mercoledì 26 novembre 2008

MONTE CUAR E MONTE FLAGJEL

Domenica 23 novembre 2008 Marisa, Rosy e Lisetta , Luca , Giovanna e Marco , Elena e Giovanni e.... Boom



Una bellissima giornata di fine autunno ci regala una escursione su due cime apparentemente irrilevanti ma che godono di una posizione geografica fortunata, al centro della fascia pedemontana con spettacolari panorami che spaziano dalle catene alpine alla pianura fino al mare. E così nel segno della semplicità andiamo alla ricerca di sensazioni di gratificante vastità . 



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Nonostante il facile itinerario ho imparato molto da questa escursione. C’è un filo comune che spesso tiene unita la gente di montagna e che la frequenta e seguendo questo filo spesso ci si incontra, ci si sfiora, si raggiunge la stessa meta o si cerca di condividere le stesse emozioni e sensazioni. Così ho imparato che le coincidenze spesso portano a seguire questo filo, come la cresta del Monte Cuar. Spesso in modo errato diciamo “le nostre montagne” ma in realtà le montagne non sono nostre , semplicemente noi apparteniamo a loro e loro si offrono a noi regalandoci i loro fianchi e le loro cime. E lassù sulle cime puoi incontrare o trovare traccia di persone amiche, ma anche persone che non conosci a cui puoi stringere la mano e scoprire che qualcuno ha voluto che lassù noi fossimo tutti uguali. Scorri il libro di vetta per scoprire che prima di te è passato un “tale baffuto” che si firma Frivoloamilano, ormai a tutti gli effetti dichiarato amico “virtuale”, una sorta di prezioso fratello maggiore; che accanto a te c’è una persona distinta che lascia la sua firma : Bruno Contin. Non lo hai mai conosciuto di persona, ma sai che fa parte della storia dell’alpinismo Friulano e improvvisamente in mente ti scorrono i nomi famosi Roberto Mazzilis, Bruno Contin, Attilio Ceccon, Emilio e Vittorio Di Marco, Ernesto Lomasti, Ignazio Piussi e molti ancora. Mentre se ne va lungo il sentiero gli mandiamo una voce: “Mandi Bruno “ e lui si gira un po’ stupito e da lontano alza il braccio in segno di saluto. E la sensazione che si prova è proprio quella: quassù vicino al cielo, se ami umilmente la montagna, siamo veramente tutti uguali. E’ la montagna che vuole così. E questo fine settimana è toccato al Monte Cuar.
 


Al di là di queste sensazioni va la descrizione dell’itinerario. La coincidenza ha voluto quindi che questo fine settimana questa “banda di montanari” decidesse ognuno con la sua testa per una escursione nella zona del Monte Cuar . Io con Marisa , Rosy e Lisetta avevamo pensato al Flagjel. Marco e co. di “Suimonti” con il cane Boom avevano pensato al Cuar . Una cena ad Artegna a “Purcit in stajare” ha voluto che mettessimo insieme le idee e così abbiamo deciso per un bis di cime. Frivoloamilano ci ha preceduto di un giorno a controllare che fosse tutto a posto, purtroppo bloccato prima del Flagjel, flagellato dal vento freddo di sabato. 
Uno sguardo alIa cartina e via per il sentiero che sale diretto al Monte Cuar da quota 884 del Cuel di Forchia per il sentiero CAI n. 815. Si sale subito rapidamente di quota sul pendio orientale del monte Cuar fino ad incontrare la carrareccia che porta a Malga Cuar. La si percorre per un breve tratto ammirando le circostante cima boscosa del Monte Covria, poi i primi scorci sulla pianura friulana verso sud e poi ancora tutte le cime delle Alpi e Prealpi Giulie. In corrispondenza di una curva si prende sinistra seguendo le indicazioni CAI salendo direttamente alla cima del Monte Cuar seguendo la linea di cresta nordorientale particolarmente panoramica che sfiora una stupenda faggeta.



 

Seguendo il limite di questa, tra affioramenti rocciosi si risale fino al limite del bosco dove all’improvviso la parte terminale si apre sulla tondeggiante cima del Monte Cuar. La temperatura di oggi, pur essendo fredda, è ancora piacevole e sotto un cielo azzurro privo di nuvole raggiungiamo la cima. La giornata è limpida e soleggiata e ci consente di godere splendidi panorami sulle catene alpine e sulla pianura friulana percorsa dal Tagliamento che riflette raggi di sole a tratti abbaglianti, giù fino al mare. Fumi industriali si mescolano a una velata foschia in direzione delle lontane Giulie verso il Monte nero creando strani effetti di luce. 

Protetti dalla Madonnina del Cuar facciamo sosta. Boom , quieto mangia un po’ di tutto, come noi del resto. Un plauso alla buonissima minestra di asparagi di Giovanna e ai biscotti di Elena. Ci riscaldiamo un pochettino con il the “truccato” con gli ottani di Domenis.





Foto ricordo, madonnine e campane e poi uno sguardo al libro di vetta. C’è una cosa di ieri che ci colpisce subito: Due occhi furbi nascosti da un paio di baffoni a firma Frivoloamilano con l’amico Angelo. “Immaginando” Marco ne rapisce subito una copia fotografica tra simpatiche risate che ci mettono ancor più 

buonumore 


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Scendiamo verso Malga Cuar sulle tracce di Frivoloamilano seguendo il lungo e digradante costone erboso che scorre su ripidi dirupi fino alla sella prima del Cuel da Poz. E’ ancora presto e quindi dopo un rapido consulto decidiamo di completare l’escursione a ruota libera, come programmata, salendo al Monte Flagjel. In breve seguendo le staccionate in legno superiamo il Cuel da Poz per scendere nuovamente verso i pascoli sottostanti da dove inizieremo l’interessante salita al Flagjel.





