mercoledì 22 aprile 2009

I CAMPANILI DEL LANDER: Una breve bella escursione sotto il circo franoso del Monte Cucco .

Marisa e Luca ( due contadini, un carretto, due cani e un cavallo) domenica 19 aprile 2009


le previsioni meteo non sono rosee per questo fine settimana. Internet, tecnologie e previsioni varie non promettono nulla di buono e pertanto arriva sabato sera che non si decide ancora niente. Certo stare tutto il giorno a casa proprio mi pesa. Intanto andiamo a nanna senza programmi poi si vedrà.

...


Il bello di questa nostra magnifica terra è che se vuoi puoi decidere in un attimo. Apri la cartina, punti il dito e qualcosa vien fuori sempre anche all’ultimo minuto. Mi alzo presto domenica e il tempo è piuttosto variabile tendente al brutto, che fare? Invece di credere al meteo dell’ultima ora guardo il Mataiur:” non ha il cappello , pertanto oggi in montagna, almeno per po’ di ore non pioverà di sicuro”. Così dicevano i vecchi e io gli credo, almeno un pochino …… ( c’è sempre la nuvola di Fantozzi !!!!)e si parte verso la Carnia.
Salendo l’autostrada il cielo si chiude sempre più e a Gemona piove. Marisa mi guarda cercando di incenerirmi all’istante. Con ostentata sicurezza “tranquilla baby che oggi non piove in montagna, lo dice mio nonno”. Infatti da Carnia in su non piove più. Il cielo è grigio ma le nuvole son molto alte, oltre i monti e le vette imbiancate si vedono distintamente. Mi autoconvinco per non mostrare segni di resa e intanto prendo di mira un agriturismo fuori Arta Terme come eventuale ripiego. Una stradina dopo Piano d’Arta ci porta alla Maina della Madonute dove senza rivolgermi parola Marisa indossa gli scarponi e si avvia su per la forestale sotto un cielo grigio, grigio. Ma perché ce l’ha con me? Mica piove.
Non mi resta che far finta di niente e raggiungerla sfoderando un sorriso.
A sinistra saliamo una bella mulattiera con tratti lastricati, con protezioni in legno e qualche cartello tematico descrittivo del sentiero del Lander, diretti all’omonimo bivacco. Il contatto con la natura, il bosco, la tranquillità del luogo fanno subito effetto e il cielo vien quasi subito dimenticato. Dopo un tratto, in corrispondenza di una ancona votiva incontriamo due abitanti del luogo intenti sembrerebbe alla pulizia del sentiero. Un trattorino, un carretto , sopra erba, piccone e motosega. Sembrano proprio intenti a sistemare il sentiero. Strano, penso tra me e me, mi pare che sia già ben tenuto. Scambiamo quattro chiacchiere sul loro lavoro e proseguiamo. Brava gente, così pare. Il sentiero si snoda abbastanza comodo in un bellissimo bosco di alti abeti e faggi. Superiamo la graziosa radura di Paruscin con il vecchio stavolo di Beput, per immergerci ancora nell’abetaia che pian piano si trasforma lasciando spazio ancora a stupendi faggi.

Marisa mi precede mentre mi fermo a scattar foto e con piacere mi accorgo che il malumore è definitivamente passato e di pioggia neanche l’ombra e così archivio definitivamente l’argomento, cancellandolo dai miei pensieri.
Vedo Marisa ferma sul sentiero poco più avanti e mi fa cenno di far piano e in silenzio. Due caprioli salgono silenziosi nel bosco, poi si accorgono di noi e spariscono tra gli alberi. Peccato, niente immagini per loro.
Non è strano in questa stagione e in questi luoghi incontrare questi animali. In alto le montagne sono ancora piene di neve e loro scendono a valle in cerca di cibo. Sicuramente molti son morti durante l’inverno con tutta questa neve.
Più strano è invece incontrare due cani soli, assetati e piuttosto storditi.
Per un po’ ci accompagnano gratificati dalle nostre attenzioni e carezze, ma sembrano agitati, guardano spesso verso giù in cerca di qualcosa. Poi come sono comparsi spariscono dal sentiero. Strano posto.
Ancora un breve tratto di bosco con qualche bella vista sul comprensorio dell’Arvenis e Tamai e poi il panorama di apre.


