Ci sono dei giorni in cui si va alla ricerca della
tranquillità, in cui si sente il bisogno di respirare aria pulita senza fare
troppa fatica, di immergersi nella natura e di entrare in contatto con l’ambiente
semplicemente camminando nel bosco, bevendo l’acqua di una fresca fonte,
toccando angoli nascosti ricchi di cultura e di storia. Niente di meglio che
farlo su “un bel sentiero”
Il sentiero naturalistico “Ta Lipa Pot” ( in resiano “la bella strada”), percorso ad anello dalla frazione di Stolvizza di Resia, sembra proprio essere ideale. La Piazza dell’Arrotino, mestiere tradizionale della Val Resia risalente nei secoli, è il punto di partenza e di arrivo di questa semplice ma molto gratificante passeggiata. Una rete di sentieri attorno al paese si snoda attraverso boschi, radure prative e antichi stavoli, lambendo le acque del torrente Resia, immersi in paesaggi tranquilli di notevole interesse ambientale.
Un
cartello in legno intagliato prelude l’inizio del percorso che in breve discesa
porta a vistare la suggestiva cascata del rio “Po Tok” con la sua curiosa
piramide di terra, proseguendo poi per una bellissima mulattiera immersa nel
bosco prevalente di pino nero e orniello. La luce del sole di una splendida e calda giornata di fine autunno
filtra tra i rami accendendo la tavolozza dei colori sulle foglie, mentre
qualche scorcio si apre sui piccoli e raccolti abitati dell’Alta Val Resia.
A
ridosso degli stavoli “Hostie” il bosco si dirada lasciando spazio ad una
piccola radura. Il sentiero riprende oltre i piccoli fabbricati in parte
ristrutturati per assecondare un breve costone che in discesa ci accompagna a
toccare le verdi acque dei rio Malicen. L’acqua freschissima di una fonte invita ad una breve sosta prima di
riprendere il cammino scendendo verso le case di Zamlin, non prima però di aver
fatto una breve visita ai resti di alcuni antichi stavoli in rovina. Da qui il
massiccio del Canin si offre con una bella vista.
Il
percorso, dopo un brevissimo tratto su strada prosegue sull’altro lato del
torrente Resia, dove lo spettacolo del Canin e del Sart riflesso sulle acque
azzurre del torrente Resia offre spunti fotografici che mi invitano a
impegnarmi in qualche scatto. Passerelle in legno sul fiume, antiche fabbriche
di calce in località “Loh” e brevi tratti in salita precedono una bella radura
dove ancora il Canin fa bella mostra di se e
nei pressi di numerosi stavoli ristrutturati, ci fermiamo un attimo
interessati alla vista della semina dell’aglio di Resia. Per ritornare a Stolvizza
ancora una breve salita, poi attreversati gli orti e i prati ci avviciniamo al
punto di partenza.
Vale
la pena una visita al Museo dell’Arrotino, un pezzo di storia della valle e
fare una passeggiata tra le case tipiche del borgo Kikej prima di ritornare in
piazza. La giornata potrebbe finire qui,
dopo una gratificante escursione su sentieri plasmati dai secoli dalle genti
della Val Resia, ma ci manca qualcosa. Il mio interesse si sposta verso il Bar
all’arrivo, un cartello “castagne ore 16” è una buona scusa per fermarci un
attimo. Ma è solo l’una di pomeriggio .
La
piazza del paese è animata, diversi escursionisti di passaggio, gente del paese
raccolta attorno alla piazza. Si sente una strana vitalità. Ci fermiamo,
ordiniamo due birre, devo trovare una scusa per attaccar bottone e soddisfare
la mia curiosità. Chiedo informazioni sulla coltura dell’aglio di Resia e in
meno di un minuto ci arrivano degli assaggini, gustosi. Poi si avvicina una
persona, si siede con noi, cominciamo a parlare di sentieri, oggi la sentieristica
in Val Resia è una risorsa economica da conservare, da sviluppare per tutti
coloro che raggiunta la Valle vogliono entrare in contatto con la natura.
Parliamo del Ta Lipa Pot, per proseguire con il Sentiero di Matteo, per poi
scoprire che l’associazione locale ha già pronto un nuovo sentiero che verrà
fra poco inaugurato, ad arricchire l’Ecomuseo della Val Resia.
E’ bello
scoprire che si tratta di uno degli ultimi arrotini della Val Resia, non più come una volta che scendevano a valle con la bicicletta per affilare forbici e
coltelli nei paesi “della bassa”, ma comunque un arrotino, che per passione
cerca di mantenere viva la tradizione.
Intanto mi è venuta fame, basta un cenno e sul tavolo ci
ritroviamo un magnifico e sostanzioso “frico Resiano”. La piazza si anima,
partono le note della “Zitira” e della “Bunkula” strumenti tradizionali resiani
suonati a orecchio. E’ solo un cd ma la
diffusione delle note sulla piazza piena
di gente da già l’idea di festa.
E
così che una semplice escursione nel bosco della Val Resia diventa una giornata
piena e se solo in parte siamo riusciti a riempire la nostra curiosità con un
piccolo connubio culturale, per la parte mancante ci hanno pensato l’aglio di
Resia, il frico Resiano e le castagne con la ribolla.
Questa
giornata la portiamo a casa riflessa nella bellezza delle pareti del Canin
accese dagli ultimi raggi del sole …… con la luna che sta a guardare.
sentieri, musica, cibo e bei panorami; cosa vuoi di più dalla vita..... :-)))
RispondiEliminaUn pelinkovac !!!!!!! :-)
EliminaRiflessi d'autunno e poi.........la foto di quel frico!!!!!!!!!! cavolo....che fameeee!!!!!!!! Mannaggia!!!! :D
RispondiEliminaFrico Resiano ........ con la salsiccia........ dopo tanta fatica ci vuole :-) !
RispondiElimina