sabato 19 luglio 2008

GLI OMETTI : piccoli mucchi di pietre o piccoli veri amici ?

Definire un ometto un piccolo mucchio di sassi è riduttivo. E’ invece una cosa speciale , una testimonianza del rapporto che da sempre lega l’uomo alla terra, sia esso alpinista ,viandante, cacciatore . E’ un pezzo di storia e tradizione che testimonia da sempre che l’uomo cammina nella natura.
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Non sono solo pietre ma amici di chi va a piedi e parlano il linguaggio di chi li sa capire, possono essere dei segnavia o rappresentare un punto di arrivo come la vetta di una montagna.
Cambiano forma con il passaggio, quando ognuno di noi ne aggiunge un pezzetto e possono anche assumere significati religiosi. In Nepal per esempio aggiungere una pietra ad un ometto è un augurio e buon auspicio di poterci tornare. In certi paesi desertici possono indicare la presenza di acqua. In Asia possono anche essere scolpiti con testi sacri o con infilato un bastone dove sventolano bandierine di preghiera. Sulle cime gli ometti possono anche ospitare il libro di vetta, custodito in scatole zincate. Quei libri di vetta che noi spesso firmiamo a ricordo del nostro passaggio e spesso leggiamo nella speranza di trovare la traccia del passaggio di qualcuno che magari conosciamo.
Poi ci sono quelli a carattere religioso, con piccole croci che a più di qualcuno risveglia sentimenti trascendentali.
L’ometto comunque ha per me il suo significato che è quello di indicarmi un percorso o simbolicamente il raggiungimento di un punto, di una vetta e spesso mi invita a riflettere, a capire quale il rapporto che mi lega alla montagna. Mi piace sapere che esistono, che una montagna è stata salita da qualcuno che ne ha lasciato traccia. Mi piace pensare che fanno la storia, che vengono prima dei cartelli indicatori, delle carte topografiche, dei gps, che questi piccoli mucchietti di sassi nella loro semplicità e umiltà hanno e avranno sempre tutto il mio rispetto.

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