Salgo brevemente su un prato tappezzato di erica per gustarmi splendide viste sulla valle del But. Poi ancora un breve tratto di faggeta per raggiungere un altro bellissimo spazio verde occupato da uno stavolo.


Una breve visitina attraversando il prato coperto di crochi , viole , primule e soldanelle e poi, abbandonando la mulattiera ci dirigiamo verso il bivacco Lander che sorge su uno splendido terrazzo. Una scritta nel nostro caro linguaggio invita al riposo e alla meditazione “Viandant , chi tu rives sudat, fermiti, pause, tire un fregul di flat, cjaliti a tor e lase chest luc cusì, come tu las cjatat”.



Dietro il bivacco un sentiero si inerpica sul pendio affacciandosi costantemente sulle voragini de “lis Vinadiis”del Monte Cucco e del Monte di Rivo. Curiosi campanili di roccia friabile caratterizzano questa grande erosione.

L’azione costante dei rio Randice nel corso dei secoli ha creato uno spettacolare bacino con creste sottili, intagli nella roccia e stretti e friabili pinnacoli. Il vento e gli agenti atmosferici hanno modellato questo magnifico canyon. Su una sottile cresta la Madonnina del Lander veglia sulla vallata.

Restiamo per un po’ ad ammirare questo grande circo per poi ridiscendere al bivacco dove facciamo pausa. Il panorama si apre verso valle. Mi siedo appoggiato al pendio erboso a guardare lontano. In basso la valle del But, si vede la pieve di S.Floriano piccola laggiù e dietro la mole del’Amariana, il Plauris, il Verzegnis , e ancora…... Peccato che non c’è il sole .

Riprendiamo la strada del ritorno. Breve l’escursione, però come sempre riusciamo a cogliere ottimi momenti e grandi particolari e soprattutto non piove. Incontriamo nuovamente le due persone concentrate nei loro lavori. Altre brevi chiacchiere, un saluto. Sul carretto poca erba, anzi niente erba, ma tanta legna tagliata a misura. Strano posto, brava gente…… puliscono il sentiero.
Scendiamo lungo la mulattiera e in breve siamo all’auto. Dallo zaino tiro fuori una Milka con le nocciole, la scarto e in un decimo di secondo mi ritrovo in mano solo la carta. La cioccolata è sparita. E il cavallo dal recinto si lecca le labbra e ride.

Strano posto.
Adesso può anche piovere. E infatti. Lassù sulla sottile cresta la Madonnina del Lander ci saluta e noi la ringraziamo.
Quando siamo a casa un messaggino : è Keti. “vi annoiate tutto il giorno a casa a dormire? venite a cena da noi?”.
“ Certo, stare sul divano fa venire appetito”.
Un sogno? Boh! dopo il Sauvignon della cena ho qualche dubbio.


La Madonute dal Lander
Anticamente l'ancona della Madonnina del Lander era collocata all'interno dell'anfiteatro dei campanili, vicino al grande torrione. Pare che l'effige sia stata portata in questo luogo nei primi anni del '20. La prima messa fu celebrata la prima domenica di settembre del 1949. Il parroco ed i fedeli da allora salgono ogni anno in questo luogo a far festa alla Madonnina ed a rinnovare un antico voto che la popolazione di Piano ha fatto alla Madonna. Durante la terribile alluvione del 1996 il torrione dov'era incastonata la Madonna si è spezzato portando via con se anche la sacra effige. Per questioni di sicurezza, da allora l'immagine la Madonnina del Lander è stata collocata vicino al prato sommitale che domina l'anfiteatro del Lander. La S. Messa viene celebrata ogni anno l'ultima domenica di agosto (in origine e fino ad una decina di anni fa la festa cadeva la prima domenica di settembre) scelta questa, che è stata fatta per consentire ai numerosi paesani che vivono all'estero e che rientrano a Piano il mese di agosto, di poter partecipare a questa importante e sentita festa paesana.

