E allora Flavio, eccoci qua, come
sempre al lunedi a commentare la settimana, a raccontarci come è andata. Stavolta è diverso, so che leggerai le mie parole, ma non potrò leggere la tua risposta. Vabbè,
so che non puoi farlo, ma so cosa vorresti scrivere. Purtroppo da adesso in poi
sarà tutto un po’ diverso, dovrò intercedere lassù in alto per farti avere i
nostri racconti, ma non i nostri pensieri, quelli non hanno bisogno di parole. Le
parole pesano, in questi casi sono come dei macigni, sono come dei pugni nello
stomaco che tolgono il respiro. Ma qui, quaggiù siamo ossi duri, se non
verranno fuori le parole giuste poco male, tanto so che tu sai. Poi un modo lo trovo per farti avere le mail ….. ah
ecco come farò, le darò al gracchio, ti ricordi il gracchio quello del
Gartnerkofel, quello che si era fermato a magiare le briciole e mi ha detto che
tu eri stato li il giorno prima, se vuoi
le darò a lui che te le porta su .
Ma torniamo a noi, non perdiamoci
in Frivolezze…… Ci siamo conosciuti
grazie alla montagna, internet ci ha dato una mano. Per un bel periodo ci siamo seguiti,
inseguiti, commentati e sfiorati, lasciando che fosse il caso a decidere quando
farci incontrare. Il caso…. No, non è lo stesso caso, quello di adesso è un altro
caso, un po’ più brutto.
Un giorno ti ho scritto, domani vado sul Zaiavor, di
solito mi rispondevi dicendo dove andavi, ma quella volta non mi ha
risposto, era una cosa insolita….. Poi
ho capito che volevi farmi una sorpresa e così è stato, scendendo ti ho trovato
alla Bocchetta con Marisa tua e Marisa mia che mi attendeva e l’abbraccio è
stato forte, come se ci conoscessimo da vent’anni. Ti ricordi ? quel giorno c’erano
anche Giovanni ed Elena e uno strano tipo che scendeva di corsa come un
forsennato….. l’altro Giovanni !
Bene contatto avvenuto bagnato da
una birra al Pian dei Ciclamini. Da li
in poi un bel periodo, situazioni che si rincorrevano e si incrociavano,
memorizzate sul nostri blog, i nostri diari. Poi ci siamo trovati a Canazei, in
ferie, noi in arrivo, voi in partenza…… un solo giorno a cavallo non era sufficiente
per organizzare qualcosa insieme. Ma un segno dovevamo lasciarlo anche lì…….. Il giorno seguente tu saresti andato sulla
Roda de Vael con Guido e noi sulle Cigolade.
Bene in comune c’era il passaggio per il rifugio, chi arriva prima firma
………. Siamo arrivati prima noi, la tua firma non c’era……. Siccome non mi andava
giù, abbiamo deciso di rinunciare al passo delle Cigolade per scendere da una
altra parte, Marisa ancora non lo sa , ma ho fatto apposta per riparassare al rifugio,
e c’era la firma e i saluti.
Poi venne la volta del Sart,
certo che sei un tipo, pronto a farmi scherzi.
Marisa non stava molto bene così ho deciso di andare da solo a Sella
Nevea, poi così per passare il tempo ti
chiamo mentre guido e tu : “allora? Ti sbrighi o no? Sono sul piazzale della
Funivia , son stufo di aspettare il sole è già alto” . Eri lì.
La salita al Cimone, forse non
la più bella, ma quella che ricordo con simpatia. Ci avevano preso per matti il
30 luglio, con 35 gradi dove si può andare ? Ma sul Cimone, è chiaro. Al ritorno mi prende un malore, forse un colpo
di sole, poca acqua a disposizione e un po’ di ombra neanche a pagarla. A un certo punto, ti ricordi? Mi siedo sul
sentiero, quello che scende dalla forca del Vandul, sfinito. “Bagnati la testa” mi hai detto. Prendo la poca acqua rimasta e completamente
fuori ragione mi butto l’acqua…… peccato che avevo il cappello. Ti mi guardi in
modo strano poi dici “ bravo , così filtra un po’ alla volta” in realtà pensavi
fossi finito e mentalmente stavi già ripassando le operazioni di primo
soccorso. La parola magica è stata: “Birra
al rifugio Julia?” solo all’idea son
partito e non ce la facevi neanche a starmi dietro. Che ridere no?
