domenica 1 dicembre 2013

CASERA TRAGONIA


Alla fine di una lunga ed innevata strada forestale, incastonata tra il Crodon di Tiarfin e il Monte Lagna, sui prati alti della Val di Laur, sorge Casera Tragonia. In splendida posizione, illuminata dal sole un bel balcone panoramico sul Cridola e sui Monfalconi di Forni.


La piccola piazza del Comune è fredda e silenziosa stamattina. Passiamo tra le case in pietra di via Novri, ballatoi silenziosi, ordinate e tipiche legnaie, camini fumanti di una Forni di Sopra che si sta svegliando. La strada che coincide con il segnavia 208 risale a servizio delle casere Tartoi e Tragonia ad inseguire il limite della neve elevandosi in uno splendio bosco di abeti, faggi e larici. La neve si fa via via più consistente sulla strada che sale ne vallone del Rio Tolina, ma è battuta e si procede bene e di buona lena, il percorso non è poi tanto breve e le giornate son corte, per cui cerchiamo per quanto possibile di salire sapendo che prima o dovremo usare le racchette da neve. Dietro di noi tra i rami degli alberi si intravedono le prime forme del Cridola e dei Monfalconi, mentre, finalmente dopo circa un’oretta il bosco si apre un po, lasciandoci immaginare la parte alta della Val di Laur con il Pic de Siela e il Crodon dei Puntioi, proprio in corrispondenza delle estensioni prative di località di Puonsas.


Vecchi fienili e antichi casolari rustici a testimonianza di un patrimonio culturale legato al pascolo di montagna sopravvivono solo grazie a ricercate ristrutturazioni ormai adibite solamente a dimore estive. Il paesaggio innevato comunque conferisce all’ambiente un’aspetto bucolico tipico invernale.
Qui la neve si fa più consistente e dopo una sosta ripartiamo con le ciaspe ai piedi. Invece di salire per la comoda strada forestale già battuta attraversiamo il rio Tartoiana seguendo il sentiero estivo che sale più ripido nel bosco dopo gli Stavoli Duvies dove per fortuna siamo preceduti da due escursionisti che ci aprono la traccia. Li lasciamo andare, seguiremo le loro tracce ……
Tralasciando una indicazione che poi sarà la nostra via di ritorno, saliamo diritti, immersi tra gli abeti e la neve fino ad incrociare una prima volta la forestale che seguiremo fino al bivio tra Casera Tartoi e Tragonia.


Ormai si pesta neve da un po, c’è una traccia è vero, ma comunque il ritmo rallenta per la fatica, risaliamo a tornanti le pendici del Pic de Siela, nel bosco di abeti e larici che va progressivamente diradandosi, sotto un cielo azzurro privo di nuvole e con il sole che da la sensazione di scaldare un pò.


Improvvisamente il bosco scompare, appaiono i prati che precedono la conca dove sorge in splendida posizione Casera Tragonia , che non appare , fino all’ultima curva. In compenso si vedono le creste e i torrrioni aguzzi dei Monfalconi, la forcella Scodavacca, il Cridola, con la sua Torre, la Punta Cozzi, la Torre Berti . La fatica è ampiamente ripagata dunque dallo spettacolare scenario. Non so se guardare dietro o davanti quando appare finalmente la Casera alla testata della Val di Laur . Tra il Crodon di Tiarfin e il Monte Lagna, forcella della Croce di Tragonia, naturale passaggio per l’Alta Valle del Lumiei. La Casera sorge su una specie di terrazzo naturale circondato dai prati e dai boschi di larici che salgono lungo le pendici dirupate, appena sotto scorrono, in parte coperte dal ghiaccio e dalla neve le acque del Rio Tolina. Prendiamo un paio di sedie, ci mettiamo all’esterno, al riparo dal vento freddo, accarezzati dal sole scordandoci però del tempo che passa in fretta. Ci sembra un peccato dover scendere, tanto che ce la prendiamo comoda, ma le lancette girano e d’inverno il tempo è implacabile.


Son circa le tre e la strada di ritorno è piuttosto lunga. Qualche centinaio di metri sotto la Casera troviamo le indicazioni di un sentiero. Nella mia carta non è segnato ma la traccia è battuta ( poi scoprirò che tale 233A altro non è che un nuovo tratto di raccordo, tra il Cuol Fonton e gli Stavoli Duvies) . Lo prendiamo con la certezza di risparmiare un bel po’ di strada tagliando tutte le pendici del Pic de Siela costeggiando il Rio Tolina per sbucare in corrispondenza degli stavoli Duvies (circa).
La cosa si rivela alla fine esatta, ma il percorso non è proprio lineare, ci si deve districare nella neve, in un tortuoso percorso tra gli alberi, che però regala angoli nascosti. Alla fine si sprofonda, sia io che Marisa cadiamo un paio di volte e la fatica si fa sentire. Fin che c’è luce si seguono i seppur radi segnavia sugli alberi, sperando di arrivare prima del buio. Per un attimo rimpiango la strada più lunga, ma alla fine, arriviamo fuori dal bosco esattamente dove avevo pensato, con il sole che ormai è scomparso da un po’ dietro le montagne.


Ormai da qui in poi è tutto facile, seduti fuori da uno stavolo, sorseggiando l’ultimo thè ancora caldo, ci fermiamo ad ammirare le cime illuminate dalla luce radente del sole ormai al di là dei Monfalconi. Il cielo si colora di azzurro e rosa disegnando i contorni delle cime , per poi fondersi con il buio di una valle ormai spenta.


Scendiamo la forestale per Forni al buio, il termometro segna - 6, è un po’ tardi ma va bene così.





8 commenti:

  1. il primo commento sul tuo nuovo blog dal mio nuovo blog ! Nuovo, ma immutato il piacere di venire a leggerti nell'andare soffice sulla neve. ;-)

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  2. Evvai! Vedi che le foto rendono ancora meglio qui!

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  3. ma benvenuti! fate come foste a casa vostra!

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  4. adesso che sei comodo vediamo se riesco a farti vedere l'iconcina...è una prova

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