martedì 24 marzo 2009

MONTE GIAIDEIT: da Imponzo per la Pieve di S.Floriano

Marisa e Luca domenica 22 marzo 2009


Una breve ma interessante escursione al Monte Giaidet salendo da Imponzo per la Pieve di S.Floriano, per ripidi pendii scoscesi a godere i grandi panorami regalati da questa piccola cima.

...



Lasciata l’auto in un comodo parcheggio all’ingresso del paese ci avviamo per le vecchie stradine di una assonnata Imponzo ancora avvolta dall’ombra del Monte Giaideit. Sopra il paese su un magnifico sperone roccioso splende la Pieve di S.Floriano già illuminata dalla luce dell’est di un bel sole primaverile. In una stretta viuzza dagli antichi muri di pietra si apre un balcone:” buondì, vaiso in mont? “ - “Sul Giaideit “- Stait atenz a vignì iù par mignec, cirì di no fassi mal c'al teren a lè glaciat e atenz al sintier di no piardisi”- “Parcè po?”. L’omino ci spiega che hanno fatto una strada forestale e il sentiero non è così evidente e bisogna stare attenti se no non se ne esce.



Salutiamo e ci avviamo verso la Chiesa di S.Bartolomeo e il cimitero dove si imbocca il ”Troi par San Florean” che sale dapprima su comoda mulattiera che costeggia un vecchio muro in pietra e poi per magnifico bosco di abeti e tassi. Il sentiero prosegue nel bosco disegnando un po’ di tornanti e prende a salire. Il sottobosco tipico dell’inizio della nuova stagione è tappezzato di primule e erba trinità e da una sottile coperta di graziosi bucaneve.


Il bosco sale sempre in ombra fino a regalarci i primi caldi raggi del sole vicino ad una selletta sotto il bellissimo colle dove sorge la Pieve di S.Floriano.


Man mano che saliamo i prati del colle verso la chiesa i primi panorami: la piana prativa di Illegio, la valle del But, tutte le cime circostanti.Dietro di noi la sagoma inconfondibile dell’Amariana stracarica di neve spunta sopra il bosco Peceit. Lontano davanti a noi evidenti il Coglians e la Cjanevate.


Dalla chiesa ancor di più possiamo godere di queste splendide viste che ci accompagneranno per tutto il giorno. Dopo una pausa che vale tutta scendiamo alla sella. Abbandoniamo le due indicazioni a destra per imboccare un segnavia CAI 411 per il monte Giaideit passando accanto ad un antico pozzo in pietra. Il sentiero si immerge subito in un fitto bosco e con ripidi, scomodi e faticosi tornanti ci porta su ad affrontare le pendici del monte Giaideit. Il bosco dopo una svolta si trasforma in una pineta e inizia a salire ancora più decisamente a strette e ripidissime svolte.


Salendo tra le eriche, i pini e le balze erbose ancora panorami verso Illegio, lo Strabut e l’Amariana. Non posso non fermarmi a scattare qualche foto. Con costante cadenza saliamo bene lungo il sentiero, passando accanto ad un misterioso buco nel terreno che poi scoprirò essere un soffione di aria calda a 20°C, fino a raggiungere un bel crestone panoramico.



Una piccola ripida discesa fin sotto la cupola sommitale facendo attenzione a dove mettere i piedi per la presenza di neve insidiosa e poi un breve ripido tratto attrezzato, tra rocce e e zolle di erba che porta ad una antecima. Questo breve tratto inizialmente opponeva una arrampicata di I grado ora resa più agevole.



Su questa piccola cima una croce a mio avviso non molto invadente, anzi secondo me abbastanza piacevole. Una panchina invita ad una riposante sosta per godere ancora il panorama. Una altra breve cresta, un altro tratto attrezzato ed ecco la cima del Monte Giaideit!!!! Da qui il panorama è completo, una magnifica balconata. Il cielo sereno ci consente splendide viste sulla conca di Tolmezzo, sulla piana di Illegio e via via in successione. Provo a riconoscere le cime e allora inizio: l’Amariana, il Riquini, Il Palavierte e le crete di Palasecca, il Sernio imponente e ancora lo Zermula, il Tersadia, il monte Cucco, poi lontani il Coglians e Cjanevate e ancora il Crostis, il Col Gentile, l’Arvenis, il Bivera, il Tinisa, il Lovinzola e via. Tutta sta fatica a far viaggiare la memoria per poi scoprire una rosa dei venti con tutti i nomi proprio sulla cima.
 

