mercoledì 24 settembre 2008

Sullo Jof di Miezegnot

Marisa e Luca domenica 21 settembre 2008

Per riprendere un po’ il contatto con la montagna dopo qualche settimana di stop scegliamo un itinerario leggero che però ci consente di godere di gradevoli paesaggi , un bel sentiero e una panoramica cima . Mi sento un po’ in colpa nell’anno di Kugy di aver trascurato le Giulie e allora volentieri ritorniamo sullo Jof di Miezegnot. La montagna è ricca di resti di trincee e fortificazioni della grande guerra che sempre attirano la mia attenzione e nel giorno del 90 anniversario della fine della prima guerra mondiale, in occasione di una importante celebrazione che si tiene nella splendida cornice di Sella Sompdogna la scelta è quasi obbligata . 


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L’escursione allo Jof di Miezegnot è molto remunerativa anche se breve. Ce la prendiamo abbastanza comoda con colazione al Fungo e quando saliamo a Sella Sompdogna per la rotabile della Val Dogna le 9.30 sono passate, anzi si va verso le 10 . Ad un chilometro dalla sella la strada è chiusa a causa della cerimonia. Già pensiamo di salire a piedi ma si sa gli alpini fanno sempre le cose per bene e un bus navetta dell’ANA di Udine ci porta comodamente su. Atmosfera cordiale, berretti alpini, damigiane e canti di montagna per un attimo mi fanno pensare ad un diverso sviluppo della giornata. Marisa non mi da tempo di socializzare partendo in quarta verso la soprastante Malga Sompdogna e così sono costretto a desistere dalle mie belle intenzioni. 
Il sole c’è ma l’aria è frizzantina foriera di un autunno ormai alle porte. Mentre Marisa sale mi fermo un attimo sulla prima balconata sopra la sella a godermi la vista sul Montasio, sul Foronon del Buinz e Jof Fuart e già mi sento a mio agio.



E’ sempre bello tornare su questi monti, le Alpi Giulie, aspre, selvagge ma affascinanti. La paretona Nord del Montasio con la cresta dei Draghi e le sue numerose torri e pinnacoli attira sempre lo sguardo e riempie i pensieri. Superata la malga entriamo in un bellissimo bosco di faggi e abeti. Dopo un breve tratto il sentiero piega a destra e a tornanti sale regalando preziose viste. Il Cimone, il Monte Zabus, il Piper e il Due pizzi fanno da contorno alla Val Dogna. Salendo tra mughi e larici che già tendono a cambiare colore arricchendosi d’autunno la vista si libera progressivamente della vegetazione e raggiunto un bellissimo balcone erboso con resti di un cimitero di guerra, ci fermiamo quasi ipnotizzati dalla costante presenza dello Jof di Montasio che appare e scompare tra le nuvole.

 

Da qui si gode anche di una bellissima vista sulla Val Saisera, sul rifugio Grego e sul Bivacco Stuparich.
In breve salendo il sentiero si raggiungono i resti di un villaggio di guerra con il Bivacco Battaglione Alpini Gemona ristrutturato e adibito a ricovero.


Il sole va e viene e fa freddo e con immenso piacere scopriamo che qualcuno ci ha preceduto accendendo il fuoco e così ci fermiamo un attimo per una breve sosta, per lasciare una firma al bivacco e leggere i commenti di chi come noi sale il sentiero.
Ripreso il cammino saliamo verso la cima. L’interesse è verso il costone Pecceit ricco di trincee e resti di guerra, per cui deviamo a destra in quella direzione.


 

Il traverso presenta alcuni tratti franati che si superano con leggera attenzione. Saliamo il tratto finale di una cinquantina di metri praticamente a vista tra roccette che si sgretolano in mano e facendo attenzione a non far cadere sassi sotto di noi. Conviene tralasciare i pochi e sbiaditi bollini che sono ingannevoli. Su in cima parecchi resti di guerra, trincee, una bella croce, libro di vetta e qualche targa ricordo di guerra.

 

Il panorama dalla cima è stupendo a 360 gradi ma il sole va via subito e l’aria fredda comincia a soffiare forte. Vorrei anch’io il berretto di lana con il “pon pon” di Marisa. Scendiamo lungo il tratto sud orientale percorso in salita facendo attenzione a dove mettiamo i piedi per andare a visitare i resti di altre numerose fortificazioni e punti di osservazione della linea del fronte.

