domenica 14 settembre 2014

IN ALTA VAL RESIA : il Monte Guarda

Nella parte orientale del Friuli, incastonata tra le Alpi e le Prealpi Giulie, la Val Resia. Una ventina di chilometri da percorrere lentamente seguendo il corso del torrente che le da il nome.



Acque limpide e pulite, che nascono dai monti che custodiscono la valle, prima di sfociare nel Fella, dal Canin, anzi più precisamente tra la Baba e il Guarda prendono il là e come per incanto scorrono riservate tra mille angoli e piccole cascate per ampliarsi fino a raggiungere, arricchite da piccoli ma numerosi affluenti, il fondo della Valle. La porta di ingresso è Resiutta, da li ci infiliamo tra le pareti montuose, oltre Stolvizza, oltre Coritis, verso il suo punto più alto, alla “conquista” del Monte Guarda, punto naturale di congiunzione della dorsale sud del Chila con il Massiccio del Canin. Davanti a noi uno sfondo affascinante, da una parte rocce bianche sovrastano pendii inclinati ricoperti di boschi, la splendida sequenza Baba Piccola, Baba Grande, Slebe, Lasca Plagna, Cerni Vogu, Piccolo Canin con il Sart a chiudere la spettacolare cresta dell’Alta via Resiana sul appartato altipiano del Pusti Gost. Dall’altra la dorsale sud, più dolce, a saliscendi, Nische, Stregone, Chila, Banera, Plagne e il Guarda. Ricordo dal Nische una splendida visuale sul tutto il gruppo di fronte. Poco prima che la stretta strada termini nei pressi di Malga Coot imbocchiamo il sentiero 731, da qui iniziamo il nostro giro in questa valle appartata, in questo bosco umido che già sa d’autunno, con i suoi colori, con i suoi rumori. La mattina presto senti il cervo bramire, rumori interrompono il richiamo, salvo poi ricominciare poco dopo. Saliamo verso casera Berdo, il bosco è ripido, il sentiero si inerpica tra il pino nero e i faggi con le foglie che già sfumano verso la stagione che sta per arrivare, poi si esce, ecco comparire davanti a noi le Babe, la piccola piramide del Guarda e l’inconfondibile rosso bivacco Costantini.









Anche se a tratti il sole spunta tra le nuvole grigie, non è una gran giornata. Per salire sul Guarda si può proseguire in direzione del bivacco e poi percorrere il tratto di sentiero sotto la Baba piccola fino alla forcella Predolina, oppure scendere brevemente a Malga Coot e risalire da lì. L’idea iniziale è quella di fare l’anello. Scegliamo la seconda ipotesi, casomai dovesse piovere ci ritiriamo a Malga Coot e……. frico assicurato. In ogni caso possiamo chiudere l’anello da questa parte.



Mentre percorriamo il breve tratto verso la malga e poi lungo il sentiero per la cima, circondati da una corona di monti, ci lasciamo immergere dal verde, sfumature di verde che si mescola con gli altri colori che fra una quindicina di giorni darà splendore a questa valle appartata. La Val Resia è rimasta per secoli isolata (la strada principale che collega il fondovalle a tutte le piccole frazioni non ha moltissimi anni) e conserva ancora intatti usi e costumi molto antichi che ancor vengono mantenuti dalla popolazione Resiana con molte manifestazioni culturali.






Particolarmente belle sono le danze tradizionali in costume che si tramandano da generazioni, i suoni della “Bunkula” e della “Zitera” prendono il ritmo dal battere dei piedi a terra, si suona ad orecchio. Pensieri che ci accompagnano in salita ogni volta quando veniamo a fare qualche escursione da queste parti, e ogni volta torniamo a casa vada come vada, contenti. E intanto la cima è vicina e il sole finalmente comincia a scaldare e a farci compagnia.






Superato il bivio per il Monte Plagne, ancora un paio di tornantini e si esce sulla comoda cresta erbosa della dorsale. Ancora una breve salita ed eccoci in cima. La vista sul fondo della Val Resia è notevole, nelle belle giornate si può andare oltre le Carniche, fino alle Dolimiti. La dorsale, una lunga cresta trasversale, che parte da lontano (spiccano le cime dei Musi) separa la Val Resia dalla Valle di Uccea mentre verso est davvero piacevole è la vista sulla valle dell’Isonzo in Slovenia. Il Gruppo del Canin però predomina la scena. Restiamo un po’ in cima, c’è una croce, un libro di vetta da firmare e un bivacco in miniatura che sa tanto di Triglav. 
 








La discesa sul versante opposto verso sella Predolina è piuttosto ripida e l’erba umida per la pioggia della sera prima, colpiti da un attacco di inettitudine, torniamo indietro decidendo di percorrere un pezzo della cresta sud fino al Monte Plagne, tanto per completare un tratto di dorsale lasciato in sospeso anni fa.











Il tratto è piacevole, ancora gli sguardi indugiano sul Canin e sul fondo della Val Resia, prima di prendere la via del ritorno.











Nei pressi di Malga Coot sfortunatamente chiusa, inizia a piovere leggermente, ma dura poco, il resto è una breve passeggiata sulla strada, ascoltando il mormorio delle acque del torrente, soddisfatti ancora una volta ……

6 commenti:

  1. Quest'anno va così, con un mix di cieli grigi e brevi sprazzi azzurri. Per fortuna però ci concedono anche piacevoli uscite " benedette" dall'alto con le solite quattro gocce!!! L'importante è che non ribalti l'intero catino!!!! :D
    E intanto il bosco inizia a colorarsi... e questi luoghi sono magnifici in veste autunnale!!!
    Salutoni ad entrambi!!!

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    1. In effetti ultimamente la becchiamo spesso la pioggia, lassù non si bada al risparmio. La Val Resia è sempre splendida, ma tra una quindicina di giorni , max un mese sarà uno splendore d'autunno. Ci inventeremo ancora qualcosa da quelle parti ........

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  2. GUARDA...GUARDA...quanta roba...!!!
    mandi, mandi

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  3. si dai, pensiamo ai prossimi bei colori dell'Autunno per consolarci. Scorci e varietà di ambienti e che bella dorsale.

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    1. Speriamo, sono così stufo del grigio. Consiglio la Val Resia d'autunno per riprendere tonalità e saturazioni che tanto ci fan bene :-) !!

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