sabato 17 maggio 2014

CRETA DEI CRONZ

La mattina scorre tranquilla lungo la strada che sale a Sella Cereschiatis. Ancora una volta, senza avere fretta andiamo a vivere la montagna. Senza avere fretta è un metodo che ci piace. 

la vetta della Creta dei Cronz  29 ottobre 2006 con Enzo Rosy Lisetta Loretta Carlon e Marisa


Il sentiero che sale alla Creta dei Cronz non si può dire che abbia un andamento riposante, anzi, tende a salire ripido, ma se lo affrontiamo con la solita tranquilla consuetudine continueremo a vivere la montagna come piace a noi , in maniera straordinaria e non solo fine a se stessa.  Si entra nel bosco,  di faggi alti, di abeti, quello ci piace, quello che ci fa sentire bene. Poi una cengia, un ghiaione da attraversare ripido e infine la neve. Quella neve residuo di inverno che tanto condizionerà le scelte delle nostre escursioni. Sapevamo che ci poteva essere la possibilità di trovare ancora neve sul versante a nord e che il tratto finale per la cima poteva di conseguenza avere dei problemi. Ma per me e Marisa, a dire il vero, non è improrogabile arrivare in cima , magari il più in fretta possibile per poi fare ritorno altrettanto velocemente. Non è così che amiamo la montagna, non è così che portiamo a casa i ricordi. A volte è necessario ma non deve essere una regola, non avrebbe senso, per noi.


Superato la cresta orientale, il ghiaione dirupato del Rio Glazzat e ancora un tratto di bosco ripido, tralasciando una prima indicazione per Malga Glazzat, possibile via alternativa, arriviamo alla Sella tra la Creta dei Cronz e il Cuel des Jerbis. Si tratta di indovinare un po’ il tracciato nella neve, facilitato dalla presenza di tracce di qualche escursionista che ci ha preceduto.  Alla sella,  immersi nella luminosa faggeta, facciamo sosta. Le tracce vanno in cima, le tracce vanno verso Malga Glazzat.


Bene, proviamo ad andare in cima. Il pendio innevato si fa subito ripido, la neve sotto è dura, sopra cede, ma saliamo. Un po’ di baruffa con i mughi, fino ad un traverso sotto una parete rocciosa. Pendio innevato da tagliare, che precede il canalino finale che porta sul crinale della vetta. Ci sono delle tracce, ma qualcosa ci dice che oggi dobbiamo fermarci qui. Si può salire ma non è tanto banale con la neve e il terreno erboso umido. Ci pensiamo un attimo, alla fine ascoltiamo la vocina. Ci guardiamo attorno, c’è una bella vista sul Cavallo, sullo Zermula, sulla Creta di Rio Secco, il panino con la mortadella ha un buon sapore, c’è il sole, si sta bene qui .


Sulla Creta dei Cronz ci siam stati anni fa, torneremo di sicuro quando le condizioni saranno  migliori senza per forza dover adempiere ad un dovere. Andiamo verso Malga Glazzat. Le tracce nella neve ancora una volta facilitano l’individuazione del percorso nel bosco rovinato da numerosi schianti di abeti lasciati dall’inverno. Solo un paio di incertezze poi tutto diventa tranquillo e riposante fino ai verdi prati della Malga Glazzat. 


Adesso fa un po’ freddo, il sole si è nascosto dietro le nuvole, ma nonostante la cima oggi non ci abbia accolto, non abbiamo fretta di lasciare la montagna.


  Scendiamo piano ……. 

4 commenti:

  1. Ho avuto questo itinerario in mente un paio di volte ultimamente, ma l'ho sempre scartato per il dubbio sulla neve a nord. Vedo dalle tue foto che non manca molto, presto sarà percorribile! Perciò aspetterò ancora un po'...o al massimo,rimandato a settembre! Salutoni ad entrambi!!!

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    1. C'erano delle tracce ma non mi son fidato, la neve era troppo marcia. Il tratto a zig zag del canalino finale che porta in cima è comunque scivoloso anche dopo la pioggia. Secondo me tra poco comunque sarà più sicuro ...... anche a ottobre non sarà male con i colori d'autunno . Ci eravamo già stati nel 2006 proprio in autunno , ha un bellissimo panorama

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  2. La regola in montagna è quella dettata dal buonsenso e dalle sensazioni che ogni volta ci ispirano e ci dicono cosa fare e non fare. Bell''anello fatto di "giusta velocità e odore di mortadella"... :-)))

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    1. In genere non partiamo mai prevenuti in un senso o nell'altro, se ci sentiamo andiamo avanti se no ci fermiamo...... c'è così tanto da fare e da vedere ancora. Mi viene in mente il Monte Avanza, una volta abbiamo sbagliato sentiero e siamo andati su per il canalone sud, un'altra cadevan giù sassi dalla Creta Cacciatori, la terza non si vedeva ad un metro ........ eppure è ancora lì
      :-) !

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