domenica 20 marzo 2016

Anello del Monte San Lorenzo da Prestento




Ci sono periodi dell'anno, come ad esempio all'inizio della primavera, in cui spesso siamo incuriositi da itinerari a bassa quota, lunghe passeggiate nei boschi dei primi rilievi montani che circondano ad est la nostra terra. Sentieri solitari, spesso poco frequentati, che raccolgono angoli nascosti e silenziosi. Occorre armarsi di pazienza e a volte mettere in conto anche di fare a pugni con la vegetazione.........





Prendo dunque spunto dalla cartina Tabacco del Cividalese e delle Valli del Natisone alla ricerca di un itinerario da poter realizzare mettendo insieme strade forestali, vecchi sentieri, tracce nel bosco e mi vien fuori, almeno sulla carta una possibilità di realizzare un escursione sui rilievi che sovrastano la piccola frazione di Prestento, nel Comune di Torreano di Cividale. Arriviamo al punto di partenza quasi in centro al paese mentre lo stesso sembra svegliarsi, qualche cane che abbaia, un piccolo gruppo di persone con i rami di ulivo in mano diretti verso la chiesa, le acque del torrente Chiarò che scendono dolcemente a valle attraversando un bel corridoio di alberi in fiore. Il cielo è velato ma azzurro e il sole scalda..... promette bene. 



L'idea è quella di raggiungere il paesino di Valle di Soffumbergo per poi procedere verso la cima del piccolo Monte San Lorenzo. In un primo momento pensavo di imboccare il sentiero che porta alle interessanti grotte del Foran des Aganis e del Foran del Landri per poi raccordarsi sulla strada che da Campeglio porta a Valle, poi decidiamo invece per una pista forestale nel bosco, lasciando la visita alle grotte per un'altra occasione, visto che il giro che ho in mente è già abbastanza lungo. La strada sale con buona pendenza e superate le ultime case termina l'asfalto . Si procede su pista forestale nel bosco, tra primule, viole, dente di cane e pervinca fino a incrociare la strada che sale da Colloredo che seguiamo fino ad una ancona. Da li in poi si abbandona la strada e si entra nel “bosco del Ban “. Un occhio misterioso disegnato sulle pietre indica il passaggio attraverso una fitta rete di sentieri locali recentemente rimessi parzialmente in ordine.









Una sorta di corridoio naturale, intramezzato da alcuni muretti a secco, immerso nel verde, sotto la piccola cima del Piccat e per l'occasione coperto letteralmente dai fiori consente di “ passare “ tra la fitta vegetezione. I sentieri che lo caratterizzano partono da Colloredo, ne seguiamo una parte interessante, fino al piccolo paese di Valle che ci accoglie silenzioso. Orti e piccoli giardini da attraversare, vecchie case apparentemente chiuse. 








Una grande chiesa e poi su di nuovamente a salire in direzione di un boschetto seguendo un sentiero tra migliaia di crochi, poi i prati che terminano sulla strada di servizio alle grandi antenne. Dall'altro lato si stacca una traccia che sale obliqua le pendici del monte San Lorenzo, una traccia nell'erba alta di quelli che nel toponimo locale sono conosciuti come “I Prati della Chiesa”. Una decisa ansa inverte improvvisamente direzione portandosi sotto il filo di una erbosa e boscosa cresta che precede la piccola cima del monte, parzialmente coperta di vegetazione. Il cielo grigio, la foschia e la stessa vegetazione ci impediscono di poter godere anche di quel minimo di panorama che offre il piccolo pulpito in vetta , così dopo la "conquista" della cima e  una brevissima sosta decidiamo di proseguire verso il Monte Noas.






Una traccia si perde nel versante orientale, la natura ha deciso di riprendersi tutto quello che era suo e noi non ci opponiamo. Piuttosto che mettersi a litigare con spine, liane e arbusti, abbandoniamo subito l'idea di aggiungere un po di avventata avventura e ce ne torniamo sulla strada belli tranquilli. Proseguendo dunque oltre le antenne imbocchiamo una comoda sterrata che in leggera discesa ci porta fino al bivio per Reant. Diritti in direzione est e dopo una piccola costruzione in ristrutturazione raggiungiamo le Casere Noas dove fervono lavori di sistemazione e grandi opere di esbosco.




Oltre le Casere il percorso si fa decisamente più articolato, non bisogna farsi distrarre dalle spettacolari fioriture di crochi e scille e fare attenzione alle numerose tracce locali con simbologia T ( T1- T2 ecc) con parecchie diramazioni e incroci. Cartina topografica alla mano e via diritti, per non sbagliare seguire sempre T1 fino oltre la vetta del Monte Forcjis, tralasciare ancora la deviazione (T3 ) per borgo Burelli per uscire su una parzialmente panoramica dorsale, fino al bivio successivo dove si prende a destra.






Occhio a dove si mette i piedi, in ripida discesa nella fitta vegetazione, ci si porta dietro qualche spina ….. e anche qualche zecca prima intravedere le case di Borgo Bassetti che bene o male segnano ll termine del bosco . Mentre il sole torna a splendere e torna azzurro il sereno, una breve passeggiata tra i prati e le case ci riporta al punto di partenza.




Che dire? Tutto sommato anche questo è un itinerario che prima o poi si deve fare ...... un consiglio? Meglio lasciar perdere se non si è armati di tanta pazienza e vero amore per la natura …..... 

2 commenti:

  1. Certo che quella posa plastica sulla croce "di vetta"......
    Sarà la complicità del cielo grigio ma quelle case che sembrano abbandonate o solo dormitori mi mettono tristezza.
    Zecche, spine, arbusti da tagliare: la prossima volta nello zaino un machete e siero antizecca (esiste?)
    Ciao
    Decimo

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    1. hai visto? pancia in dentro , petto in fuori..... sopratutto pancia in dentro .....
      Detto questo, non è uno dei giri più belli, se poi ci metti anche una giornata nuvolosa, devi avere tanta pazienza . Ciao

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