Sarà anche bella però mi ha tolto il gusto. Firma sul libro di vetta.
La temperatura primaverile dei raggi del sole e la soddisfazione ricevuta da questa piccola cima dai grandi panorami mi fa cambiare improvvisamente idea. Perché scendere verso Mignezza se ce lo hanno sconsigliato? Vado incontro alla primavera da dove son venuto assaporando ancora le splendide viste. Dobbiamo ancora mangiarci il nostro bel panino e lo voglio fare al sole della Pieve, tra mazzi di primule e bucaneve, guardando le bianche vette ancora cariche di neve.


E così stesi al sole assaporiamo a lungo questi momenti. Dall’alto ho visto la piana di Illegio e mi sembrava un posto molto bello e allora cambio ancora idea. Tanto c’è tempo, perché non regalarci ancora qualcosa? C’è un sentiero che scende a Illegio e poi si può rientrare a Imponzo per il “Troi sot le Crete” passando accanto agli stavoli Dimielie, posizionati su una magnifica spianata erbosa.


Da lì in poi un bel sentiero a saliscendi nel bosco, un po’ tortuoso ma tutto sommato molto piacevole per le abbondanti fioriture ci accompagna per innestarsi nel suo tratto finale in una mulattiera erbosa che costeggia il colle di S.Floriano in direzione del cimitero di Imponzo.


Ripassiamo tra le case del paese ora pieno di vita. Alcune mamme e bambini passeggiano lungo le strade chiacchierando con chiaro accento del luogo, una anziana signora si ferma a parlare con noi mentre ci sistemiamo all’auto e ci racconta storie vecchie della Carnia. La cosa più bella è che tutte le persone incontrate oggi sorridono e un Mandi esce spontaneo da tutti. Si sente che è arrivata la primavera, anche sul Giaideit.







La Pieve di San Floriano 

La pievania, fra le più antiche della Carnia, si formò forse fin dai secoli IX - X. La Pieve sorse in posizione strategica nel luogo in cui si trovava un castello, "Castrum Elecium", esistente fino al 1316 circa. La Pieve di San Floriano era collegata a vista con quella di Santa Maria OltreBut da un lato e San Pietro dall'altro, in una catena di vedette che, passando attraverso San Nicolò degli Alzeri di Piano Arta, Sutrio, San Daniele di Paluzza, a monte, e Cesclans, Buia a valle, potevano far giungere le loro segnalazioni di chiesa in chiesa, di castello in castello fino al mare d'Aquileia. Lo scopo difensivo, già presente alla fine dell'Impero Romano, era dunque strettamente abbinato a quello della diffusione del cristianesimo.

Alla Pieve ci si recava anche nel periodo invernale ma, le festività che ricadevano nel periodo primaverile e di metà estate, assumevano una solennità maggiore soprattutto per la notevole presenza di fedeli (in ricorrenza della morte del Santo, la domenica successiva, l'Ascensione, le Pentecoste, il Corpus Domini). Nella giornata che ricorreva l'anniversario della morte del Santo, il 4 maggio, si svolgeva un rituale molto antico così chiamata "la rogazione" dove, di buon mattino, le comunità si accingevano a raggiungere il colle implorando la protezione del Santo per tutte quelle difficoltà e disgrazie che costantemente assillavano queste terre. Questo rito oggi viene praticato solo dalla comunità di Illegio ormai sola responsabile di questa Pieve. Il martire Floriano, non è solo protettore degli incendi e delle inondazioni come è tutt’ora venerato in tutta l’area del centro Europa, ma è stato a lui chiesto dalle comunità locali, anche la grazia di proteggere il bestiame dalle gravi epidemie. Era così consuetudine, fino a non molto tempo fa, affiggere la figura del Santo alla porta di ogni stalla di molti paesi vicini a questa Pieve, con l’intento che la sua presenza potesse allontanare queste epidemie che creavano a questa popolazione grosse difficoltà nelle già precarie situazioni economiche.
















