive, ma non ci impedisce di guardare lontano, verso il Chiampon e verso valle dove si sta formando un bel mare di nubi che spero di fotografare da Casera Ungarina, mentre dalla Sella Campidello, tra il Cadin e il Lavara si fa avanti la nebbia.






Un po' di azzurro cerca di resistere ma poi il grigio prevale. Comunque la luce, una strana luce riesce a filtrare, sicuramente attenuata ma sufficiente a disegnare con chiarezza i contorni delle montagne, creando una sorta di alone. Da Casera Confin dopo una sosta raggiungiamo il piano di Malga Ungarina.



Prima che le nubi e la nebbia assorbano tutto definitivamente faccio solo in tempo a portarmi a casa uno scatto riflesso di montagna.



Lasciate con un po' di tristezza per il maltempo le costruzioni della malga, tra la fitta nebbia, cerchiamo le indicazioni del sentiero che scende a valle verso Venzone. Varie piste partono dalla casera, verso il Plauris passando sotto lo Jof di Ungarina, poi un'altra che sale a forca Slips e con la nebbia ci mettiamo un po'ad individuare il segnavia biancorosso della traccia che scende una ventina di metri sotto di noi. Un bellissimo sentiero entra nel bosco, dove è facile seguire il percorso anche se a tratti la nebbia cerca di filtrare tra i rami. Sale insidiosa dal fondo della Valle, poi se ne va, poi ritorna ancora alle nostre spalle scendendo dal versante del Plauris. Il bosco è molto bello e ci protegge, un sentiero selvatico, coperto di foglie si snoda sviluppandosi tra i faggi, bassi e fitti, dalle forme più strane.



Tra i fumi gli alberi sembrano esseri viventi, ognuno con la sua storia, parlano tra di loro, ma anche con noi, e il leggero vento che soffia sembra quasi portare i loro lamenti lungo il saliscendi che segue le rientranze del canalone del gran Rio.



A tratti, nella nebbia, è difficile individuare il segnavia successivo, ma come per magia all'ultimo momento il rosso e il bianco si materializzano sui dolci tronchi. Superato uno spallone, dove per un attimo il bosco si dirada, dobbiamo risalire il costone per aggirare una frana mentre la fatica inizia decisamente a farsi sentire. Passando accanto ad una parete rocciosa la evitiamo con alcuni brevi svolte per uscire su una bella cengia, dove, approfittando di una schiarita, si gode ancora belle viste sul Plauris e sulla sella dove sorge Casera Ungarina e sul fondo valle immerso nelle nuvole.



Anche oggi incrociamo lo sguardo con il nostro amico capriolo che per un attimo sta fermo per poi sparire tra gli alberi (c'è chi ha un gracchio per amico, noi abbiamo un capriolo che spesso ci segue lungo i nostri sentieri sottosopra).
In discesa, costante e decisa, raggiungiamo finalmente il bivio che in breve ci porta lungo il sentiero verso borgo Costa.



Una breve deviazione alla chiesetta di S.Antonio e poi giù che è quasi buio. Meno male che la nebbia da un po' ci ha lasciato. Stare a casa no eh? Macchè, anche oggi un bel giro, solitario, interessante, in un bel bosco autunnale. E' quasi sera quando le quinte sovrapposte della Val Venzonassa si chiudono anche oggi dietro il sipario riportandoci con i piedi per terra, verso casa.


< LE FOTO DELL'ESCURSIONE NELLA PRESENTAZIONE>

8 commenti:

  1. giovanni writes:alla peppa che seratina, si' ma poi si va in ungarina!una delle ultime foto con il contrasto dei tetti verdi e i prati secchi... maghnifica!ciao luca & marisa

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  2. la foto dei tetti è sicuramente bella, ha colpito molto anche me, ma che impatto visivo! Credo vedano quei tetti anche dalla stazione spaziale.Ciao

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  3. Luca l'Alpinauta writes:Caro Orso di Cividale, la cucina del Ballico invitava a restare a letto a meditare, ma alla fin fine la voglia ha il soppravvento e si affronta il gelo della casa addormentata e via!

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  4. Un'altra bella escursione con il fascino dei colori e delle atmosfere di questa stagione. I tetti verdi, un contrasto che esalta ancora di più queste connotazioni. La foto con il riflesso della montagna fa pensare a posti lontani. Il capriolo non si fa fotografare.... quando vede l' "orso" scappa! ;) ciao

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  5. Originally posted by lor74cas:lor74cas # 20. November 2009, 09:13
    la foto dei tetti è sicuramente bella, ha colpito molto anche me, ma che impatto visivo! Credo vedano quei tetti anche dalla stazione spaziale.

    Ciao

    anche la Confin ha i tetti verdi e si vede da lontano , l'effetto è strano ma piacevole.
    Mandi

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  6. Originally posted by anonymous:giovanni writes:alla peppa che seratina, si' ma poi si va in ungarina!una delle ultime foto con il contrasto dei tetti verdi e i prati secchi... maghnifica!ciao luca & marisa:D :D . niente male l'Ungarina per smaltir la seratina.

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  7. Originally posted by frivoloamilano:Il capriolo non si fa fotografare.... quando vede l' "orso" scappa! a differenza del gracchio vanitoso, il capriolo mi sfugge, ama troppo la libertà. Però un pò di capriolo con la polentina molle......:chef: uuhmm!!!(che orso!) Mandi Luca e Marisa

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  8. Originally posted by anonymous:Anonimo
    # 20. November 2009, 14:46
    Luca l'Alpinauta writes:

    Caro Orso di Cividale, la cucina del Ballico invitava a restare a letto a meditare, ma alla fin fine la voglia ha il soppravvento e si affronta il gelo della casa addormentata e via!

    oh! Insome! un girut, par privignì brutis malatiis. :D :D :D

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