E le Castrein ? ah si le
Castrein. Bella questa traversata , di
una bellezza unica nel suo genere, peccato che dalle Cime al Corsi non sapevo
come fare per andare in bagno, sai il
pudore, l’ideologia, lasciare le
montagne pulite e portare a casa la sporcizia……. Ho tenuto duro fino al rifugio
poi Cristiano preoccupato ha chiesto se doveva chiamare i soccorsi o l’igienica
! Per non pagare l’igienica ho detto
subito che siam soci CAI ! Sai , il soccorso è gratuito in Friuli, mica
come in Trentino …… Già quella volta tu
e Marisa avete fatto un bel giro sulle giostre .
Simpatico, gioviale, mai una
polemica, mai uno sgarbo, ma scherzi si, quelli dovevo aspettarmeli. Come
quella volta sul Mataiur…… anche lì ho detto che andavo su da Masseris, era
brutto tempo, c’era nebbia e non si vedeva a cinque metri. Poco sotto la cima
ho acceso la radio per mettermi in ascolto se c’era qualcuno, chiamo e rispondi tu, ti comunico che sto andando in cima e tu : “
bene Luca, anche qui c’è nebbia ma sono
con la testa fuori dalle nuvole “ Beh
penso io chissà dove sarà, qui non si
vede un tubo, magari è sul Cuarnan, boh” Le trasmissioni continuano per un po’ finche
spunta una sagoma dalla nebbia……. Eri lì, sei venuto su da Cervignano per farmi uno
scherzo !!!!!!!
Secondo te quale è stata la
nostra giornata più bella? Il Ceria
Merlone? Il concatenamento di Cime del Vallone di Winkel? O la Sagra dello Struzzo di Pozzuolo ? Hai tempo per rispondermi, fai con calma, non
mi muovo da qui …….. No perché se mi dici la Sagra di Avasinis allora lo fai
apposta!
Senza dubbio comunque il viaggio
lungo la ferrovia della Transalpina con le Marise è stata la più serena !
Si caro Flavio, le Marise, non c’era
volta che appena potevamo non chiamavamo le nostre Marise per dire che andava
tutto bene, che eravamo sulla via del ritorno , anche sabato è stato così,
poi il caso, non quello bello, l’altro,
è intervenuto a rovinare tutto. Solo
una volta, sullo Zermula dopo la ferrata avevo il telefono in una mano e il
panino con la mortadella nell’altro e in testa il dubbio quale cosa fare prima,
chiamare casa, o mangiare il panino? Cavolo,
quella volta prima ho dato un morso ….. non si sa mai !
Beh cosa ti devo dire, era bello così , un po’ su un po’ giù . Ah sì
ecco mi sono dimenticato, ma sicuramente
tu no…… avevamo il nostro gioco, quando facevamo una escursione assieme ognuno
pubblicava la sua versione nel proprio diario ma ci mettevamo d’accordo di non
copiare, dovevano essere le impressioni personali e per questo l’accordo era di
pubblicare in contemporanea ……. E all’ora stabilita di corsa a leggere cosa
avevi pubblicato …….. Era un bel gioco, il bello è che spesso i pensieri erano
simili.
Sulla Punta di Montemaggiore non
stavi bene, facevi fatica a salire, rimanevi indietro, io andavo come un treno
tu facevi soste ogni momento, qualcosa non andava. Mi stavo preoccupando ma,
per non darlo a vedere, con la scusa dei fiori da fotografare, mi fermavo ad
aspettarti, per noi era tutti o nessuno,
si va fino dove si arriva , si girano i tacchi quando è il caso di farlo……….
Viene sabato, alle sette di sera
sono davanti ad un piatto di bresaola con il grana e suona il telefono. Marisa
ci chiama preoccupata, non sei ancora
tornato e non sa cosa fare, ti ha
sentito come sempre al telefono tante ore prima che stavi scendendo, poi
niente, suona libero. Io so che andavi
sul San Simeone, roba facile, una passeggiata , ma non è da te tardare. Penso
ad un malore. Vuoi sapere una cosa? Adesso
te lo dico, che tu mi creda o no vali più di un piatto di bresaola e devo
venire a cercarti, niente scherzi amico
mio! Zaino, scarponi, quattro cose al
volo e via di corsa, non ho mai lanciato la Clio di Marisa a 150 all’ora, ma
scherzi, ci vuoi sulla coscienza? Ma
veniamo alle cose serie.
