domenica 21 dicembre 2014

AMARIANUTE: un bel regalo di Natale







Ecco, con la testa che ancora rimbomba e lo stomaco un tichinin mesedat, che passeggiando la mattina per Cividale incontro un amico. Tra una chiacchiera e l’altra, rifiutando a più riprese il consueto spritzaperol,  il discorso cade sulla cena della sera prima, dove volente o nolente ho trasgredito non poco, roba da non rispettare i dieci comandamenti e correre dal plevan a costituirsi. L’amico con la sua aria di prete mancato confonde il mio peso sullo stomaco con il peso della coscienza e non potendo darmi  gli Ave Maria e i Padre Nostro dice che devo espiare la mia pena con sudore e fatica – “ L’Amariana, devi salire l’Amariana, solo così potrai depurarti dai peccati commessi ieri sera”-  Io penso che esagera però qualcosa devo fare, in fondo ha ragione. Decido di seguire il suo consiglio in parte, visto che i peccati son gravi ma son piccoli peccati, anzichè l'Amariana, la scelta cade sull’Amarianute dirimpettaia più bassa. Una bella salita, anche faticosa, con una bella cima che ha un suo perché.  
Marisa l’aveva nominata nei giorni scorsi, la scelta è quasi automatica. Dislivello medio ma salita e discesa che non mollano quasi mai. Comunque l’Amariana se sarà una bella giornata, sarà li di fronte a noi. Il sabato mi serve per rimettermi in sesto, domenica mattina siamo sulla strada per Tolmezzo.
Quando leggo il cartello con scritta “Amaro”, una parola che mi fa ribellare lo stomaco, ho un attimo di reflusso pensando a venerdi sera. Passiamo velocemente oltre, parcheggiando l’auto poco dopo la polveriera di Pizzebus in corrispondenza di una strada sterrata dove compaiono i primi bolli rossi.  
Abbiamo sentito parlare un po’ di questa cima, il cui accesso avviene per due sentieri, il Troi di Martin e il Troi di Cjadin, ripristinati da non molto con un grandissimo lavoro di messa a nuovo ad opera di alcuni Tolmezzini in seguito al devastante incendio del 2003, che li aveva praticamente cancellati. Per un lungo periodo lasciati abbandonati, tanto che la natura si stava riprendendo tutto il bosco, ora finalmente percorribili, consentono di raggiungere la cima con una interessante escursione e la possibilità di realizzare un bellissimo percorso a anello. I primi 15-20 minuti servono a risalire la strada sterrata che poi diventa sentiero che in lieve e comoda pendenza raggiunge il vecchio poligono dove in corrispondenza della ormai divelta recinzione si trova il cartello del “Troi di Martin”.




La temperatura gradevole da l’idea di una giornata d’autunno e la salita abbastanza sostenuta nel bosco che porta ancora i segni inconfondibili dell’incendio, si alterna a belle schiarite. Tra i rami scheletriti si fa largo il panorama sulla conca Tolmezzina e sui rivoli bianchi dell’Amariana, caratterizzati dalla presenza di pini di bassa statura molto particolari. Un’oretta è il tempo che ci vuole per superare questo primo tratto dalla pendenza decisa che risalendo a zig zag consente di raggiungere un bel pulpito panoramico dove si può godere una splendida vista sulle montagne che accompagnano il Tagliamento nella sua corsa verso la pianura, oggi avvolta dalla foschia evidenziata dal controluce.





Il Troi di Martin finirebbe qui, presso la panchina. Salendo questo sentiero, che si intrufola su per la montagna, in mezzo ai vecchi alberi bruciati e ai nuovi che stanno crescendo, non si può fare a meno di pensare al grande lavoro, all’enorme fatica necessaria per rifare a suon di piccone e motosega questo bel percorso. Sono contento di essere venuto qui ad espiare le mie pene. La fatica è quella giusta per rimettere a posto quel peso in più ( della coscienza?) e l’occasione è quella buona per  raccontare a chi ci segue che esistono ancora persone in gamba con tanta voglia di fare bene. Ce ne fossero….
Ma l’escursione non finisce qui, l’impegno profuso per rifare il Troi di Martin raddoppia con la realizzazione ex novo del collegamento con la cima dell’Amarianutte e con il Troi di Cjadin consentendo di realizzare uno splendido anello escursionistico. Davvero bravi, davvero un gran lavoro. Fatica doppia dunque, specie perché da adesso in poi la pendenza si fa decisamente interessante. Il sentiero è molto ripido, mai difficile o pericoloso, solo a tratti scivoloso, ma mi piace, vado su bene, la mia coscienza ormai è in armonia con le mie gambe e seguendo i numerosi bollini rossi e ometti in poco tempo usciamo sulla cresta alberata dell’antecima dove davanti a noi splende l’Amariana. Marisa mi precede nell’ultimo tratto mentre scatto qualche foto e in poco tempo siamo in cima. Siamo sempre più convinti che abbiamo fatto la scelta giusta.  Non sento più il peso che mi opprime, significa che la pena è espiata e mi concedo un panino con la mortadella …….. L’Amariana ci guarda, ci attende. Non sarà a breve ma andremo anche li ….. 




Dopo le consuete firme e foto di vetta decidiamo di proseguire per il Troi di Cjadin, ormai che siam qui vale proprio la pena di completare l’anello, un po’ per dare una mano con le parole a quelli che l’anno ripristinato, un po’ per la curiosità che contraddistingue il nostro andare. 


Percorrendo in discesa il Troi di Cjadin risultano ancora più evidenti i segni dell’incendio del 2003, alberi come spettri ci accompagnano lasciandoci ogni tanto intravedere scorci panoramici sulla conca di Tolmezzo e sulle grandi cime innevate del Coglians e delle Cjanevate.  
In discesa il sentiero è sicuramente meglio, infatti in salita sarebbe davvero faticoso e con pochi momenti di riposo. In ogni caso ci si mette un po, va affrontato con calma, costanza e curiosità .





Il sentiero ci deposita sui rivoli bianchi in corrispondenza di due Babbi Natale di pietra ( grandi ometti) e seguendo i bolli verso sinistra, passando accanto ad un grande masso con la scritta “Cjadin”  in breve siamo al vecchio poligono. 




A casa non possiamo non riflettere sul percorso di oggi,  siamo molto contenti della scelta,  rivelatasi davvero interessante e speriamo di poter essere utili  diffondendo questo nostro pensiero,  in fondo siamo a Natale e questo sarà il nostro regalo  ……….  E mi sono anche riabilitato con la mia coscienza , insomma, farò un sacrificio, ci sta una fetta di panettone, solo che al posto del Dom Perignon stavolta mi devo accontentare di un prosecco !  




6 commenti:

  1. Buone feste Sottosopra!

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  2. Bene...ora mancano solo Flavio e Marisa quassù! Bella sgambatina, eh? Giusta giusta per espiare un po' di peccatucci culinar/beverecci :D
    Felici Festività a tutta la famiglia!!!

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    1. Ciao Nadia, anche i social possono servire a qualcosa, in questo caso lo spunto lo abbiamo preso da voi e speriamo che il nostro/vostro andare sia da spunto ad altri ............ ;-) ! le cose sono due comunque, o fai una sgambata così per smaltire una cena o fai una cena per recuperare dopo una sgambata così :-D !

      Ancora auguri !

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  3. Bel regalo di Natale! Come dice Nadia manchiamo solo noi....vediamo di salirci prima della colomba Pasquale! ;-)

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    1. Ecco vedi come non detto ......... una sgambatina e poi una bella fetta di colomba e tutto torna a posto ! :-)

      Mandi !

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