Un’altra splendida escursione. Un bel percorso ad anello sulle Prealpi Giulie assieme a Flavio. Affrontiamo il discreto dislivello, metro più metro meno, sapendo che dovremo fare i conti con il caldo e l’afa che caratterizza l’arrivo dell’estate dopo un lungo periodo di maltempo e di inattività.
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E’ abbastanza presto quando a pochi metri di distanza da Passo Tanamea in direzione di Uccea imbocchiamo il sentiero 712. Il cartello dice “Punta di Montemaggiore 3 ore”. Saliremo sulla spettacolare dorsale del Gran Monte che se unita a quella dello Stol forma la più lunga e panoramica catena montuosa che collega il Friuli con la Slovenia, si va dalla cima del Gran Monte (Testa Grande) passando per il Briniza, la punta di Lausciovizza, la Punta di Montemaggiore, lo Stol, per scendere a Caporetto. Noi abbiamo un giorno a disposizione e ne percorreremo un tratto, scegliamo un percorso ad anello partendo da Passo Tanamea. Dopo un breve tratto quasi in piano si imbocca a destra il sentiero che ci porta quasi subito a superare alcuni brevi canali un po’ dirupati. La giornata è decisamente calda e afosa e comincio a soffrire, sudo che sembro un idrante. Memore dell’esperienza sul Cimone mi sono attrezzato con qualche maglietta di ricambio e una bella scorta d’acqua. Bosco di faggio, acero, sorbo montano, ricco e silenzioso, selvatico e ripido.
Si risale un torrente asciutto, si affronta a strette serpentine un costone che sale, sale e non molla mai. Il ritmo non è malvagio ma le soste sono frequenti, non ci sono difficoltà ma si fa fatica, anche se immergersi in questo bosco è fantastico. Il sentiero del monte Starmaz è lungo e tortuoso con continue serpentine e saliscendi, sempre ben segnato ma con percorso che a volte sembra illogico. Bello, suggestivo, selvatico e solitario.
Sosta, cambio maglia, qualche attimo di riposo e via. Ogni tanto si aprono degli squarci tra gli alberi, la foschia però impedisce di vedere più lontano delle Casera Nischiuarch.
Superiamo i ruderi di Casera Starmaz, poi con una risalita sorpassiamo la cima omonima per poi scendere nella boscosa forcella a nord. La luce del sole filtra luminosa tra la fitta faggeta disegnando un bosco sano e pulito. Flavio ha una relazione tipo “Bignami” che ci da come imminente l’uscita dal bosco, ma non è così, è ancora ampio il giro attorno ai versanti del monte Brieschi, alla fine ci sono volute un paio d’ore prima di raggiungere una piccola radura con una vasca per la raccolta d’acqua che segnerà la fine del bosco. Sosta.
Da qui in poi dopo ancora una breve risalita e si esce in una valletta erbosa dove i fiori e i colori ridanno forza alle nostre energie messe a dura prova dal deciso caldo. Io ne ho ancora ma Flavio sembra “amministrare” e così rallentiamo dedicando un po’ di tempo ad ammirare la natura e le forme delle dorsali che ci si presentano davanti alla Forcella di Rio Bianco.
Purtroppo non si possono vedere le grandi montagne, Il Canin e le Giulie Slovene restano nascoste da un fastidioso velo di calura e foschia, ma ci consoliamo con i voli del grifone e del parapendio che sembrano accettare la sfida in una sorta di gara contro la gravità cogliendo magistralmente il soffio delle correnti che li porta lontano.
Io e Flavio ci conosciamo, sappiamo quando si può andare e quando si deve rallentare. Oggi, almeno fino alla vetta della Punta di Montemaggiore si rallenta, il caldo opprime, i fiori distraggono e così un passo alla volta superiamo il dislivello che ci separa dal punto più alto della nostra escursione.
In vetta ci prendiamo tutto il tempo che ci vuole per recuperare e rimetterci in sesto. Acqua panino, foto, timbro e firma.
