Di tutte le stagioni, l’autunno è quella che offre di più all’uomo e chiede di meno.
(Hal Borland)
Mentre le giornate estive si accorciano e l’autunno, che è la stagione che preferisco, esplode e ci avvolge con i suoi colori caldi e luminosi, io e Flavio ci ritroviamo di nuovo assieme per un’altra escursione. L’estate è finita in fretta quest’anno. Sulla strada per Cason di Lanza, mentre l’auto sale incontro all’azzurro del cielo, lasciamo andare dietro di noi il tempo e con lui i ricordi di quello che abbiamo fatto, di quello che avremmo voluto fare e che non abbiamo fatto, dando un po’ di spazio anche alle fantasie per quello che, chissà, faremo. L’estate è finita, è arrivato ottobre, basta un po’ di pioggia e si sente l’odore dell’umidità. Svaniti i colori le visioni cambieranno, tutto tenderà al grigio e verrà la stagione della meditazione, delle visioni lontane.
Lungo la strada penso alle foglie, guardo le sfumature dei colori, che costanza che ha la natura nel prepararle ogni anno per un viaggio così breve. Al Passo non siamo soli, c’è un buon movimento, tanti come noi decisi a sfruttare tutta la luce di queste giornate sempre più brevi.
Senza tanti tentennamenti, per vincere la temperatura decisamente frizzante ci incamminiamo lungo il sentiero che porta all’inizio della ferrata “Amici della Montagna “. Poco meno di un’oretta per scaldare le articolazioni prima di attaccarci alla parete nord, lungo quel cavo che oggi sarà il filo conduttore principale della nostra salita allo Zermula.
La roccia è compatta e divertente salvo il fatto che la pioggia di ieri la rende decisamente umida, trasudante di acqua e in alcuni tratti un po’ scivolosa. Ed ecco che allora ogni scusa è buona, con il fatto di recuperare la lounge una mano fa sempre una certa difficoltà a staccarsi, diciamo che sarà quella mano che servirà poi a scrivere il racconto affidandosi al “filo conduttore” .
Flavio davanti, io dietro, fino al libro di via, poi facciamo cambio, siamo a nord, in ombra, alle nostre spalle le morbide curve della Val Dolce, davanti a noi scanalature di roccia, sopra di noi il cielo e le nuvole.
Finito di “tirarci su” sbuchiamo sorridenti e soddisfatti sul sentiero alto proveniente dal percorso delle trincee, mentre una nuvola dispettosa avvolge la cima dello Zermula e tutto quello che c’è intorno.
La cima sembra essere il limite delle nuvole, anzi a tratti, anzi no. Quando spunta il sole si sta anche bene, per il resto invece, l’aria fresca si fa sentire obbligandoci ad abbreviare una sosta meritata.
Il sentiero di cresta "delle trincee"! si prende poco sotto la vetta. Stiamo attenti nella nebbia a trovare il bivio giusto e a seguire il giusto percorso. Il filo di cresta è disseminato di opere e resti di guerra, è divertente andare alla ricerca tra le trincee dei radi bolli e degli ometti che dispettosi si nascondono nella nebbia, stando attenti una volta superata la cima est a non scendere troppo. L’imbocco di una galleria è la direzione giusta per passare sull’altro versante dove con percorso un po’ più comodo raggiungiamo la forca e il cadin di Lanza……
Contento di aver proposto a Flavio questa giornata, inattesa anche se cercata……per noi anche nella nebbia, di sole d’autunno.
nel video di Flavio, assieme "Amici della Montagna "
....non ci siamo messi d'accordo per fare un post così "gemello"!
RispondiEliminaPer te una prima per me una ripetizione ma posso dire, dopo tanti anni, sempre una bella emozione. Piano piano la lista dlle cose fatte assieme si allunga e si allungherà...si allungherà :-))
una alla volta, con lo spirito giusto.......... ;-) !
RispondiElimina..ops...e oltre a quello di Flavio, pure il tuo reportage mi ero persa! bella ferrata...è stata la prima ferrata in cui mi sono divertita dopo la traumatica partenza nel mondo delle ferrate sul Zuc della Guardia (che devo ancora esorcizzare!!!). Vediamo se il prossimo anno riesco a farle di nuovo visita!!!
RispondiEliminaIo non l'avevo ancora fatta....... divertente !
Elimina