sabato 3 giugno 2017

Forcella Urtisiel , nel cuore delle Dolomiti Friulane


Senz'altro il percorso più rapido per raggiungere forcella Urtisiel che divide il Vallone del Giaf dalla Val Menon è quello che parte dal rifugio Giaf. Il più bello per noi è invece quello che risale dalla Val Cimoliana.


Uno dei posticini più incantevoli e decisamente pittoresco è la Val Menon, siamo praticamente al centro, nel cuore del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, da qualche anno patrimonio Unesco. Come ogni premio che si rispetti, se meritato, si concede in tutta la sua bellezza un passo alla volta. Bisogna infatti risalire tutta l'angusta Val Cellina che con i suoi selvaggi rilievi montuosi nasconde la bellezza delle vallate secondaria e poi, la Val Cimoliana fino al Pian di Meluzzo. Qui prendono corpo numerose aspettative, anche per i più esigenti, di qua passa l'Alta Via dei Silenzi, un pallino che frulla nella testa da anni, per il momento riposto nel cassetto dei desideri. A sinistra si sale al rifugio Pordenone, da qui si può salire al famoso Campanile diVal Montanaia oppure risalire la splendida Val Monfalcon di Cimoliana e passando per la forcella del Leone scendere al bivacco Marchi Granzotto e ancora …..... A destra risalendo una fiumana di possono raggiungere Casera Roncada e le Bregoline, con possibilità di salire il Monte Ferrara. Noi, seguendo quella che è la naturale prosecuzione della Valle, ora Val Meluzzo ci addentriamo nelle stupende varietà ambientali che costituiscono questo tratto di vallata. Dopo un primo tratto caratterizzato da un ampio prato ricco di fiori, il sentiero ben presto si trasforma in sassosa fiumana che corre praticamente in mezzo alla boscaglia, che in questa stagione è impreziosita dalla fioritura delle Orchidee. Un chilometro circa e si abbandona a destra la confluenza della Val Postegae, via di accesso alla Val de Guerra e Val dell'inferno e all'ambita cima del Pramaggiore. 







Risaliamo quindi la sassosa fiumana seguendo gli ometti e lasciandoci alle spalle la Valle . La traccia si snoda interminabile sul greto del torrente che a tratti riaffiora, rompendo il silenzio di questa cattedrale a cielo aperto con il giocherellante saltellare delle acque. A Casera dei Pecoli ci fermiamo un attimo, da qui in poi, dove la valle si restringe, si comincia a salire con ritmo decisamente maggiore. 






Il pendio coperto di larici e pino mugo segue alto il corso del torrente salvo poi passare sul versante opposto in corrispondenza di un impluvio. Sempre guadagnando decisamente quota all'interno del bosco saliamo buttando ogni tanto lo sguardo in su verso gli spuntoni del campanile Gambet e verso le cime Urtisiel. Intanto io intrattengo discorsi con le farfalle che con fare cortese e delicato ci indicano la via. 




Il sentiero si appiana un po' per poi sbucare sui prati degli ampi pascoli di Casera Valbinon, adibita a ricovero e gestita nella stagione estiva. Da qui si può vedere il sentiero che percorreremo. Sosta per guardarsi intorno, un attimo di respiro e poi proseguiamo verso il limitare della piana dove abbandonato il segnavia 369 per Campuros, seguiamo il 361 per forcella Urtisiel nostra prossima meta.







In leggera salita, prima attraversando una zona di pascolo, poi seguendo un comodo sentiero tra i mughi saliamo in direzione dell'imbocco della valletta che sale alla forcella. Siamo sul “sentiero delle genziane” o meglio il “Truoi dai Sclops” caratterizzato in questa stagione da abbondanti fioriture di Genziana di Clusius ma anche Pulsatille e Rododendro nano. Splendidi gli scorci panoramici sulla profonda Val Cimoliana e sulla Val Menon precedono la valletta. 







Il sentiero si snoda interessante tra i mughi per poi addentrarsi verso l'ultimo tratto di salita, al cospetto delle cime Urtisiel, che in breve ci porterà alla forcella omonima, dove il panorama si apre sulla profonda Valle del Giaf. Ci fermiamo qui per oggi, lasciando da parte l'idea di salire Cima Urtisiel Est, anche se non molto distante. 












Fin che il sole è il venticello ci accarezzano stiamo qui tranquilli tranquilli, poi, quando i nuvoloni cominciano ad addensarsi, come previsto purtroppo dal meteo, e qualche segno di temporale si fa sentire, imbocchiamo la via del ritorno. 





Il percorso è lo stesso, salvo le luci e i colori che preannunciano pioggia. Giochi di luce, raggi di sole che filtrano tra le nuvole esaltano le zone in ombra......in fondo, laggiù a Pian di Meluzzo già piove. Si scende quindi, per un po il tempo tiene, poi circa quando siamo a Casera dei Pecoli inizia a piovere.







percorriamo la lunga fiumana sotto la pioggia che però, per fortuna dura poco. Poi a Pian di Meluzzo torna a splendere il sole, quel tanto che basta a far risaltare le goccioline sulle splendide Scarpette di Venere  








E così, nella quiete silenziosa, tra i grandi spazi e gli angoli più nascosti, dove però bastano pochi passi per emozionarsi concludiamo la nostra giornata ............



2 commenti:

  1. Ad Heidi erano le caprette a farle ciao, a te sono le farfalle: l'ho già detto e lo ripeto, tu ti atteggi da orso ma sotto quella pellaccia sei tanto "buonino".
    Bei posti, chissà che un giorno.....

    Ciao. Decimo

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    1. sto imparando il linguaggio delle farfalle, non è difficile ......poi diventa utile perchè quando sono a loro agio si lasciano pure fotografare da vicino senza volar via :-)

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