Dal paese di Ilirska Bistrica, al confine con la Croazia, tra Rijeka e Trieste una strada in parte asfaltata sale e si infila nelle poderose foreste dello Sneznik, Monte Nevoso. La salita alla cima inizia dal complesso degli Sviscaki, dove presso una bella e verde radura sorgono numerose baite e un piccolo rifugio.
Il Monte Nevoso è una meta abbastanza popolare in Slovenia, è la montagna più alta al di fuori dell'arco alpino e fa un po da confine, da unione tra appunto le Alpi e le montagne Dinariche. Da una altezza di circa 1800 mt, data la sua isolata posizione, nelle belle giornate è possibile ammirare uno splendido panorama a 360 gradi. Dalle Montagne croate del Gorski Kotar alle Alpi di Kamnik e delle Caravanche , dalle Giulie alle Carniche fino alle Dolomiti, dal golfo del Quarnaro con le isole di Krk e Cres al golfo di Trieste, sempre che sia una giornata nitida.
Partiamo subito e ci immergiamo nella bella foresta che circonda la cima, 25000 ettari di bosco, dimora della lince, del lupo e di numerosi esemplari di orso bruno. Si sale all'ombra di alberi secolari, abeti rossi altissimi, abeti bianchi, carpini attorcigliati e aceri di monte, verdi e odorosi muschi, che coprono il terreno su cui affiorano le rocce dell'alto Carso.
Il primo tratto, sempre e comunque rilassante termina presso una piccola radura dove la vegetazione che fino a qui ci ha accompagnato lascia il posto ad una fittissima mugheta, attraverso la quale si snoda il sentiero che affronta l'ultimo più ripido tratto verso la cima che ormai appare con il suo rifugio di pochi metri sottostante. Da qui in poi la vista potrebbe spaziare lontano ma la foschia ci toglie questo privilegio. Nonostante tutto però l'ambiente è grandioso, le foreste sottostanti appaiono fittissime e impenetrabili, mentre sul sentiero ci fanno compagnia le prime fioriture di pulsatilla alpina.
La cima è ampia e spaziosa anche se, come spesso accade su questa montagna, sferzata da una discreta aria. Ci fermiamo poco, la vista va lontano solo da una parte, la giornata non è limpida e i famosi panorami sono piuttosto limitati dalla foschia. Un timbro sulla croce di vetta e poi una tappa al rifugio per una birretta e una fetta di dolce.
Il rientro è vicino ma lo sguardo viene attirato da un sentiero che segue la cresta attraverso i mughi in direzione del Mali Sneznik. Non ho una cartina vera e propria ma solo uno straccio di fotocopia raccattata non so neanche dove, sopra si intravede una traccia che seguendo in parte il percorso per Masun ( come indica un cartello che c'è sotto la cima) scende poi nel bosco e consentirebbe di chiudere un bel percorso ad anello. Siccome siamo curiosi non ci pensiamo due volte e andiamo a vedere. Magari fino alla cimetta poi penseremo …..
Il percorso si snoda piacevolmente a saliscendi sui mughi, seguendo il filo di cresta della dorsale, ancora tra fioriture di pulsatilla ci avviamo verso Masun, mentre le nuvole se ne vanno via regalandoci le ultime splendide visuali verso la cima che ci lasciamo alle spalle. Nei pressi della cima del Piccolo Nevoso incontriamo un paio di escursionisti italiani e chiediamo lumi sul proseguimento. Loro son li in sosta e da quanto sembrano ricordare da precedenti escursioni il sentiero dovrebbe scendere decisamente più ripido tra i mughi fino ad immergersi nel bosco sottostante dove si dovrebbe trovare un bivio. Se, ma.... si dovrebbe....... vabbè …..... si và!
Sempre tra i fittissimi mughi che per l'occasione sembrano scatenare calore di più di quello che già il sole di oggi sa fare, scendiamo ripidi ripidi a serpentine. Poi il sentiero si addolcisce un po anche se sembra sempre meno evidente, si entra nel bosco di carpini attorcigliati dal vento. Siamo soli, nessuno passa di qua e del bivio neanche l'ombra...... Continuiamo a scendere, incontriamo uno Sloveno, l'unica parola che memorizzo è Grda Draga, poi poco dopo il bivio, si lascia il sentiero per Masun, si va a sinistra seguendo un po' la traccia calpestata un po' dei radi bolli sugli alberi.
Questo tratto è all'interno di un fittissimo bosco, selvatico e solitario, non incrociamo nessuno. Insomma, la direzione dovrebbe essere giusta, anche se a volte bisogna stare parecchio attenti a trovare il proseguimento, in alcuni tratti abbastanza tortuoso tra i grandi affioramenti carsici e i fitti e alti abeti. Questo è il bosco del Monte Nevoso, questo è il regno dell'orso bruno. Qualche rumore nel bosco, la sensazione che mille occhi ti osservino. Guardo l'altimetro e l'orologio, a dire il vero mi sento abbastanza a mio agio su questo terreno ma d'istinto decido che è tardi e allungo il passo....... prima però devo raccontare a Marisa quella dell'orso …..... Usciamo dal bosco di abeti nei pressi di una pista forestale, seguendo questa, sempre secondo la cartina si potrebbe riprendere il sentiero dell'andata, ma io resto fedele alle indicazioni ricevute..... Grda Draga ½ ora e allora via dritti. Così è in effetti.
Dopo ancora un breve tratto di bosco la pista si fa molto più evidente e in comoda e rilassante discesa arriviamo ad una graziosa grande radura immersa nel verde e circondata dai boschi. Qui facciamo sosta presso una panca. Una strada sterrata taglia a metà la radura e un cartello indica Sviscaki 2 km. Bene, ci siamo, seguendo le rassicuranti impronte dell'orso con una breve risalita eccoci al punto di partenza.
Al
sole del pomeriggio seduti al rifugio di Sviscaki, nella graziosa
cornice della radura punteggiata di baite sorseggiamo l'ultima birra
pensando all'escursione di oggi, al monte Nevoso, ai suoi splendidi e
fitti boschi, ai selvaggi animali che li popolano. In mente mi viene
un racconto letto su un libro di un amico fotografo naturalista, dove
un cacciatore, proprio sul Monte Nevoso, dopo anni che aspettava
l'orso da record, quando gli si para davanti anziché sparare lo
lascia andare..........Forse è ora di tornare a casa e farsi la
barba ….....
Saggia decisione quella di tornare a casa e farsi la barba.
RispondiEliminaSai, mi seccherebbe molto leggere sul Messaggero Veneto che sei stato impallinato perché scambiato per un orso: verrei a perdere il mio cantastorie montanare preferito!
Ciao
Decimo
in questi casi consiglio durante l'escursione colori vistosi e canti alpini a squarciagola :-) !
RispondiEliminaMi ero persa questo racconto....recupero ora! Chissà perché in Slovenia si tende sempre a.... perdersi! Comunque un bel anello in un posto di cui avevo solo sentito parlare.
RispondiEliminaidea di Marisa, ottima scelta...... poi io ho allungato un po il giro ma direi che ne è valsa la pena, se è bel tempo panorami assicurati........... da non fare in inverno se non ti piace lo stile Patagonia
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