Alle 20.15 siamo già sulla strada
che sale al San Simeone, conoscendoti un
pochino so perfettamente dove andare a cercare la macchina. Per un po’ mi
permetto di tagliare fuori tutto e
tutti, anche la mia Marisa non deve interferire, le antenne si alzano dritto,
sento in agguato il caso …. Quello brutto ! Chiamo il tuo telefono, suona
libero, richiamo, suona libero, così
ogni 5 minuti, poi smetto, avrei scaricato la tua batteria. Io sono partito con
tre telefoni, ma ho dimenticato il giaccone ……. Decido che prima di chiamare i
soccorsi è importante trovare la macchina, spero di non trovarla, invece è li
proprio dove immaginavo. Marisa avvisa
la tua, io chiamo il Soccorso Alpino. Mi richiamano, ci organizziamo, mi dicono
di aspettare lì. Urlo il tuo nome, su per il bosco, mi avranno sentito fino a
Gemona, ma l’unica risposta è un eco, un agghiacciante eco, non ho mai sentito
un eco così, maledizione! Parto su per
il sentiero con la frontale, dopo cento
metri mi fermo, il sentiero incrocia altre piste, è buio, è ripido, meglio tornare giù, non mettiamo troppa carne al fuoco, forse sono più utile da sotto. Intanto arriva anche Marisa con Guido e
Cristina. Arrivano i soccorsi partono
più squadre, preparatissimi, sono tanti, batteranno tutti i sentieri, ad
oltranza…… Alle 11 trovano i bastoncini, sono i tuoi, li
riconosciamo, poco più tardi la macchina fotografica. Marisa è distrutta, non parla, io invece l’unica
cosa che pensavo era come potevo essere d’aiuto perché ti trovassero. Cavolo
Flavio, che casino. Alle due le speranze
finiscono, dalla montagna arrivano i messaggi radio, si mobilitano tutti, corde,
ferraglie. I soccorsi terminano alle 7
di mattina nella maniera più triste. 150
mt di volo senza scampo. Siamo tutti affranti …….
Ecco, Flavio, scusami, ma non mi
venivano parole piene di retorica, ho buttato giù queste, così come mi sentivo……
Magari qualcuno scriverà le solite cose, in montagna non si va da soli, se
stava a casa non succedeva , era un brav’uomo ecc.ecc. Facile farlo dal divano senza sapere come
stanno le cose, senza sapere che tu
amavi la montagna e la tua famiglia, che non eri spericolato, che facevi le
cose bene, anche se il rischio è sempre dietro l’angolo . No cari miei Flavio
era uno speciale.
Ehi tu, sappi una cosa. Adesso abbiamo bisogno di piangere, di
riflettere, di fare un passo indietro, ma non ti preoccupare. Non ti dico
quando, anche noi vogliamo farti uno
scherzo, un giorno ci vedrai arrivare li dove te ne sei andato, verremo a trovarti, noi faremo la Via Normale, quella che piace a te .
Ci vediamo !
p.s. hai fatto un gran casino, qui son tutti che parlano di te...... e tutti bene !
cazzarola Luca mi hai fatto di nuovo piangere...
RispondiEliminaE' giusto piangere ora ...... passerà questo momento poi il ricordo ci accompagnerà !
EliminaLe tue parole sono entrate nella profondità del mio cuore e mi hanno commosso .
RispondiEliminaFlavio ti sarà sempre vicino .
Ciao Luca
Ciao Maria, avevo bisogno di sfogarmi ......
EliminaGrazie, tu sai cosa si prova .......
Cavolo,son qui che leggo, rido, piango e smocciolo dappertutto!!! Certo che Flavio, potevi fargli/ci un altro scherzo, no?! Magari solo per farti un altro giro in elicottero, magari con una gamba rotta, facendoci pure le pernacchie!!!
RispondiEliminaLuca qui non lo sa ancora, ma quest'anno lo batterai in uscite e cime! Sì, perchè firmeremo anche per te sui libri di vetta, magari con quei baffoni che disegnavi tu! Anche se tu non avrai il fiatone come noi!!!
