domenica 22 gennaio 2017

FAEDIS: i sentieri dei Castelli


Durante la stagione invernale capita spesso che la nostra attenzione sia rivolta a escursioni definite ingiustamente “minori”. Si sta a bassa quota, ci si alza ad ore comode, con poche velleità. Ma è altrettanto vero che queste escursioni molto spesso sono particolarmente interessanti e piene di sorprese.........



Faedis. Il sentiero che sale ai castelli inizia dal Borgo S.Anastasia, un gruppo di case che si trova lungo la strada che porta a Canal di Grivò e che risale al periodo in cui furono costruiti i castelli. Una bella mulattiera lastricata sale nel bel bosco di castagno e compiendo alcune svolte porta in breve in vista della scalinata che precede il Castello e la piccola Chiesa della Madonna di Zucco.






Il Castello di Zucco, così come quello di Cucagna furono costruiti dalla famiglia di origine germanica di Odorico di Auspergh, su concessione del Patriarca Popone, a difesa delle popolazioni locali dalle invasioni barbariche. Il Castello di Zucco era inizialmente in comproprietà dei nobili “Cucagna”, cosi chiamati dalla popolazione locale. Successivamente venne poi ceduto ad un ramo della famiglia. Intorno al XV secolo i castelli furono abbandonati e poi incendiati dai veneziani. Il tempo ha fatto il resto. Da un po di anni sono in atto dei lavori di ristrutturazione di entrambi i castelli, che distano qualche decina di minuti uno dall'altro. 







Superato anche questo secondo maniero si imbocca il sentiero raggiungendo la boscosa dorsale del Monte Cavallaro. Un incrocio offre diverse possibilità, scendere a Faedis, proseguire verso Poiana e il Castello di Partistagno e poi scendere a Borgo Faris o proseguire ancora lungo la dorsale verso Porzus. All'interno di un fitto bosco di castagno, carpino nero e roverella, che limitano notevolmente una bella visuale sulla pianura, si raggiunge un breve gradino roccioso che si supera senza nessuna difficoltà.






Il percorso ora si fa più comodo e superata una piccola radura erbosa, dopo una breve risalita si procede comodamente in falsopiano, fanno la loro comparsa l'acero di monte e la betulla. Facciamo una breve sosta presso una selletta per poi riprendere a salire. 


Tralasciata l'indicazione per Costapiana in breve si esce sulla strada asfaltata in direzione del paese di Porzus. Seguendo le indicazioni per le Malghe percorriamo qualche tornante in direzione delle grandi antenne.






Lungo la strada, dove passa la linea elettrica imbocchiamo nuovamente un sentiero che si infila brevemente in un bel boschetto di pino nero, salvo poi iniziare a scendere a contornare una valletta boscosa. Alcuni tratti ripidi normalmente semplici, richiedono invece un po di attenzione per la presenza di un infido e sottile strato di neve ghiacciata. Poi tutto si appiana e proseguire nel luminoso bosco diventa divertente.




Superato un pulpito roccioso che offre una bella vista sul piccolo borgo di Clap, proseguiamo ancora in discesa verso il borgo stesso che raggiungiamo in pochi minuti. 






Attraversando orti e piccole case e passando accanto al basamento di un vecchio campanile scendiamo lungo una mulattiera inizialmente gradinata che poi diventa sentiero, fino ad incontrare la piccola cappella di S. Maria Maddalena, risalente al XIV secolo e costruita probabilmente sui resti di un antico fortilizio.




In pochi minuti scendiamo a Gradischiutta. Attraversata la strada e seguendo il sentiero a fianco di una recinzione riprendiamo a scendere all'interno del bosco. Superato un rio secco in breve, lungo una mulattiera contornata da muretti a secco siamo a Canal di Grivò.





Da qui all'auto comodamente in pochi minuti. Itinerario invernale dunque. E' proprio in questo periodo, quando i nostri sguardi da abitanti della pianura, vengono attratti dai profili lontani della montagne con la M maiuscola, quando nelle mattinate invernali dal cielo terso, svettano e catturano i nostri desideri, questi sentieri più bassi, ingiustamente giudicati poco interessanti, diventano invece anello di congiunzione, occasione unica e rara, una sorta di completamento del nostro andar per monti ............



1 commento:

  1. Questa è una zona che mi ricorda le colline di Asolo, poco lontane da dove vivo: da percorrere per unire cultura, storia e ambiente, così, vagando piacevolmente senza meta alcuna.

    Spero che quell'asinello non abbia fatto una brutta fine.

    Ciao.
    Decimo

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