martedì 27 gennaio 2009

RIFUGIO GIAF: sulla neve, un raggio di sole tra le guglie dei Monfalconi di Forni.

domenica 24 gennaio 2009
Elena e Giovanni , Marisa e Luca


Una classica escursione con le ciaspe ai piedi delle dolomiti friulane che consente di godere di stupendi panorami immersi nel magico paesaggio invernale.
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Raggiunti Giovanni ed Elena al classico appuntamento delle 8 a Gemona partiamo alla volta di Forni di Sopra destinazione Rifugio Giaf. C’è tanta neve quest’anno e in settimana ha nevicato ancora portanto il rischio valanghe fino a 4 per poi stabilirsi un po’più sotto. La scelta è quasi obbligata verso itinerari conosciuti e con poco rischio. Il Rifugio Giaf è uno di questi.
Raggiunta la frazione di Chiarandens un paio di chilometri dopo Forni di Sopra cerchiamo quella che dovrebbe essere la strada verso il rifugio Giaf. Un bellissimo colpo d’occhio sulla Forcella Scodavacca colpisce scendendo la strada. Mi piacerebbe arrivarci oggi ma mi sa che c’è troppa neve. Ad un piccolo parcheggio individuiamo il cartello “rifugio Giaf” sommerso da quasi 2 metri di neve. Da qui inizia l’escursione. Per un breve tratto percorriamo la strada trasformata con cura certosina in pista di fondo, senza indossare le ciaspole e ben attenti a non rovinare un lavoro perfetto.

Al ponte seguiamo la strada verso il rifugio sempre camminando sui bordi per poi finalmente abbandonare la pista di fondo quando la strada inizia a salire.
C’è molta neve e le tracce che salgono al rifugio sono tante e sovrapposte. Sotto un leggero strato di neve fresca una crosta ghiacciata cede al nostro leggero passaggio facendo sprofondare le ciaspe. E’ un procedere faticoso e strano, sembra che ad ogni passo qualcuno ti prenda per la caviglia per rallentarti.
Con pazienza proseguiamo cercando di uscire dalle tracce sconnesse e così dopo dieci minuti di fatica cominciamo a toglierci un po’ di roba addosso. Immersi nel percorso innevato seguiamo la strada, superando il ponte Giaf dove da lì in poi inizia la pendenza.



Tratti nel bosco si alternano a spazi aperti. L’ambiente si presenta magnifico, dietro di noi i monti che sovrastano Forni, dal Crodon di Tiarfin fino al Bivera e giù lontano fino al Tinisa. Davanti compaiono sempre più chiare ed evidenti man mano che saliamo le guglie del Cridola: il monte,la torre e la tacca, nascoste dalle pendici del monte boschet che da questo versante si presenta avvolto da un bianco mantello. La forcella Scodavacca è sempre nascosta da uno meraviglioso bosco di abeti mentre si vedono e si ammirano i Monfalconi di Forni dalla torre Berti fino alla Cima dei Pecoli separata dalla Cima Urtisiel da una stupenda forcella, interessante meta sci alpinistica. Più in là la mole del Monte Cimacuta.
Bei traguardi disegnati da una aureola di luce creata dai raggi del sole che sale da dietro. Un contorno luminoso che stacca il bianco della neve e il grigio delle rocce dall’incantevole azzurro che il cielo oggi ha deciso di regalarci. Anche il sole oggi è nostro amico e sale adeguando il suo passo eterno al nostro.
Sale con noi accompagnandoci fino allo stupendo luogo dove sorge il rifugio Giaf e come per magia, nello stesso istante in cui raggiungiamo il rifugio ci riscalda con i suoi raggi.
Si è arrampicato dall’altro versante della Cima dei Pecoli per comparire sulla forcella. Un attimo. Ci guarda, ci saluta e se ne va lasciando la sua firma sul nostro album dei ricordi.
Un segnale inequivocabile ci dice che questa per oggi è la nostra meta. Più in su verso Scodavacca non si va, c’è troppa neve.
Nell’ombra la temperatura scende subito di 5 gradi. Guardiamo verso la forcella dei Pecoli sperando che il sole torni indietro. Niente da fare, al suo posto un gruppo di temerari sci alpinisti salgono “correndogli“ dietro a alla ricerca di una splendida discesa tra i larghi e incontaminati spazi nella neve.
Mi fermo a guardarli con un po’ di invidia, vorrei essere con loro. Purtroppo non è così e lascio ai miei pensieri i ricordi e dopo una breve sosta e foto di gruppo riprendiamo la discesa.

Si procede meglio sulla neve fresca e non potendo scendere come piacerebbe a me ci consoliamo sfruttando bene le ciaspe per i ripidi boschi, uscendo dalla strada, cadendo nella neve, giocando nella neve, ridendo nella neve. Tagliamo il percorso senza accorgerci che ci stiamo dirigendo verso un tratto un po’ troppo ripido per le ciaspe e dopo aver cercato una via di discesa siam costretti a risalire un tratto per ritrovar la strada.
Ripreso l’itinerario scendiamo tranquilli verso valle, chiacchierando, programmando mete future.
Siam stati bene anche oggi. Arrivederci Rifugio Giaf, arrivederci Monfalconi, arrivederci amico Sole, ci vediamo quest’estate sul Truoi dai Sclops, spero di ritrovarti ancora al nostro fianco come oggi. Un pensiero va a Marco e Giovanna che non hanno potuto essere dei nostri.




< FOTO E SLIDESHOW DELL'ESCURSIONE >










7 commenti:

  1. Bel giro, l'ho fatto l'hanno scorso quasi fino alla forcella, peccato che il sole da quelle parti si faccia vedere per poco tempo.

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  2. Luca L'Alpinauta writes:l'ultima volta da quelle parti era un giorno da tregenda! neve, freddo, vento! fin su a Urtisiel, e poi non potere neanche mangiare il panino perchè congelato e duro come i monfalconi. Sarà per quello che Enrico, il mio compagno d'avventure, non vien più in montagna da un pezzo??

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  3. Non ho capito se Enrico non vien più per il freddo o perchè non ha potuto mangiare il panino in pace.

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  4. si sente subito la differenza quando il sole scompare, i panini diventan duri come i Monfalconi.

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  5. Bella anche questa escursione. Data la quantità di neve che c'è in giro ne avrò di tempo per fare tutte le "ripetizioni" delle vostre "prime".un saluto

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  6. Ciao Frivoloamilano Come vedi ne è venuta tanta di neve, ma così tanta,che facciam fatica a farle da soli le "prime". Ogni tanto servirebbe un cambio, se no non vale mica.:D :D :D Ciao Luca e Marisa

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  7. luca l'alpinauta writes:mi sa più per il panino..

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