Alpi Venete, autunno inverno 2012-13, “le quattro stagioni di Cima D’Asta” . Incuriosito da un articolo a nome Maurizio Caleffi, mi sono lasciato trasportare. Ne avevo sentito parlare, non c’ero mai stato, ma da quando ho letto l’articolo, affascinante, appassionato, su questo angolo di montagna, non mi è mai uscito dalla testa. Ci erano stati gli Alpinauti e anche Lorenzo, mi era sfuggita tanta bellezza.
Nell’articolo si parla di vallate magnifiche, grandi spazi non antropizzati, mete dello scialpinismo di nicchia, lontano dalle Dolomiti più famose, di arrampicate, di cascate di ghiaccio, ma anche di possibilità di un affascinante trekking di più giorni, l’”Alta Via del Granito”.
Cito una frase: “ Numerose persone del Friuli Venezia Giulia ultimamente ha incominciato a percorrere i sentieri dell’Alta Via: incredibile visto le loro belle montagne!” …… e cresce l’interesse.
Cito una frase: “ Numerose persone del Friuli Venezia Giulia ultimamente ha incominciato a percorrere i sentieri dell’Alta Via: incredibile visto le loro belle montagne!” …… e cresce l’interesse.
Continuando a leggere si coglie tra le righe amore e passione per la montagna in generale, ma soprattutto per il “Zimon”, così lo chiamano da queste parti, alla fine la prima finestra di bel tempo prevista sarà nostra, l’Alta Via del Granito si materializza ………..
Eccoci
qui a Malga Sorgazza, con gli zaini pesanti, carichi del necessario, da portar
sulla schiena per tre giorni che speriamo stupendi. Ed eccoci qui a Malga
Sorgazza, mentre Marisa completa i preparativi mi ritrovo “ a tu per tu” con
Maurizio, alias Mauri-Ice, lui, quello dell’articolo, gestore della Casara di
Sorgazza, cordiale. Ne vede di gente passare, ma con tutti è gentile
dispensatore di consigli pratici su come affrontare nel modo migliore il
percorso, sulle cose da fare e da evitare………. Lo ritroveremo qui fra tre
giorni. Il timbro non lo metto oggi, non ce lo meritiamo ancora, lo metteremo
al ritorno. Augurandoci buona giornata ci salutiamo.
Un primo tratto
pianeggiante del sentiero 327 che risale la Val Sorgazza fa da introduzione
alla salita, si supera il bivio di Ponte Vendrame, da li un sentiero più lungo
ma più panoramico consentirebbe di arrivare al rifugio Brentari attraverso il
Monte Coston e la Campagnassa, noi invece risaliamo la strada fino al bivio
della teleferica, all’interno del prezioso bosco di pino rosso, sempre
affiancati dal dolce rumore delle acque del Rio Grigno.
Piano
piano entriamo nella cattedrale del granito, una zona pianeggiante
caratterizzata da numerosi rivoli adornati dal rododendro prelude al “Bualon”,
l’impervio vallone che si risale a svolte alzandosi tra i massi e l’erba. Ecco il granito, ed ecco il bivio 326 per la Forcella
Magna e la Cresta del Socede che con i suoi numerosi pinnacoli ci sovrasta. L’illusione
delle prime viste sul tetto del rifugio si rivela, ma manca ancora un po’.
Intanto siamo ai ruderi della baita del
Pastore, le Laste o il Trodo degli Asini? Lo zaino è pesante, le laste ripide,
ma l’entusiasmo ha la meglio ed eccoci ancora una volta “a tu per tu”.
Il granito, da il nome alla
via, per forza è protagonista, rocce nere, verdi, scistose, ricche di quarzi,
sono li da milioni di anni, dall’orogenesi ercinica fanno da zoccolo, da
piedistallo originario del granito di Cima d’Asta. Mentre io mi fermo a scattare migliaia di
foto, attirato dal paesaggio e come sempre curioso, Marisa affronta le laste di
granito a tratti ripide. Meglio salire dritto per dritto che cercare di aggirarle passando ai
bordi, sull’erba.
