venerdì 14 agosto 2015

Lagorai - Nel gruppo delle cime di Rava


Ben diverso lo spirito di questa terza tappa dell’Alta Via del Granito rispetto all’anno scorso.






Intanto i nostri compagni di stanza di Bassano con i quali abbiamo condiviso le tappe sorpassandoci a vicenda, sono cordiali, simpatici e …….. di  notte silenziosi, il che non è male e contribuisce non poco. Praticamente ieri sera son salito in camera e fino a stamattina non mi son svegliato ….. tutto un tiro. Poi mi alzo, c’è il sole, il sorriso di Elio e un gran bel panorama ……. Decisamente diverso dall’anno scorso, dove sotto una pioggia battente, abbiamo affrontato la salita a Forcella Ravetta con la triste consapevolezza che era così e basta,  tra nuvole e acqua, con il morale sotto gli scarponi e un gran bel mal di schiena.
Morale alto, insomma. Per ricordare la bella sosta al rifugio Caldenave facciamo una foto assieme al Paron di Cjase, con la promessa di ritornare ancora e poi partiamo pimpanti su per la val Ravetta con la temperatura frizzantina della mattina, in attesa che il sole salga e superi le creste regalandoci la sua luce. 



Un tratto nel ripido bosco precede l’altrettanto ripida salita sulle grosse pietre, poi un breve ripiano dove lo spazio si allarga e si riempie di verde e poi ancora uno ultimo strappo e siamo alla forcella. Ci lasciamo alle spalle la vallata e i panorami che ci hanno accompagnato ieri per un bel tratto, per girare pagina ed entrare nel gruppo delle cime di Rava. 







Sempre di granito si tratta, ma sembra di essere in un altro mondo, sembra disegnato a mano, anche i colori e le forme delle rocce sono diversi, c’è meno bosco, ancora laghetti , tutto introno pinnacoli, cimette aguzzze, rocce e campanili. Laggiù in fondo, sotto un cielo che inizia a scurirsi, la nostra prossima meta, il Forzelon e il Cimon di Rava. Con piacevole saliscendi, tra roccette ed erba che già colora di estate inoltrata, aggiriamo la Cima Caldenave e i campanili della Val Orsera e raggiungiamo la forcella. Da lì un sguardo a sud est e ci appare, non molto lontano, il Passo Tombolin e la bella scala nella roccia. 













Eravamo così tanto vicino l’anno scorso io e Marisa ma con la nebbia, la pioggia e la tristezza, non l’abbiamo neanche vista…….. neanche cercato di vederla.  L’unico motivo per percorrere questa tappa era che volente o nolente dovevamo arrivare a Sorgazza, con qualsiasi tempo. Oggi è diverso, neanche il minimo dubbio, dobbiamo salire il Tombolin, andare a vedere cosa c’è di la, la Cresta e la Cima del Frate. Si scende brevemente per sentiero segnato ma abbastanza sconnesso e in pochi minuti siamo al Passo Tombolin, da li ci avviamo stregati dalla splendida scala sulla cima del Tombolin……… è tutto così strano, sembra un paesaggio di fantasia, eppure eccoci qua sulla cima e poco distante la Cima del Frate. Ci fermiamo qui, a guardare in giro soddisfatti, c’è la voglia di proseguire oltre, verso l’altra cima, per poi percorrere la cengia scavata nella roccia e risalire al passo.
















Facciamo un rapido calcolo, ci sarebbe anche tempo ……… si tratta di decidere se proseguire e raggiungere la cima del Frate, oppure risparmiare un po’ di tempo per una tappa sulla strada di casa per riempire il bagagliaio di prosecco di Valdobbiadene  ……….  Diciamo che la bilancia penderebbe per la cima, ma se aggiungiamo una bella fetta di torta alla ricotta a Malga Sorgazza e un gelatone a Spilimbergo, ecco che l’ago prende un’altra direzione …..   Il malincuore con cui lasciamo il Tombolin, per tornare al Forzelon di Rava, sappiamo troverà almeno in parte degna compensazione.  