 

Poco sotto un sentiero attraversa in costa le pendici del monte riportandoci in breve al ricovero Battaglione Alpini Gemona e dopo una altra sosta scendiamo verso Sella Sompdogna sperando che il tendone degli Alpini ci consenta qualche gioviale incontro, un tajut con la salsiccia.


E’già finito tutto e stanno sbaraccando. Saluto cordialmente guardando le vuote damigiane e mi avvio mestamente verso l’auto un chilometro più sotto. Marisa sorride ricordandomi il nuovo codice della strada. Soddisfatto dell’escursione scendo verso Resiutta e metto la freccia a destra. “Dopo guidi tu”.
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UN PO DI STORIA E QUALCHE ALTRO DETTAGLIO


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"Voi sostenitori della guerra che state nei parlamenti, nelle assemblee, nelle strade di città e nei caffè, provate a venire con noi per vedere cosa significhi la guerra con i suoi orrori!".
Julius Kugy


Fino alla fine della Prima Guerra Mondiale, Valbruna e la Val Saisera, come tutta la Val Canale, si trovavano in territorio Austriaco. Il confine con il Regno d'Italia attraversava la Val Fella presso Pontebba e correva sulla cresta della catena montuosa che divideva la Val Dogna dalla Val Fella. Sulla cima dello Jôf di Miezegnot il confine piegava verso sud attraverso la Sella di Sompdogna. Il Mittagskofel, così veniva chiamato dagli austriaci lo Jôf di Miezegnot, costituiva il cardine del fronte nelle Alpi Giulie e per gli italiani era un ottimo punto di osservazione sulle retrovie austriache. 
Per questo motivo già nel giugno del 1915 le truppe austroungariche attaccarono lo Jôf di Miezegnot partendo dalla zona della Malga Strechizza, riuscendo però a conquistare solo la Quota 1952, chiamata dagli austriaci Kleine Mittagskofel. Per tutta la durata della guerra le posizioni rimasero invariate, nonostante i violenti combattimenti del luglio 1916, quando gli italiani attaccarono la Quota 1952, la riconquistarono ma non riuscirono a tenerla a causa del contrattacco austroungarico. Nella valle la zona montuosa a ovest di Valbruna è forse la più ricca di testimonianze storiche riguardanti la Prima Guerra Mondiale ed è anche la meglio servita da sentieri facilmente percorribili.
Dalla cima di Quota 1952 si può vedere la prima linea italiana che scendeva dallo Jof di Miezegnot sul costone Peceit. Il sentiero a questo punto scende per alcuni metri e poi risale per un canalone friabile fino a quota 1968 ( h 3,00). Qui si trovano i resti delle postazioni italiane. Il sentiero risale sul versante nord-ovest della montagna fino alla cima dello Jôf di Miezegnot, (m 2087, h 3,30) Anche qui numerosi sono i resti delle posizioni militari italiane: trincee, caverne blindate, ricoveri e osservatori. La vista a 360° sulle montagne circostanti è incredibile: a sud lo Jôf Fuart e lo Jôf di Montasio, a est il Mangart, a nord le montagne della Carinzia e ad ovest le Alpi Carniche. Si può facilmente intuire l'importanza che aveva questa cima per i due eserciti. Per gli italiani il suo possesso costituiva un punto di osservazione indispensabile, ma anche per gli austriaci non era meno importante: avrebbe permesso finalmente di vedere tutte le retrovie italiane della Val Dogna. Dalla cima, per il sentiero CAI 609 si può scendere alla Sella di Sompdogna, (m 1350, h 1,00) da li al Rifugio Grego ( m1389, h1,20) e per il sentiero CAI 611 ritornare in Val Saisera presso la malga omonima ( m 1004, h 2,00).






4 commenti:

  1. Sempre di soddisfazione l'escursione allo Jof di Miezegnot; belle le foto ed interessante la digressione storica...peccato per le damigiane vuote!ciao

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  2. Luca l'alpinauta writes:ben dai! le damigiane vuote sono salutari! così ti tieni in forma!

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  3. Eh si!!!Ottimo consiglio per tenersi in forma, ma bisogna pur defaticare e smaltire in qualche modo la camminata no!!!. (Oops ... ma non di dice il contario?,:confused: Boh)

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  4. Silenzi d'Alpe writes:

    Sono appena tornate dalle Alpi Giulie che ho visto dal versante sloveno, che significa aver visto la Grande Guerra d'altra parte ! La fatica e il sudore che ci sono voluti per costruire le postazioni militari è stata esattamente la stessa. Montagne Bellissime !grazie e a presto sui ns Blog Silenzi d'Alpe

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