Cima di Terrarossa, un facile sentiero in parte erboso , in parte roccioso si innalza sui suoi versanti e con comoda salita ne raggiunge la cima e consente, in tutta tranquillità di godere di uno splendido spettacolo.
Al centro del grandioso anfiteatro dell'altipiano ai piedi del Montasio è un ottimo posto per godersi il panorama. Un'escursione domenicale gettonata, ma che ogni tanto vale la pena di ripetere e così eccoci qua, al parcheggio, pronti per partire in direzione del rifugio di Brazzà. Come sempre il Regal Montasio si offre, bello e potente, grande e possente da qualsiasi parte lo si guardi, ma questo versante che sovrasta i verdi pendii che salgono a diventar ghiaioni fino a lambirne i contorni è sempre un bel vedere. L'altipiano che porta il suo nome è in posizione felice, in mezzo tra il gruppo del Montasio e quello del Canin.
Seguiamo il facile percorso alzandoci leggermente fino al rifugio per poi proseguire lungo il sentiero che finalmente, superato un recinto inizia ad accostarsi docilmente al mondo roccioso, regno incontrastato degli stambecchi. Uno sguardo di nostalgia alla forca de Lis Sieris e al bellissimo e intrigante canalone, per poi piegare a sinistra, tra abbondanti fioriture di arnica, lungo la comoda e larga mulattiera.
Una serie interminabile di tornanti portano in quota sfruttando abilmente i passaggi tra le bancate successive di roccia. La monotonia del percorso non si fa mai sentire, grazie alla possibilità di godere di magnifiche visuali. Man mano che si sale il sentiero tende a spostarsi sulla verticale sinistra della cima fino ad incrociare il bivio per Forca de Lis Sieris e lo spettacolare sentiero alpinistico Ceria-Merlone, a mio avviso uno dei più affascinanti percorsi di tutte le Alpi Giulie. Noi andiamo dritto, si sale ancora, si supera il bivio per il sentiero Leva verso il Montasio fino ad un intaglio nella roccia, dove sull'altro versante precipita il baratro del canalone Huda Paliza.
Già da un po' hanno fatto la loro presenza numerosi stambecchi. Non è molto difficile andargli vicino, difficilmente attaccati, si tengono a qualche metro ma comunque molto vicini, padroni incontrastati dei territori alti e spericolati danzatori sulle rocce....... Ora il sentiero, mai effettivamente difficile si fa solo più stretto e un po' frantumato ma senza difficoltà si arriva in cima. Il premio che si ottiene e grande, le viste sono mozzafiato da tutti i lati, spiccano naturalmente Montasio e Jof Fuart con tutti i loro arditi vassalli. E' una bellissima giornata e molta gente ne ha approfittato per salire e godere lo spettacolo dall'alto.
Ritornati alla forcella, facciamo una bella sosta. La discesa è un gioco da intraprendere con gli stambecchi, ti seguono, fuggono, si mettono in posa per una foto.
Cuscinetti silenziosi, agili danzatori del verticale, si spostano da una roccia all'altra con la grazia che la natura ha regalato loro, accompagnandoci fino dove termina il loro abituale mondo e inizia quello dei pascoli.
Prima di partire si rinnova il rito dell'ultimo sguardo al Re, è inevitabile e tutto sommato semplicemente bello !
Foto e posto eccezionale! Complimenti....
RispondiEliminaUna meta dove devo portare anche Gabriele per vedere gli stambecchi! Ma il prossimo anno! Intanto lo alleno! Bei ricordi su quella cima!
RispondiEliminaEcco un luogo della tua terra che mi attira parecchio e un'escursione tranquilla che mi piacerebbe moltissimo fare, prima però dovrei trovare una località amena dove alloggiare perché la mia gentil signora è piuttosto esigente e non posso deluderla: qualche suggerimento?
RispondiEliminaCiao. Decimo
PS potresti ripristinare il collegamento del post dell'anno scorso "anello della Busa di Tiarfin" perché punta ad un altro post, Grazie
Ciao, collegamento corretto
RispondiEliminaIl posto è favoloso e merita. La zona è quella di Sella Nevea, che pur avendo impianti e alberghi non offre molto, anzi. Diciamo che come centri di villeggiatura montana siamo lontani rispetto allo standard dolomitico.....