E' vero che secondo il calendario non è ancora inverno, ma ormai manca poco a Natale e l'autunno, pur perdendo ormai i suoi colori, tiene duro, cercando di respingere, oltre le ombre, il generale inverno che manda i primi segnali del suo arrivo, anche se non imminente e anche se il meteo continua a sorridere.
Nei tratti in ombra del Vallone di Ugovizza si vedono i segni del freddo, cascatelle ghiacciate e “zilugne” ci accompagnano fino all'Osteria al Camoscio “, dove imboccata la stradina per Cima Bella e superato il gruppo di casette dai camini fumanti, si esce finalmente al sole. I primi strati, guanti e berretti trovano subito spazio nello zaino, sia per il calore dei raggi, sia per la pendenza della strada piuttosto ripida, che dopo il ponticello sul Rio Tamer, sale ripida, attraversando grandi spazi prativi disseminati di graziose piccole costruzioni. A rendere tutto più bucolico servirebbe una bella nevicata o, in alternativa una bella distesa di crochi. Ma ci accontentiamo. D'altronde la giornata è bellissima e i panorami verso le Giulie e verso Sella Bistrizza rallegrano l'animo e fanno passare in secondo piano la salita.
Non è la prima volta che veniamo da queste parti, Cima Bella è una classicona invernale con gli sci o le ciaspe e anche sul Monte Cocco ci son stato in solitaria con la neve. Ci manca la vetta del Monte Sagran che sarà la meta di oggi. Panorami garantiti e discesa verso sella di Lom. Seguendo la strada che alterna tratti prativi a bellissimi boschi di pino, poi superato il bivio per il villaggio Cocco e successivamente per la diretta prativa a Cima Bella, continuiamo lungo la pista sterrata verso la forcella di Fontanafredda.
All'ombra del bosco la temperatura si fa sentire, per cui anticipiamo una breve sosta nei prati prima di raggiungere la forcella, crocevia di sentieri e preludio all'ampio panorama verso l'Austria. Una scritta ci indica la direzione, anche se dopo un po, superato un bel tratto all'interno del bosco, si esce su un corridoio erboso dove si sale liberamente in vetta.
Senza fretta ovviamente, visto che man mano che si va su la vista può spaziare sempre più lontano, concedendo ottimi spunti per tirar fiato. Sembra che oggi molti abbiano scelto questa bella cimetta per godersi forse uno degli ultimi scampoli d'autunno. Siamo in molti quassù, attorno alla croce. Gruppetti che scendono, altri in sosta, altri che arrivano, insomma un discreto via vai per una cima ingiustamente poco conosciuta, ma che di fatto molto remunerativa.
Essendo un po isolata e di poco inferiore ai 2000 metri, concede infatti un panorama tutt'attorno molto bello. Naturalmente non si può pretendere troppo dal sole, anzi, se si alza il venticello, occorre ripararsi un pochino.
Scendiamo ora verso nord-est, tralasciando la traccia diretta verso la cresta. Non abbiamo visto nessuno salire o scendere da quella parte per cui puntiamo alla sella tra il Sagran e Starhand, alla ricerca del sentiero austriaco 403 che scende a Sella Lom. Un traccia liberamente interpretabile tra i bassi larici e i cespugli di rododendro scende giù fino alla sella, attraversando un tratto molto bello prima di infilarsi in un fitto sottobosco che praticamente caratterizza tutto il tratto da qui a Sella Lom.
Al nostro arrivo la Sella, punteggiata da numerose piccole baite è già in ombra e fa piuttosto freddo, il ghiaccio ha messo sotto la natura, ma al suo interno si sente scorrere l'acqua del rio. Andiamo veloci fino ad oltrepassare il rifugio Nordio, dove fervono i lavori di ricostruzione dopo il recente e sfortunato incendio di poco tempo fa.
Occorre procedere ancora un tratto per uscire di nuovo al sole e farsi colpire dai raggi pomeridiani, che, è vero, ormai scaldano pochino ma regalano sempre momenti di luce preziosa
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