Un album di montagne sottosopra su Flickr.
Curiosità, un altro aspetto del nostro andare su per i monti. L’andar per cime e per sentieri spesso ci spinge alla riscoperta di vecchi camminamenti, all’apparenza faticosi e ostili, che spesso conducono a vecchi nuclei abitativi abbarbicati sulle pendici del monti, angoli remoti di territorio, a molti sconosciuti, il più delle volte abbandonati dal tempo.
Vecchi borghi disabitati, non risparmiati ne dall’emigrazione ne dal terremoto del 1976. Il silenzio tra le pietre squadrate delle vecchie case,la presenza della natura che cerca di riprendersi quello che era suo, i ricordi ancora scolpiti sui muri, rivelano piano la storia dell’uomo, quella storia fatta di contrasti, di difficoltà, di sfruttamento di piccoli appezzamenti di terra da pascolo. Se le osservi senti le pietre parlare, son li che aspettano qualcuno per poter raccontare la storia, le storie, tra i muretti a secco ricoperti di muschio e le travi dei tetti caduti puoi ascoltare l’uomo. A Riulade una volta c’erano 120 abitanti, c’era perfino una scuola, con il maestro che risaliva ogni giorno il sentiero da Moggio, oggi ci sono solo ruderi, ma in mezzo ai ruderi riesci ancora ad emozionarti davanti ad una antica fontana. l'acqua scorre vitale, fresca, come una volta........
Vecchi borghi disabitati, non risparmiati ne dall’emigrazione ne dal terremoto del 1976. Il silenzio tra le pietre squadrate delle vecchie case,la presenza della natura che cerca di riprendersi quello che era suo, i ricordi ancora scolpiti sui muri, rivelano piano la storia dell’uomo, quella storia fatta di contrasti, di difficoltà, di sfruttamento di piccoli appezzamenti di terra da pascolo. Se le osservi senti le pietre parlare, son li che aspettano qualcuno per poter raccontare la storia, le storie, tra i muretti a secco ricoperti di muschio e le travi dei tetti caduti puoi ascoltare l’uomo. A Riulade una volta c’erano 120 abitanti, c’era perfino una scuola, con il maestro che risaliva ogni giorno il sentiero da Moggio, oggi ci sono solo ruderi, ma in mezzo ai ruderi riesci ancora ad emozionarti davanti ad una antica fontana. l'acqua scorre vitale, fresca, come una volta........
Passato il ponte che da Moggio conduce ad Ovedasso, nei pressi di una ancona votiva individuiamo il sentiero che ci porterà ripidamente sulla appartata cima dello Jouf di Muec. La salita , con pendenza varia, a tratti molto ripida, consente comunque, in alcuni tratti di radure prative, di riprendere fiato e di ammirare le montagne che circondano Moggio Udinese, così gli sguardi possono spaziare dal Plauris all’Amariana, dal Zuc del Bor al Pisimoni, spingendosi anche lontano a seguire il corso del Fella verso la pianura e l’inconfondibile mole della Grauzaria che sorveglia la Val Aupa.
La cima è un piccolo prato con una croce, circondato da una rada boscaglia che la rende graziosamente distante, pur essendo vicina, nascosta, pur essendo solare. Un buon posto per fare sosta.
Per raggiungere la strada forestale che sale da Moggio, quella che una volta era un sentiero, dobbiamo percorrere tutta la dorsale dello Jouf di Muec, a cavallo tra la Val Aupa e la Val Alba, a tratti la traccia si fa sottile ed aerea, poi precipita ripidamente nel bosco di abeti rossi e faggi ad una sella che precede la strada sterrata. L’altezza è modesta e ben presto la preoccupazione di trovar residui di neve nella ripida discesa svanisce come la neve stessa, non ci resta che tener d’occhio i radi bollini rossi del segnavia locale.
Un breve tratto di sterrata e un’altrettanto sulla strada asfaltata che sale a Casera Vualt e una volta imboccata la vecchia mulattiera per Riulade siam presto al vecchio borgo preceduto prima da una piccola abitazione poi da una chiesetta dedicata ai santi Ermacora e Fortunato.
Prima di intraprendere la via del ritorno lungo la strada sterrata che scende a Moggio, ci intrufoliamo in silenzio tra le case diroccate, lasciando che gli spiriti si impadroniscano di noi, trasportarti, rapiti, in una sorta di appagante viaggio tra i residui della memoria...................
.........unica testimone del rapporto tra l’uomo e la montagna di un altro angolo nascosto della montagna friulana.
un bell'anello... tra presente e passato ! ciao Sottosopra!
RispondiEliminaCiao Flavio,
Eliminason belli questi itinerari, si tiene in forma la gamba, si fa viaggiare la mente................:-) !
"Se le osservi senti le pietre parlare, son li che aspettano qualcuno per poter raccontare la storia, le storie, tra i muretti a secco ricoperti di muschio e le travi dei tetti caduti puoi ascoltare l’uomo."
RispondiEliminaRiesci sempre a trovare le giuste parole per esprimere i sentimenti che si provano a girare tra quei vecchi muri diroccati. Queste visite lasciano dentro una leggera malinconia... per quello che fu... per quello che non è più...
Una cima che ho in lista... ci sarà un giorno giusto pure per questa.
Salutoni e... continuate ad andare!!!
Grazie Nadia. Quest'anno abbiamo trascurato un pò le ciaspe, inutile fatica su neve foffa, per dedicarci a sentieri e percorsi "minori" ma dalle mille sorprese e tante emozioni. Lo consiglio vivamente in questo periodo !
Eliminameno male che ci siamo noi che percorriamo vecchi sentieri che altrimenti scomparirebbero...mandi
RispondiEliminaNel nostro piccolo cerchiamo di fare il possibile perchè ciò non accada !
EliminaMandi Mandi