mercoledì 18 febbraio 2009

RIFUGIO ZACCHI: invernale nella conca di Fusine

Elena e Giovanni, Marisa e Luca
domenica 15 febbraio 2009


Il Mangart. E’lì, sembra quasi schiacciato, incuneato tra l’Austria e la Slovenja, a semicerchio, a proteggere la zona dei Laghi di Fusine e dei monti circostanti: quando lo vedi provi quasi paura, ma una paura che non vuol dire fuga ma rispetto, una barriera invalicabile, ostile e fredda. Mentre saliamo verso il rifugio Zacchi in veste invernale aleggia il ricordo di “Onkel Julius”, scopritore e cantore che ha legato il suo nome a questo stupendo angolo delle Alpi. Julius Kugy scrive pagine indimenticabili, ricche di puro romanticismo, sincere, umili, montanare. “Dalla vita di un Alpinista”. Mi viene in mente il libro che ho riletto di recente e che rileggerò per molte volte ancora e allora, seguendo la sua filosofia saliamo in punta di piedi. ...


Complici Giovanni ed Elena, cediamo al richiamo delle Alpi Giulie.

In verità non avevamo programmi chiari per la domenica e così è stata un po’ una decisione improvvisa. Raggiunto il piccolo spiazzo disponibile nei pressi della baita Ai Sette Nani, su una strada completamente ghiacciata, la conca dei Laghi di Fusine si presenta a noi con l’affascinante aspetto invernale.


L’ambiente è decisamente diverso dall’affollato estivo. La temperatura si aggira intorno ai -13 e quindi trattandosi di Fusine fa decisamente caldo. Sarà grazie ad uno splendido sole che spunta prepotente tra le Vuenze e il muraglione del Mangart. La strada di servizio che porta al rifugio Zacchi è sotto la neve e procediamo nello stupendo bosco, integro e ben protetto dalle regole del parco. In leggera salita avanziamo sotto gli sguardi attenti dell’anfiteatro roccioso. Gli occhi catturano le cime, il Mangart e suo fratello più piccolo, le Vuenze, le cime Strugova e poi in successione le Ponze. Pareti ardite, dai molti metri di dislivello su cui si sono cimentati alpinisti nostrani come Cozzolino e Piussi lasciandoci i ricordi di storiche e selettive vie di arrampicata da far invidia alle più famose Dolomiti.
Con lo sguardo cerco la sagoma del Bivacco Nogara ma penso sia sepolto dalla neve. Ricordo la via italiana con piacere.
Sempre protetti da questo immenso sipario saliamo fino a raggiungere Capanna Ghezzi.
Poco più avanti indossiamo le racchette da neve, quando la pista comincia a salire e dopo una serie di lunghi ma comodi tornanti raggiungiamo e percorriamo un piacevole tratto in piano che precede lo stupendo spiazzo su cui sorge il rinnovato rifugio Zacchi.




Prima di raggiungere il rifugio ancora uno sguardo alle cime circostanti , maestose e incombenti su di noi. Il cielo azzurro, il sole e gli stupendi bianchi della neve e grigi delle rocce ci regalano grandiose immagini.
La Ponza Grande si eleva alla nostra destra e sembra sorgere da colatoi di neve.
Le Vuenze son dietro, imponenti, ma quello che impressiona di più è il paretone del Mangart, sembra un enorme piedistallo, di mille metri di dislivello, messo lì dal tempo a sorreggere il cielo.

Tra la neve spunta il rifugio, molto bello, nuovo, tutto in legno, con gli scuretti rossi che compaiono tra la muraglia di neve che lo avvolge completamente da un lato.



Attraverso un passaggio raggiungiamo la legnaia dove c’è il ricovero invernale praticamente sepolto da oltre due metri di neve. Facciamo sosta e poi giù per il sentiero che dovrebbe riportarci a valle.


Con la neve, tanta, che è caduta in successione per molti giorni, i segnavia del sentiero sono scomparsi, ma ci sono delle tracce che decidiamo di seguire per poi scoprire che ci porteranno fuori sentiero, in un tratto ripido e ghiacciato. Qualche numero di equilibrismo con le ciaspe ci consente di superare il breve tratto per ritrovare il sentiero più sotto, non senza verificare l’efficienza del fondo schiena.
Riperso di nuovo il sentiero scendiamo ormai a intuito per il bosco, ma senza timore. Dopo un po’ un segnavia spunta da sotto la neve dandoci la direzione e in breve siam giù ai piani del sottobosco per riprendere in senso inverso la traccia dell’andata.
La solitudine e il piacere di questa escursione è interrotto all’arrivo, dalla presenza di rumorosi turisti in SUV padroni della strada. Silenziosamente ci sistemiamo un po’, uno sguardo in su, un saluto rispettoso alla cima del Mangart e via verso casa. A dimenticavo : non senza una doverosa tappa dal sapore gioioso di luppolo tra i fumi profumati della griglia del Michelino. Un altro pezzo da aggiungere al grande puzzle di montagna.

Scendendo la Val Canale prima di Dogna uno sguardo al Montasio, penso ancora a Kugy e alla sua indelebile traccia.

< FOTO E SLIDESHOW DELL'ESCURSIONE >









12 commenti:

  1. marco writes:

    che spettacolo!!! quanta neve!!! bellissimo!!!ciao!Marcohttp://marcoberri.blogspot.com

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  2. Parole ed immagini rendono interessante e nuovo anche ciò che già si conosce.ciao, Frivoloamilano

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  3. Un saluto e un benvenuto a te Marco, grazie della visita. Poi passerò a contraccambiare.:up: :up:

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  4. Se nel passaggio riesci a cogliere le diversità del momento, ogni luogo, ogni volta ha una storia da raccontare e non sarà mai la stessa.Mandi a te FrivoloamilanoUn saluto Luca e Marisa

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  5. Luca ch writes:

    certo che ricalcare i passi dello zio dopo un secolo e godere della stessa maestosità ti da il senso di immortalità della bellezza delle montagne.

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  6. Ogni volta è così! e il risultato del vortice di sensazioni è quella che si sta proprio bene al loro cospetto. Mandi Luca e Marisa

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  7. Belle foto e un po' di invidia per la vostra escursione.CiaoPaolo

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  8. montagnesottosopra3 marzo 2009 alle ore 22:03

    Ciao Paolo. è un pò che non ti sentiamo sul web. tutto ben? Mandi Luca

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  9. Tutto bene grazie, "latito" un pochino...sono un po' svogliato di questi tempi.ciao

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  10. montagnesottosopra4 marzo 2009 alle ore 15:03

    beh fra un pò arriva la primavera:up: :up:Ciao

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  11. Originally posted by Highlanders:FabioHighlanders # Tuesday, February 7, 2012 10:40:51 PMhai ragione Luca lo ricorda moltissimo...mancano solo Enrico e Marina due persone che sicuramente ti piacerebbero...mandi Son certo che è così :up:

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  12. hai ragione Luca lo ricorda moltissimo...mancano solo Enrico e Marina due persone che sicuramente ti piacerebbero...mandi ;) :)

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