Appoggiando il piede sicuro che tanto tiene ci si diverte un pò ma il giochetto dura poco ed ecco che ci
ritroviamo magicamente sopra, avvolti in una nebbia suggestiva dove la luce del
sole e il blu del cielo filtrano quel tanto che basta per rendere magico l’ultimo
tratto fino al rifugio rivelandoci piano i segreti delle acque del lago e le
creste di Cima D’Asta.
Ad
una svolta la nebbia vicina si dissolve e appare il rifugio Brentari, mentre
tutto il resto si colora di grigio. La cima è rimandata, domani forse……. Per oggi
ci fermiamo qui.
Accolti
con cordialità e gentilezza dai gestori Simone ed Emanuele, facciamo un po’ di
conoscenza, ci sistemiamo nella stanza in attesa della cena. Il rifugio non è
grande, ma molto accogliente, gestito con cortesia e simpatia, sarà perché abbiamo
la camera per due, sarà l’entusiasmo per il trekking, sarà quello che vuoi…….ma
mi sento proprio a mio agio. Chiedo
informazioni per Cima D’Asta, anche se a forza di leggere qua e là son più
conferme che informazioni. Andare e tornare ci vogliono meno di tre orette con
calma, per oggi è tardi e il tempo è quello che è. Tre padovani son saliti da Sorgazza per la la
ferrata del Socede e fino in cima per il canale dei Bassanesi e scesi per la
normale, non male se non fosse che non han visto nulla . Ci consoliamo a cena …………
Saluto la prima giornata
con delle foto di buonanotte al lago e al rifugio, fuori il termometro segna 2
gradi, al 17 agosto………..
dentro
la sfida “a tu per tu” con i parampampoli . Domani ci attende ..........
Sentiero CAI 327
Sentiero CAI 327
prima giornata piena di entusiasmo per la scoperta del "duro" granito e delle bevande nostrane...Che invidia quella spilletta :-))))
RispondiEliminaLa prima tappa è la più breve........ per la spilla bisogna fare ancora un po di fatica :-) !
EliminaAaah la famosa nebbia del Brentari!!! Ricordo, ricordo!!!! E pure l'alzataccia del mattino dopo....alle 5:00 se non ricordo male, per salire sulla Cima d'Asta prima che la nebbia l'avvolga di nuovo...e per essere poi giù per le 8:00 e fare colazione con Nicholas che avevamo lasciato in rifugio a dormire!!! Abbiamo visto un alba magnifica da lassù!!!!! ...e per quando siamo scesi la nebbia l'aveva di nuovo avvolta tutta!!! Quando scrivemmo il post non sapevamo ancora come caricare le foto e ne abbiamo caricate solo cinque...il massimo che blogger ci consentiva....alla volta!!!.....ma questo lo scoprimmo dopo!!! Aspettiamo il resto del racconto!!!
RispondiEliminaIn effetti la nebbia può benissimo essere il terzo compagno................. !!!!!
EliminaHa ragione Luca la spilla bisogna meritarsela, bellissima esperienza, noi il giro l'avevamo fatto al contrario e fortunatamente avevamo un tempo buono, anche la salita alla Cima d'Asta è davvero molto bella...mandi, mandi
RispondiEliminaE' una esperienza che ricorderò a lungo........... anche il tuo trekking nelle Dolomiti Friulane sono sicuro che lo ricorderai. Mandi
RispondiEliminaè stato forse uno dei trekking più tosti che abbia fatto,la tappa dal Padova al Pordenone è un ricordo che rimarrà indelebile nei miei ricordi...ho aspettato tanti anni ma ne è valsa la pena...mandi
Eliminaho percorso gran parte del trekking delle Dolomiti Friulane con singole tappe, molto bello andare dal Padova al Pordenone per la forcella del Leone, ma la vista del campanile è impareggiabile ....... vale proprio la pena di aspettare !!!!!!
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