Maina della Madonna della Salute (La Madonute dai Alzers)[/ALIGN]

Le tradizioni orali che si tramandano di generazione in generazione narrano due diverse leggende legate alla costruzione di questa maina.
Il primo racconto si collega ad un'altra leggenda, quella del lago del Monte Cucco. Questo lago, che sovrastava il paese, avrebbe sommerso l'antico abitato di Piano d'Arta distruggendo in parte il romitorio degli Alzeri, lasciandone però intatta la chiesetta. Questa leggenda ha sicuramente un fondo di verità, poiché i campanili del Lander e la conformazione geologica dell'anfiteatro roccioso in cui si trovano fanno pensare ad una frana di enormi dimensioni. Questa frana verificò nell'era del grande disgelo dei ghiacciai perenni, formando l'agglomerato degli Alzeri. La frana provocò inoltre l'occlusione del But, che formò a sua volta il “lago di Soandri”, di vaste dimensioni. Questi fenomeni si sono sicuramente verificati prima dell'arrivo dell'uomo; rimane pertanto un mistero il perché la memoria del lago si sia tramandata da generazione in generazione fino ai giorni nostri. La prima ipotesi dunque racconta di un ex voto in memoria del grande disastro.
La seconda leggenda, bella e toccante, racconta di un periodo in cui la peste aveva infettato le terre a nord di Piano d'Arta, minacciando il paese di un'epidemia distruttiva. In quei giorni, un gruppo di boscaioli che si trovava nei pressi del rio Randice incontrò un'anziana donna, che reggeva una scopa e che spazzava il sentiero del bosco. Non avendola mai vista, uno di loro chiese che cosa stesse facendo, e se avesse bisogno di una mano. La signora rispose: “Sto spazzando via la peste, così non arriverà in paese”. Nessuno vide più quella donna, che effettivamente impedì alla malattia di decimare Piano d'Arta. Si credette che fosse la Madonna, e così i nostri antenati decisero di ringraziarla costruendo una maina sul luogo dell'incontro. Le bambine del paese vi deposero una statuetta della Vergine, vestite in bianco come delle spose.
Ogni anno la prima domenica dopo il 21 novembre viene celebrata la processione alla Madonna della Salute (Madonute dai Alzers)- I fedele partendo dalla chiesa arcipretale di S. Stefano giungono fino all'ancona della Madonna e quindi, dopo la benedizione solenne, ritornano in chiesa per assitere alla messa solenne.




< FOTO E SLIDESHOW DELL'ESCURSIONE >









9 commenti:

  1. Nadia writes:

    ahahahaha...furbo e mica stupido il cavallo!!!Salutoni alla forte Marisa!!!!

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  2. Ma le previsioni del "nonno" potresti pubblicarle in anticipo sul blog, ad uso di tutti!:lol: :lol: Questi Campanili mi son proprio piaciuti, selvaggi e misteriosi.ciao

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  3. tra previsioni del "nonno" e ginocchia che scricchiolano si può far concorrenza al Mago Tiracca ( ti ricordi una canzone di Maieron ?) :D :D Mandi

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  4. Luca l'Alpinauta writes:

    avrei proprio voluto vedere la scena del "tranquilla baby"...ah ah ahil matajur cul cjapiel... no erie la Mariane che dal cjapiel?

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  5. giovanni writes:questo luogo lo porto con me sempre nel cuore perche' mi ricorda la mia luna di miele :-P

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  6. "tranquilla baby" , fai conto un misto tra Humprey Bogart e Alberto Sordi.:D :D Io di cjase me no viodevi le Mariane e alore va ben ancje il Matajur:up:

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  7. X giovanniluna di miele sul Lander? :confused: bello :up:

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  8. giovanni writes:

    @luca_63nn e' cha abbiamo passato tutti e 15 i gg li' eh... e' stata una delle ns tappe del tour de force di 15 gg in mont

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  9. pluker writes:Bel lavoro, quest anno si terrà il 60 della prima messa, i paesani si stanno organizzando per fare un po di festa, ricostruendo parte del bivacco!! vi invito tutti a questa festa!!! domenica 30 agosto

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