Dai prati di Valbruna un sentiero risale a Sella Nebria. Abbiamo scelto di tornare sul Monte Nebria senza una logica precisa, mi ricordavo che le due cime che caratterizzano questo piccolo monte, avamposto della Costiera di Dogna, erano molto panoramiche e il sentiero di salita docile e rilassante. Ideale per una escursione breve in previsione di pioggia pomeridiana, ma ugualmente gratificante.
Da Sella Nebria si imbocca la vecchia strada militare che dolcemente sale immersa in un bel bosco prevalentemente di abete rosso e faggio prima e pino silvestre e abete nero poi. Profumi intensi di primavera ci accompagnano lungo la salita mentre brevi scorci panoramici ci permettono di guardare verso la dorsale montuosa della Val Dogna con il più alto Jof ,di Miezegnot, con il Piper, il Due Pizzi e il Gosadon.
Oltrepassata una galleria il cui ingresso è parzialmente ostruito dai franamenti del pendio che in questo tratto si presenta particolarmente friabile. Al di là di questa, al tornante successivo la strada si restringe a mulattiera e superato uno sperone roccioso incombente raggiungiamo la sella che separa le due cime. Qualche timida fioritura di genziane e di orecchie d'orso spunta sulle rocce e sui pendii, mentre attraverso i rami degli alberi si intravedono le cime più alte del gruppo dello Jof Fuart ancora innevate.
La salita a cimo ovest è breve ma ripida, si va su a strette serpentine tra i mughi e le eriche e poi per sottile e panoramica crestina. La cima con la sua piccola croce e il suo libro di vetta, nonostante la sua limitata altezza, è isolata e quindi molto panoramica. Si può quindi spaziare anche verso nord, sulle alture dell'Osternig e dell'Acomizza e strizzare l'occhio alla croce della cima est che ci attende.
Scendiamo quindi alla selletta per riprendere il cammino che a breve, per comodo sentiero ci porterà a toccare anche la seconda vetta, sempre in buona posizione ma dalla vista un più limitata dalla vegetazione.
Ci fermiamo un po qui, in attesa che quelle due o tre persone che con noi dividono la cima decidano di scendere, per godere di un bel momento di solitudine e contemplazione. Ma sembra che anche loro abbiano in mente gli stessi pensieri e così, quando il cielo si annuvola un po come previsto, ci mettiamo in cammino.
La discesa è un divertente calpestar di foglie all'interno della faggeta , ma il percorso non è lungo e il gioco finisce presto.
Con le montagne della Val
Saisera sullo sfondo eccoci a sorseggiare una birra a valle, mentre
qualche gocciolina di pioggia inizia a bagnare i prati di Valbruna
Due cime, tranqullità, rilassatezza, una birra, che volere di più?
RispondiEliminaForse ci aggiungerei l'ascoltare e l"annusare" la pioggia..... dentro un rifugio naturalmente!!
Ciao. Decimo
a volte quando il tempo è incerto, entrano in gioco i "piani B" che poi tante volte male non sono. Per fortuna la montagna offre queste possibilità e noi le cogliamo volentieri . Ciao
Elimina