Ai Lander sabato pomeriggio, c'era un gracchio, l'ho anche fotografato! Gracchiava, gracchiava, echeggiando nel silenzio sinistro di quel vallone dannato! Chissà se eri tu che ci salutavi! Guarda che appena lo rivedo, so come chiamarlo!!!
Arrivederci Flavio!!!
Ps. Bel post Luca, belle parole, che descrivono la vostra profonda intesa e amicizia.
Un abbraccio a te e alle due Marise.
Non ti dico niente Nadia, sai già, ........ solo grazie.
Elimina........
RispondiEliminaEeeh, Graziano ( sospiro) :-( !
EliminaCiao Luca, mi chiamo Vittorio e sono un paio d'anni che ti seguo sul tuo blog. Ho conosciuto pure Flavio tramite i racconti delle tue uscite.
RispondiEliminaL'altro giorno vado a bermi un caffè con mia moglie al bar, prendo il giornale per leggere le notizie.
Vedo la foto di Flavio e dico: No Flavio.
Mia moglie mi dice: lo conosci ? Rispondo: Si, lo seguo in internet sul blog montagne sottosopra. E' il compagno di Luca.
Ormai vi chiamavo per nome come degli amici.
Leggendo questo tuo ultimo blog ho pianto. Ho pianto perchè ho rivissuto un parte della mia vita nel tuo racconto. Anch'io in montagna ho perso il mio compagno di escursioni e quel giorno ero con lui. Anche lui era un gran burlone.Ho pianto perchè so cosa stai provando in questi momenti caro Luca.
Flavio è e rimarrà sempre vicino a noi.in ogni montagna, in ogni momento.
Ciao Luca.
Ciao Flavio e buona salita alla montagna più alta
Grazie per il commento, magari un giorno la montagna vorrà che ci incontriamo in giro per i sentieri, un saluto.
EliminaGrazie Luca ... continua tu a scrivere anche per lui. Mantieni viva la voce del nostro amico che porteremo sempre nel cuore ....
RispondiEliminaSarà un pò diverso, continuerò a scrivere, ma mi mancano dei punti di riferimento ..........
EliminaCiao Luca prima di tutto voglio farti i complimenti anche io per le parole che hai scritto.Al funerale eravamo in tanti a salutare Flavio e sicuramente sarà un giorno che non dimenticherò mai.Lo conoscevo da circa vent'anni, da quando la mia ragazza (nipote di Flavio) mi disse che era nata sua cugina Beatrice.Solo ora mi rendo conto di come sia volato il tempo e devo dire che ho dei rimpianti per non aver "approffittato" di più dell ospitalità, della bontà e della compagnia offerta sempre da Flavio e Marisa.Anche io come voi sono appassionato di montagna non come alpinista ma come motociclista.Mi piace percorrere le strade di montagna specie se deserte , arrivare in cima al passo, parcheggiare la moto è ascoltare...il silenzio.Proprio come fate voi guardare il paesaggio e meditare, scordarsi della settimana appena trascorsa e del solito tran tran quotidiano che spesso ci stressa e godersi lo spettacolo che la montagna sempre offre.Flavio nei suoi racconti ci descrive delle cose semplici come possono essere una camminata, un fiore o un ruscello e con i suoi occhi ci fa cogliere gli aspetti piu belli.Beh, spero che questo momento triste ci faccia comprendere e godere al meglio le cose piu care che abbiamo come le nostre amicizie ed i nostri cari, vivendo più intensamente i momenti con loro.Leggendo il tuo racconto anche io ho pianto caro Luca, penso di capire quello che hai provato, però spero che tu trova lo stimolo per continuare a scrivere, ti seguirò, cosa che purtroppo non ho fatto con frivoloamilano e questo è un grosso rimpianto che mi è rimasto.Spero che il nostro Fla mi perdoni
RispondiEliminaGrazie Alberto, le tue parole mi danno conforto. Era proprio la semplicità di Flavio, quel suo voler essere "normale" a renderlo speciale. Si perchè oggi, nell'era dell'apparire, ad ogni costo, la cosa più difficile è rendere speciali le cose normali, quelle di ogni giorno. Flavio con le sue "Vie Normali" era un maestro in questo. Un amico, il fratello maggiore che tutti vorrebbero avere. Alberto. non avere rimpianti, portà con te il suo ricordo e lui capirà. Un caro saluto
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