Stavoli Scric
Agli stavoli Scric. Ghiaioni da fatica che regalano divertenti discese e boschi silenziosi dove con un po' di attenzione si scopre un mondo in miniatura …...
Nonostante le abbondanti fioriture, la primavera fa ancora parecchia fatica a venire fuori, tanto che fra poco sarà estate ma purtroppo siamo ancora alle prese con giornate uggiose e incerte. Cominciano a mancare i profili delle montagne alte, i grandi spazi, i panorami estesi, il contatto con la roccia, l'andar per cenge e sentieri alti. Anche oggi il tempo è incerto e nell'incertezza ci teniamo bassi andando alla scoperta di un itinerario fin ad ora stranamente mai percorso. Non molto tempo fa avevamo deciso di raggiungere gli Stavoli Scric compiendo un anello dai Rivoli Bianchi di Venzone, passando per la Creta Storta, ma ci siamo fermati qui per la presenza di neve instabile.
Oggi completiamo la parte restante dell'itinerario salendo agli stavoli per la forca di Ledis. Dalla statale si raggiunge l'inizio dell'itinerario percorrendo la stradina di ghiaia dei Rivoli Bianchi fino ad un divieto nei pressi di un boschetto di pini, da qui si sale a piedi, prima per una ripida strada dal fondo in cemento poi per sentiero. La prima parte è all'interno di un bel bosco dove l'umidità afosa di oggi si fa sentire.
In corrispondenza di una briglia, dove in parte il sentiero risulta eroso dalle acque del rio Pozzolons, il bosco si dirada lasciando spazio ad un ripido ghiaione. La vecchia mulattiera in pietra è quasi completamente scomparsa costringendo ad una salita un po faticosa del tipo un passo in avanti e due indietro. Ovviamente la fatica della salita sarà ricompensata al ritorno, trotterellando con una divertente e rapida discesa tra le ghiaie. Non so se sia meglio affrontare la salita sotto il sole o con la cappa di umidità di oggi che toglie il fiato , fatto sta che dopo un ora circa, alla forca di Ledis sono completamente inzuppato.
Le pareti rocciose del Mont di Ledis, avvolte dai fumi della nebbia appaiono misteriosi e spettrali soffocando ancor di più la salita. Cerco con gli occhi di individuare qualche traccia non segnata sulle carte che so esistere, ma non riesco a scorgere nulla ….... comunque si sa, sono curioso, chissà che …........
Una breve sosta al bivio del sentiero 713 e poi si ricomincia a salire decisi, sarà una costante oggi. Il tratto da percorrere ora è secondo me il più bello di tutto l'itinerario. Prima a strette serpentine poi con lunghe diagonali. Brevi ma interessanti scorci sulla Val Venzonassa e sul versante meridionale del Plauris precedonono l'ingresso in uno stupendo bosco di faggi.
Amo il bosco di faggi, mi piace camminare al suo interno, mi trasformo in un elfo....... mi piace osservare il sottobosco e scoprire man mano che saliamo cosa nasconde e cosa svela. Oggi non c'è il sole, ma la luce soffusa si diffonde al suo interno e i colori assumo piacevoli contrasti che appaiono e poi scompaiono quando un po di nebbia rende tutto misterioso.
Prima degli stavoli un prato. Tra bottoni d'oro e orchidee spontanee svolazzano le farfalle. Continuando lungo la dorsale e dopo aver attraversato un boschetto ecco che appaiono gli Stavoli Scric, piccola struttura rimessa a posto, di proprietà privata ma aperta a tutti come punto di appoggio e bivacco per le numerose escursioni in zona.
Da dietro lo stavolo un sentiero prosegue in direzione del monte Cjampon passando per le “glacjere”, ma noi abbiamo deciso che per oggi ci fermiamo qui. Gli Stavoli sorgo in posizione privilegiata, un apertura tra i monti consente di spaziare verso valle dove scorre il Tagliamento e la fatica sarebbe ampiamente ripagata se il meteo fosse migliore....... ma si sa , noi ci accontentiamo, ormai siamo abituati a saper cogliere ogni volta tutto i risvolti positivi da ogni escursione. Facciamo sosta. Intanto giro in torno curiosando alla ricerca di qualche particolare, di qualche piccolo regalo della natura che sa sempre donare qualcosa di bello.
Poi si scende, il prato, ancora il bosco di faggi, ormai senza segreti, fino alla forca di Ledis raccogliendo quello che di utile può trovare spazio negli scomparti dei ricordi.
Mentre cominciamo a saltellare sul ghiaione un camoscio da lontano ci osserva dall'alto di una roccia. Per lui che danza sui cuscinetti non possiamo che apparire come strani e ridicoli esseri.
Si
saltella, si frena, si riprende....... le ginocchia gioiscono
…....... Poi alla fine esce pure il sole e il bosco ci premia con
splendide fioriture.....
Un passo avanti e due indietro: qualcuno l'ha vista come metafora della vita di noi italiani.
RispondiEliminaTu un elfo? Almeno fossi di verde vestito!
Splendida la foto della ragnatela gocciolante!
Ciao. Decimo.
Ciao Decimo, vedrai se non divento un elfo......... intanto a forza di prender pioggia ho gli scarponi verdi ...... di muschio ...... !
EliminaCiao Decimo, vedrai se non divento un elfo......... intanto a forza di prender pioggia ho gli scarponi verdi ...... di muschio ...... !
EliminaUffa! Adesso ti tocca tornare per fare il tratto tra gli stavoli Scric e la Creta Storta! ;-)
RispondiEliminaEh no! penso che passerà un po :-) !
EliminaEh no! penso che passerà un po :-) !
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