Quando ci sentiamo pronti ripartiamo, sorridenti verso il tratto più spettacolare di questa traversata. Un bel costone prativo, punto di forza dell’escursione, con i pensieri che volano liberi nel verde e nei colori ci accompagna alla Punta di Lausciovizza. Una sosta necessaria a ringraziare la Madonnina. Questa sembra ascoltare le nostre preghiere e ci restituisce le forze perdute, adesso voliamo lungo le creste e i dolci saliscendi, fino nei pressi di Sella Kriz dove deviamo per il rifugio ANA di Monteaperta. L’ex Ospedale Militare è ora adibito a ricovero alpino non gestito, molto ben attrezzato.
Facciamo un'altra meritevole sosta prima di imboccare il sentiero 711A che scende nei prati detritici colonizzati dai mughi per poi immergersi ancora una volta nella magica faggeta.
La traccia cala lungamente a serpentine nel bosco fino a raggiungere il bivio con il 711 proveniente da Sella Kriz. Le ginocchia scricchiolano un po’, durante la discesa, Flavio mi precede, io penso a come sarebbe stata una solitaria oggi, forse entrambi avremo gettato la spugna ( la mia imbevuta, però).
Invece il fatto di essere assieme, di aver rallentato, dosato le forze, trovato conforto nella compagnia, ci ha fatto tener duro e proseguire. Ma ormai la fatica è alle spalle, il sorriso di Flavio è quello di sempre, segno che stiamo bene,
che siamo contenti e soddisfatti, felici come un prato in fiore.
Bel giro davvero e in buona compagnia si superano meglio i momenti di crisi e dopo si è felici come un prato in fiore ma ben annaffiato, dal sudore prima e dalla birra poi....;) ciao
RispondiEliminagiovanni writes:son contento della bella gg in ottima compagnia anche perche' domenica mentre camminavo il pensiero del racli incombeva :-D... e non eravamo cosi' distantimandi
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:giovanni writes:son contento della bella gg in ottima compagnia anche perche' domenica mentre camminavo il pensiero del racli incombeva :-D... e non eravamo cosi' distantimandiin linea d'aria no, appena di la dei Musi mi pare....... ma ti avrei trovato :D :D :D
RispondiEliminaOriginally posted by frivoloamilano:Bel giro davvero e in buona compagnia si superano meglio i momenti di crisi e dopo si è felici come un prato in fiore ma ben annaffiato, dal sudore prima e dalla birra poi....;) ciao
RispondiEliminacerto che se devo compensare in litri, torno a casa ubriaco :cheers: !
Graziano writes:Descrizione e foto sempre di pregio...Zona incantevole..peccato sia assediata dalle portatrici sane di Borrelia
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:Graziano writes:Descrizione e foto sempre di pregio...Zona incantevole..peccato sia assediata dalle portatrici sane di Borrelia
RispondiEliminaCiao Graziano. Sono reduce (fortunatamente ho fatto il vaccino e almeno un po sono coperto) da una bella cura di antibiotici e cortisone grazie al ricordino di una di queste bestioline, probabilmente presa nei boschi dietro Castelmonte, ma qui nonostante sia un vero condominio, non ne abbiamo presa nessuna. Forse il sudore e le cipolle borretane sono repulsive?
;) . Un saluto
stelladellest writes:Complimenti per l'escursione!
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:stelladellest writes:Complimenti per l'escursione!
RispondiEliminaGrazie, vengo spesso e volentieri nell'Alta Val Torre!
Nadia writes:E bravi Luca e Flavio| oggi mi ci voleva proprio un tour virtuale su una bella cima che sembrava sfuggire ma che aspettava solo il momento e la compagnia giusti.Mandi ad entrambi!!!
RispondiEliminaOriginally posted by anonymous:Nadia writes:E bravi Luca e Flavio| oggi mi ci voleva proprio un tour virtuale su una bella cima che sembrava sfuggire ma che aspettava solo il momento e la compagnia giusti.Mandi ad entrambi!!!
RispondiEliminaE' un gran bel giro. Con meteo normale da fare a fine primavera o in autunno, ma quest'anno si prende quello che viene. E noi abbiamo preso tanto caldo. Molto bello tutto......
Mandi
Luca e Marisa