Da qui si scende un po’ su bel percorso lastricato, sotto le pareti di cima Trento per poi risalire, ancora brevemente, a forcella Quarazza, dove facciamo un’altra sosta prima della lunga discesa. Nel mezzo due brevi intervalli piovigginosi, tanto per ricordarci che,  in fondo passare tre giorni interni in questi posti senza una goccia di pioggia e qualche nuvola pomeridiana è cosa davvero rara. 








Comunque il paesaggio cambia ancora, uno sguardo al sentiero che sale alle due vicine forcelle Segura e Orsera e poi giù verso il lago di Costabrunella, che sorge in un invaso artificiale ma che tutto sommato si inserisce nel paesaggio senza sconvolgerlo. Il granito ora è scuro, poi di nuovo chiaro, per lasciare posto ai prati presso la diga. L’avvicinarsi della fine di questo splendido giro di tre giorni comincia a far sentire anche la stanchezza, la  discesa verso Sorgazza sembra interminabile, in parte in prati dall’erbe alte e in parte in ripido bosco dove l’unico conforto sono i lamponi. 







Poi dal bosco si intravede un tetto, una bandiera, il chiasso delle voci dei gitanti, siamo a Sorgazza. Il premio? Una spilla con il logo dell’Alta Via del Granito. Tutto qui ? Direi proprio di no. 
Per me una piacevole ripetizione, completata con la salita a Cima d’Asta e al Tombolin a cui abbiamo dovuto rinunciare l’anno passato. Per Enzo e Rosi una novità gradita. Forse alcuni tratti, specie nella seconda tappa, possono risultare un po lunghi e faticosi ma se affrontati con lo spirito giusto e inseriti in un contesto legato sia all’aspetto paesaggistico che storico  alla fine vengono apprezzati e anche molto ………..


Sulla strada del ritorno ce la raccontiamo, e mentre facciamo il riassunto dei tre giorni passati, eccoci a Valdobbiadene……….. e prima di comprare si degusta !!!!!  

Si lo so, Spilimbergo non è proprio sulla strada
 giusta, ma  è per una giusta causa ……. 

8 commenti:

  1. bellissimo trekking, in luoghi molto suggestivi...mandi, mandi
    PS
    Ne terrò conto per un futuro trek...

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  2. Bielonon! Mi tocca convincere l'alpinauta a tornare! Almeno per quella scala!

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    1. Ciao Nadia, vale proprio la pena percorrerla tutta la Cresta del Frate, che una cengetta che ........

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  3. Stairway to heaven. Così mi viene da battezzare la Gradinata Tombolin. Non la conoscevo, grazie per avermela fatta scoprire.
    Posecco a Valdobbiadene? mmm..... spero sia Cartizze.
    L'anno prossimo vedi di riuscire a inserire nel giro, magari alla fine, una capatina al rifugio Cruccolo (a sud-ovest da Cima d'Asta) e provare il suo famoso Parapampolo perché, come disse un vecchio saggio, non di soli zaino e scarponi vive l'escursionista!
    Ciao. Decimo

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    1. Ciao Decimo
      L'avevo vista anni fa cercando su internet l'Alta Via del Granito, una deviazione che si deve fare .......
      Prosecco superiore doc........ sia brut che millesimato, roba super ...... anche se noi friulani abbiamo il palato allenato per altri profumi ........
      Il parampamolo l'avevano al rifugio Brentari...... una bella sfida tra avventori dopo cena :-) !

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    2. .... Ribolla, Schiopettino, Ramandolo, Picolit, Friul.... no, Friulano , no Ma Tocai si (alla faccia degli ungheresi).....
      Si, avete veramente degli splendidi profumi!
      Ciao. Decimo

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    3. ....... e Merlot, Cabernet , Sauvignon ecc ecc. .....si , non ci si può proprio lamentare :-) !

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