15 commenti:

  1. Marco writes:

    che panorama spettacolare!!!molto bello!Marcohttp://marcoberri.blogspot.com

    RispondiElimina
  2. Eccomi qua. Escursione "luminosa", lo dicono le foto e lo dicono le parole.ciao, Frivoloamilano.

    RispondiElimina
  3. Ciao Marco. Ah sì davvero molto bello sul Giaideit, abbiamo inaugurato la primavera nel modo giusto.;) ;) ;)

    RispondiElimina
  4. Un saluto a te carissimo Frivoloamilano. Se penso che volevo andare sul Cisilin sono ancora più contento di aver fatto questa escursione "luminosa". Certo alcuni tratti nel bosco potevano essere scomodi , ma tutto sommato una passeggiata rispetto alla "Selva Oscura che la diritta via era smarrita" che avete affrontato. Intanto grazie e ti devo una birra ( grande) :cheers: Ciao

    RispondiElimina
  5. Often the mountain gives precious moments to frame. For this it appeals to me. Ciao Bobfisher08:up:

    RispondiElimina
  6. Beautifull pictures from a beautifull place. I love mountains. Greetings.

    RispondiElimina
  7. I don't understand your language but I do like the photos, they R breathtaking pictures!! Awesome!!:up:/markko

    RispondiElimina
  8. Hello Markko! thanks for the visit. With the words I try to tell what the photos make to see and with the photos I try to complete what the words do not succeed to say.:)

    RispondiElimina
  9. Luca L'Alpinauta writes:

    visto che cjacarais dutis lis lenghuis, o scrif in marilenghe i complimens pas bielis fotos che tu ses rivat a fa, pandind un poc di primevere pal uebMandiLuca

    RispondiElimina
  10. Mandi e grasie Alpinauta. Friul tiere di confin . O podares rispuinditi par sclaf, o scugni fami iudà ma o combini o di rif o di raf.I odgovoriti vam v Slovenskem: lep izlet do pomladi

    RispondiElimina
  11. Mandi Nadia. ho selezionato un paio di foto con la croce e la rosa dei venti sulle due cime e secondo me non è tanto ingombrante. Poi un pò di fatica è stata premiata da una splendida giornata e da magnifici panorami. E' una cimetta che vale la pena a primavera!!!!!Mandi MandiLuca e Marisa

    RispondiElimina
  12. Nadia writes:

    aaargh!! che invidia!! specie sapendo che ci si incontrava in vetta!!e noi a ravanare su strada per 6km per raggiungere la cima con poca fatica!!..vabbè..la prossima volta..tanto non scappa. Ma una foto della "poco ingombrante" croce, niente? ahahha...non ci stava dentro l'obbiettivo? andrò a vedere nelle altre foto che avete fatto se la trovo..altrimenti mi tengo la sorpresa per quando ci vado.Ciauuu Luca e Marisa!!!

    RispondiElimina
  13. Potle writes:Incuriositi dalla descrizione del buco soffiante dal tuo blog e dal libro di Mazzilis abbiamo deciso di andar a vederlo...ecco qui il diario dell'uscita:http://www.grottacontinua.org/2013/01/svelato-o-quasi-il-mistero-del-buco-soffiante-sul-giajdeit/SAluti

    RispondiElimina
  14. Originally posted by anonymous:Potle writes:Incuriositi dalla descrizione del buco soffiante dal tuo blog e dal libro di Mazzilis abbiamo deciso di andar a vederlo...ecco qui il diario dell'uscita:http://www.grottacontinua.org/2013/01/svelato-o-quasi-il-mistero-del-buco-soffiante-sul-giajdeit/SAlutiCiao Potle, grazie della visita. Anch'io incuriosito dalla tua uscita sono andato a vedere il tuo blog....... affascinante come le natura riveli sempre grandi sorprese.Nel corso delle nostre escursioni, anche sul Mataiur salendo da Mersino Alto ho trovato l'ingresso di una cavità che penso sia il Pozzo Tazacel che si trova circa un centinaio di metri a sinistra del sentiero, in mezzo al bosco dopo malga Za Cela, magari ci siete già stati....... Complimenti per la vostra attività. Ciao

    RispondiElimina