Io e Marisa procediamo più lentamente ma senza preoccupazioni perché il tempo a disposizione è sufficiente a regalarci tranquillamente anche questa vetta e una indicazione "sottosopra" ci indica perciò il sentiero.





Così mi godo a pieno tutta la giornata riuscendo a cogliere immagini preziose. Lungo tutto l’itinerario affacciato sul ripido versante che cala ripido verso sud, scorci panoramici ci accompagnano lasciando che i nostri sguardi vengano distratti dalla pianura solcata dal Tagliamento.





Salendo il sentiero per il crestone orientale raggiungiamo la croce di vetta. Un po’ strana, forse ingombrante ma tutto sommato carina e che si presta a buone foto proiettando la sua sagoma verso il cielo. Poi, a casa, cercando qualche notizia ho scoperto che il monte Flagjel fa parte da qualche anno di una zona protetta http://www.wilderness.it/aree_wilderness_scheda.asp?r=7&p=61&a=1&s=135.
Dopo una breve pausa riprendiamo l’escursione affrontando la discesa per il medesimo sentiero superando nuovamente il Cuel da Poz per poi scendere per tracce i prati in direzione di Malga Cuar.





Il sole è ancora alto nel primo pomeriggio ma la dorsale del Monte Cuar ci appare come tagliata a metà dalla linea delle ombre. Un grifone ci sorvola un paio di volte, ma poi se ne va , probabilmente non siamo di suo interesse almeno per ora. Raggiunta malga Cuar completiamo l’itinerario seguendo la comoda ma monotona strada forestale di servizio, immersa in un bel bosco di faggi in abito autunnale. La pista forestale ci permette di chiudere l’anello intersecandosi con il sentiero che sale diretto al Monte Cuar dal Cuel di Forchia percorso all’andata.





Raggiunte le auto, incontriamo un altro paio di escursionisti che sono scesi dal Cuar per la Val Tochel . E’incredibile come qui si riesca a chiacchierare tranquillamente e scherzosamente con qualsiasi persona, mentre ogni giorno si faccia difficoltà a riconoscere il vicino di casa. Scendiamo per il Monte prat, altro stupendo balcone sulla pianura, ricco di sentieri immersi nel bosco. Qua e là piccole casette, mentre tra i rami il sole basso del tramonto autunnale ci indicata la strada verso Forgaria. Una birra assieme e poi tutti a casa. Mi porto dietro un bellissimo ricordo di questa escursione, facile, panoramica, sincera, dove attraverso le diversità che ognuno di noi ha, se si vuole si può scoprire che i monti non sono solo grandi ma anche tanto pazienti e preziosi, in grado di regalarci ogni volta sensazioni diverse.


un particolare filo unisce questa escursione con quella dell'amico Frivoloamilano che ci ha preceduto: 

10 commenti:

  1. Le foto hanno una bellissima luce.Ciao

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  2. nadia writes:Aaaah...e noi a poltrire a casa....che vergogna! il freddo ci ha messo letargia!!!...e poi avevamo il figliolo mezzo spaccato e bisognoso di coccole!....ma la prossima...

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  3. Ero curioso di leggere il tuo racconto. L'ho fatto e le tue belle parole mi hanno colpito, emozionato ed anche inorgoglito.Ho aggiunto un link al mio post che rimanda al tuo affinchè quel filo comune unisca i nostri blog nel raccontare una escursione "unica".frivoloamilano

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  4. Grazie Nadia per la visita.ogni tanto fa bene anche una domenica di........riposo.Saluti a Lorenzo Frivoloamilano, ti ringrazio per il commento e ho provveduto allo scambio di link Mandi Luca e Marisa

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  5. Marco writes:

    Il tempo era a dir poco meraviglioso e la compagnia fantastica, ma le emozioni che ho provato domenica su quella cima, le sto rivivendo ogni volta che rileggo questo post. Veramente complimenti per come scrivi e per come sai trasmettere con le parole le emozioni.Grazie LucaMarco

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  6. Giovanni writes:

    Ciao Luca, non posssiamo far altro che ripetere le tue bellissime parole, bella escursione, facile, panoramica e soprattutto in ottima compagnia.Complimenti per come scrivi.MandiGiovanni, Elena e Boom

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  7. Luca ch writes:venticello della salute vedo eh?? bene, bene, vi mantiene giovani!

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  8. Mandi Ch LucheAh! sana gioventù. A proposit di giovins: veso già ciolt i scarponcins. Mandi Luca e Marisa

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  9. Luca L' Alpinauta writes:i soarponus no ancjemo, no vin pensat, ma stoi gjà cjalant i zainos, e un mio ami mi à bielgjà dite ca mi tire four un par di scarpetis rosa o celestis, a second da la bisugne, disinmi che bisugne instradà l'Alpin-nini sul troj dal 8c+!! visto che il top dal pari pal moment al è il 6c

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  10. mi par di viodilu a cori a tor a quatri satis cu l'imbrago : "molâjmi la cuarde, no rivi a ingrampâ ".

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