domenica 17 gennaio 2016

MONTE VAS

Dopo una breve pausa riprendiamo il discorso intrapreso con la montagna, con la prima escursione dell’anno: il periplo del Monte Vas.




L’escursione potrebbe avere il suo inizio e la sua fine dal paese di Vinaio sull’Altopiano di Lauco, ma noi decidiamo di partire direttamente dalle case di Vas, abbreviando un po l’itinerario e il dislivello. In questa stagione, se non fosse per il freddo di questi ultimi giorni, sembrerebbe di essere a fine autunno o anzi a inizio primavera, visto che già lungo il percorso è tutto un fiorire di primule e la neve è decisamente mancante.Siamo sull’altipiano di Lauco, un territorio vasto ricoperto di boschi e prati, campi e sorgenti, collinette piccole valli che confluiscono sul Massiccio dell’Arvenis.


Arriviamo alle case di Vas nel bel mezzo della “purcitazione” del maiale. Un paio di persone ci guarda con diffidenza, come a chiedersi che cavolo ci fanno sti qua con questo freddo su per i monti. Basta parlare un po in friulano e allora si trova anche un bel parcheggio privilegiato per l’auto proprio nei pressi dell’inizio della pista sterrata che sale dolcemente a Forcella Corce.Fa freschetto decisamente, il meteo prevede una temperatura di circa  - 10 °C che si sentono tutti ma almeno c’è il sole e iniziando a camminare si va via bene. Naturalmente abbiamo previsto un paio di strati in più pronti nello zaino.
Seguendo la sterrata in leggera pendenza, all’interno di un luminoso e ordinato bosco di faggi dall’alto fusto procediamo in direzione di Malga Corce.  Il bosco è pulito e i raggi del sole filtrano garantendo un minimo di calore e tanta luce. Tra i rami si scorge la dorsale del Cuar, Duron e Navantes e ogni tanto spunta la cima del Sernio che anche nell’anno appena trascorso mi è sfuggita. Ormai lo conosco da tutti i lati il Sernio, ma da sotto……… 





Ormai vicini al bivio tra Malga Corce e la forcella omonima, siamo costretti ad indossare il quarto strato per l’alzarsi improvviso di gelide folate di vento che, provenienti da lontano, si infilano nel bosco ora di pino passando prima tra l’Arvenis e il Dauda.Alla forcella si abbandona per il momento la strada per imboccare sulla sinistra una traccia che risale la dorsale del monte Vas, uscendo in breve su un primo ripiano, da cui si può già godere parzialmente di un buon panorama e farsi una idea del resto del percorso per raggiungere la cima.Si scende, si sale un po' di volte seguendo i tanti bollini blu senza possibilità di sbagliare, un ultimo strappo finale ed ecco la vetta.








In modo inaspettato si apre alla vista un vastissimo panorama sul versante meridionale che abbraccia una lunga cornice di cime vicine e lontane. Basta poi spostarsi un po' lungo il piano erboso per ampliare ancora. Dal Sernio all’Amariana, dal più lontano gruppo del Canin al Col Gentile e poi dall’altro lato, dal vicino Arvenis alle cime più alte, quest’anno solo spruzzate di bianco. 









Al riparo dal venticello fresco e sotto i raggi del sole stiamo un po' qui prima di riprendere il cammino. Ritornati a Forcella Corce , che divide il Monte Vas dal Monte Dauda, proseguiamo lungo la pista scendendo nei prati dove, oltrepassati dei ruderi, sorgono le case sparse di  Dolecis. 












La strada di servizio attraversa gli spazi aperti per poi immergersi di nuovo nel bosco prima di pino nero poi ancora di faggi.  Contornando le pendici del Monte Vas, coccolati dai rassicuranti raggi del sole pomeridiano e dagli ultimi scorci panoramici di questo angolo di Carnia, raggiungiamo prima le case di Pesmulet e Uerba e poi i fabbricati di Vas.  









I pochi abitanti che tengono splendidamente in ordine questo fazzoletto di terra sono ancora tutti riuniti attorno all’abitazione dove il norcino si da un gran da fare, dal camino esce un bel fumo e intanto…….. del purcit no di bute vie nuje.   

4 commenti:

  1. Bello questo anello...quando ci siamo state noi in cima al Vas non ci siamo arrivate...c'era da battere la traccia nella neve e abbiamo rinunciato alla cima vera e propria per accontentarci del primo "belvedere". Fa strano vedere tutto senza neve...ma per noi va bene anche così...riusciamo ancora a fare grandi cime!!!

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    1. Quando sono arrivato sul primo belvedere mi son detto: "già arrivati? " invece no ......... manca ancora un pezzo per ricevere il premio !

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  2. Ciao e bentornati.
    Fa veramente una strana impressione vedere tutto brullo senza neve in inverno, ma, lasciando un attimo da parte il problema della siccità, preferisco così in quanto non mi piace camminare sulla neve tant'è vero che in questo periodo dell'anno in montagna non ci vado.
    Bei posti e alcune foto suggestive.
    Voi del "del purcit no di bute vie nuje", noi "del mas-cio no butemo via gnente". Ah.... salami, salsicce, musetti, e chi ne ha più ne metta.
    Ciao. Decimo

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    1. Ciao Decimo, felici di leggerti. un pò di neve ci vorrebbe però....... Senz'acqua soffrono anche i maiali ..... e sarebbe una tragedia :-)!

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